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I LUOGHI DELLA CULTURA NEL CAPOLUOGO LUCANO

L’approfondimento di Antonella Pellettieri

Scrivere del luogo natio che si ama a prescindere se sia “bello o brutto” e che si guardi con occhi privi di razionalità è considerato, spesso, una forma di scarsa intelligenza e di profonda e inutile autoreferenzialità. Queste poche parole che potrete leggere non vogliono essere autoreferenziali verso la città di Potenza e non hanno alcun intento di encomio o critica politica. Alcuni anni fa il Ministero dei Beni Culturali fece nascere un progetto chiamato I luoghi della Cultura. La Cultura è uno spazio aperto e di questo progetto conservo una preziosa, introvabile e corposa brochure piena di immagini bellissime e di scritti nei quali si andavano a censire luoghi di particolare bellezza, alcuni poco conosciuti, che sono uno spazio aperto nel quale tutti i cittadini hanno un ruolo e possono sentirsi comunità attiva e in continua trasformazione. Censire tutti i luoghi di produzione e consumo di cultura di una comunità di piccole o grandi dimensioni è un progetto di grande interesse perché da questi piccoli censimenti nascono le idee di recupero, di riutilizzo, di migliore conoscenza del centro urbano in cui si vive e si comincia a osservarlo con occhi diversi e, forse, più razionali. Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, art. 101) definisce quali “istituti e luoghi della cultura”: i musei, le biblioteche e gli archivi, le aree e i parchi archeologici, i complessi monumentali e ne precisa le caratteristiche. Il Museo é una struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio. Anche la Biblioteca é struttura permanente che raccoglie, cataloga e conserva un insieme organizzato di libri, materiali e informazioni, comunque editi o pubblicati su qualunque supporto, e ne assicura la consultazione al fine di promuovere la lettura e lo studio. Come struttura permanente è un Archivio che raccoglie, inventaria e conserva documenti originali di interesse storico e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca. Un’Area Archeologica è un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di età antica ed è ben diversa da un Parco Archeologico che è un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto. Invece un Complesso Monumentale è un insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, una autonoma rilevanza artistica, storica o etnoantropologica. In base a questi principi ho provato a elencare cosa ci fosse nella città di Potenza spesso considerata una città priva di cultura e senza anima e alla ricerca di un suo genius loci a causa delle cicliche distruzioni dei terribili eventi sismici che l’hanno distrutta e rasa al suolo periodicamente. Come è ovvio questo elenco non è esaustivo e riguarda solo i luoghi pubblici: solo in alcuni casi ho elencato qualche “luogo privato” ma solo perché molto famoso e conosciuto da tutti. Mi auguro che questo primordiale elenco possa essere reso perfetto con l’aiuto di qualche concittadino e serva a far capire che occuparsi di Patrimonio Culturale Tangibile e Intangibile significa occuparsi di welfare culturale perché la cultura con i suoi “contenitori” è una risorsa da conoscere molto bene, da conservare, da valorizzare, da usufruire, da gestire per accrescere la competitività di una città. Anche della bistrattata città di Potenza. E per competitività non intendo lotte di campanile, o non solo economia: il mio riferimento è all’accrescimento e alla competitività squisitamente culturale. Ci renderebbe cittadini migliori!

Di Antonella Pellettieri

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