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UNA SERIE PER SMUOVERE I SILENZI

Aspettando le puntate, l’auspicio che dalla Chiesa possa giungere una nuova volontà di verità. Una fiction televisiva non è un Tribunale, ma può aiutare nella ricerca delle risposte

“Il caso Claps” ha iniziato la lavorazione a Potenza con la ricerca delle comparse per una serie in 6 puntate che Rai fiction ha prodotto per il suo palinsesto. Va via il titolo di lavoro “Blood on the altar” (Sangue sull’altare) che prendeva il titolo dal libro inchiesta del bravo giornalista inglese Tobia Jones su cui si basa la documentazione del lavoro filmico e che orienta il suo racconto sui vent’anni che avvolgono drammaticamente gli omicidi di Elisa Claps (e la sua clamorosa scomparsa in Basilicata) e quello di Heather Barnett avvenuti sulla costa inglese di Bournemouth. È importante che una serie internazionale venga girata sul più rilevante caso giudiziario di cronaca della Basilicata. Troppe ancora le omissioni e i buchi neri da andare a scoprire e le responsabilità rimaste non accertate, le principali quelle della Chiesa. Una fiction non è un Tribunale. Ma il linguaggio audiovisivo accessibile al pubblico più popolare risulterà utile al dibattito pubblico che ha visto registrare troppe omissioni e silenzi imbarazzati. Si è visto di recente con la serie “Il nostro generale” dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa che ha il merito di aver riaperto una discussione su fatti nazionali di enorme rilievo, anche in questo caso riaprendo un confronto su vicende tricolori mai del tutto chiarite e proponendo un punto di vista altro rispetto alla narrazione ufficiale. La serie della Rai su Elisa Claps coprodotta con il Regno Unito sarà girata da Marco Pontecorvo, il figlio del grande Gillo. Per il cast i nomi che trapelano sono quelli di Gianmarco Saurino, Rosa Diletta Rossi, Anna Ferruzzo e Francesco Acquaroli. C’è anche la potentina Ilenia Ginefra che sarà Eliana, l’amica di Elisa, e che di recente proprio nella fiction su Dalla Chiesa abbiamo visto recitare nei panni della nuora del generale. Il concept della sceneggiatura si poggia molto sulla vittime ma anche sul carnefice Danilo Restivo. Protagonista principale è Gildo Claps e la sua battaglia per la verità che combatte contro l’indifferenza della burocrazia e un Potere occulto che ostacola ogni indagine. È lui l’eroe della vicenda. La storia è narrata dal suo punto di vista. Lo affianca la moglie Irene che lo aiuta a incanalare la sua ossessione in azione costruttiva. Nelle prime puntate Gildo è ossessionato dal senso di colpa, cambierà atteggiamento quando la compagna lo aiuta a creare la Fondazione Penelope, che si dedicherà all’aiuto delle famiglie con persone scomparse. Appaiono anche Antonio, il papà, mamma Filomena, l’altro fratello Luciano. Non si tratta di un giallo o di un poliziesco. L’assassino è noto. L’antagonismo è tra la famiglia Claps e i Restivo coperti dal potere. Le scene di violenza sono solo sullo sfondo, spesso riferite, la produzione ha evitato il truculento. Elisa sarà rappresentata in assenza. La stanza intatta custodita da mamma Filomena, la sua celebre foto con il maglione bianco appesa alla parete di casa. Aspettando di vedere “Il caso Claps” che sarà distribuito in tutto il mondo ci si augura che dal Vaticano e dalla Chiesa di Potenza possa giungere una nuova volontà di verità come sta accadendo per la vicenda di Manuela Orlandi.

Di Paride Leporace

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