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IL BOSS HA SUBITO AMMESSO SUA IDENTITÀ: SONO MATTEO MESSINA DENARO

“Il mondo è un po’ più sicuro oggi”
Lo ha scritto in un tweet la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, condividendo il tweet del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sull’arresto del boss della mafia, Matteo Messina Denaro

LA MAFIA NON È SCONFITTA 
ADESSO CHI COMANDA “LA CUPOLA”, OLTRE LE “FAMIGLIE PALERMITANE”❓

LO STATO È PIÙ FORTE DI TUTTE LE MAFIE

Arrestato Matteo Messina Denaro: gli affari e i legami nell’imprenditoria del numero uno di Cosa Nostra

CLINICA “LA MADDALENA” PALERMO

Insieme a Matteo Messina è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie.

Arrestato Matteo Messina Denaro
Dopo 30 anni di latitanza 

È stato trasferito in una località segreta

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza

L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido

Matteo Messina Denaro è stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove un anno fa era stato operato e da allora stava facendo delle terapie in day hospital 

Nel documento falso esibito ai sanitari c’era scritto il nome di Andrea Bonafede

La vecchia Cosa Nostra è crollata: il boss Matteo Messina Denaro è stato arrestato questa mattina a Palermo 

Diventato il numero uno di Cosa Nostra in seguito all’arresto prima di Totò Riina e poi di Bernardo Provenzano, Matteo Messina Denaro era ricercato dal 1993 per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altro.
Dal 29 giugno 1994 erano state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali 

L’arresto nella clinica privata

CLINICA “LA MADDALENA” PALERMO

Secondo quanto riferito da fonti interne, Matteo Messina Denaro è stato arrestato a Palermo in un bar nei pressi della clinica privata ‘La Maddalena’, dove si trovava, sotto falso nome, per delle sedute di chemioterapia in seguito a un intervento chirurgico per tumore al colon

Condannato all’ergastolo dalla Corte D’Assise di Caltanissetta per essere stato uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, dove persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Denaro è stato responsabile di altri e ingenti crimini.

Uno su tutti: il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo che, dopo 779 giorni di prigionia, venne strangolato e poi sciolto nell’acido. 

Chi era Matteo Messina Denaro 

Nato il 26 aprile del 1962 a Castelvetrano, in provincia di Trapani, è figlio di Francesco Messina Denaro, fratello di Patrizia Messina Denaro, con cui svolgeva l’attività di fattore presso le tenute agricole della famiglia D’Alì Staiti, già proprietari della Banca Sicula di Trapani, che era il più importante istituto bancario privato siciliano, e delle saline di Trapani.

Soprannominato ‘Diabolic’ e ‘U siccu’, Denaro era presente nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del ministero dell’Interno.

Inoltre, già nel 2011, era stato inserito nella lista dei 10 latitanti più ricercati al mondo di Forbes, e in una puntata della serie tv Netflix World’s Most Wanted.

Di lui si persero le tracce nell’estate del 1993, quando, andato in vacanza a Forte dei Marmi insieme ai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, si rese irreperibile.

Sottoponendosi, in seguito, a un intervento di chirurgia plastica al volto per non essere riconoscibile.

Mafia e “imprenditoria”

Partendo dal presupposto che riusciva a finanziare la sua latitanza con il gioco d’azzardo, praticato in Sicilia e a Malta, grazie all’aiuto dell’imprenditore di Castelvetrano Carlo Cattaneo, Denaro aveva anche alcuni legami con il Venezuela, dove alcune persone gestivano i suoi interessi, sono diverse le operazioni imprenditoriali e criminali indirizzate a Matteo Messina Denaro

Ne è un esempio la scoperta, a marzo del 2019, di una loggia massonica a Castelvetrano, che porta all’arresto di Antonio Messina, avvocato radiato dall’albo che teneva i contatti con la criminalità siciliana radicata nel milanese nell’ambito di un traffico di hashish organizzato fra la Spagna, Milano e la Sicilia.

Un altro imprenditore con cui aveva legami era Giuseppe Grigoli, condannato nel 2011 dodici anni di carcere per riciclaggio di denaro sporco.
Proprietario dei supermercati Despar nella Sicilia occidentale, Grigoli è stato accusato di essere favoreggiatore e prestanome di Messina Denaro, che investiva denaro sporco nei suoi supermercati.

Per avere un idea del giro d’affari, nel settembre 2013 il tribunale di Trapani ha disposto la confisca di società, terreni e beni immobiliari di proprietà di Grigoli dal valore di 700 milioni di euro.

Nel 2010, la Direzione investigativa antimafia di Palermo mise sotto sequestro numerose società e beni immobili dal valore complessivo di 1,5 miliardi di euro, le quali appartenevano all’imprenditore alcamese Vito Nicastri, ritenuto vicino a Messina Denaro: tra il 2002 e il 2006 Nicastri aveva ottenuto il più alto numero di concessioni in Sicilia per costruire parchi eolici e secondo gli inquirenti il suo patrimonio sarebbe frutto del reinvestimento di denaro sporco.

Andando ancora avanti, a marzo 2012 la Dia di Trapani chiese il sequestro del patrimonio, pari a oltre 1,5 miliardi di euro di un altro imprenditore vicino a Messina Denaro: l’imprenditore Carmelo Patti, proprietario della Valtur. Mentre, a dicembre – sempre dello stesso – un’indagine coordinata dalla Dda di Palermo e condotta dai Carabinieri portò all’arresto di sei persone, tra cui l’imprenditore Salvatore Angelo, il quale era accusato di investire il denaro sporco di Messina Denaro nella costruzione di parchi eolici fra Palermo, Trapani, Agrigento e Catania, destinando una percentuale degli affari al latitante.

In seguito, oltre al sequestro di 50 milioni di euro in immobili e quote di società operanti nel settore della vendita di abbigliamento e preziosi intestati all’imprenditore palermitano Mario Niceta – altro presunto prestanome di Denaro – alcuni membri di una cosca vicina al boss sono stati arrestati per aver inviato in Sicilia una somma di denaro guadagnata con l’allestimento di alcuni stand dell’Expo di Milano del 2015.

Dimostrando che, ormai, la mafia era più interessata agli affari – anche quelli più importanti per tutto il paese – che alle stragi.

“Bravi, bravi!”

 

Urla di incoraggiamento e applausi nei confronti dei carabinieri del Ros, da parte di decine di pazienti e loro familiari, hanno accompagnato l’arresto del superlatitante nella clinica.

La certezza è arrivata tre giorni fa

I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz.

I carabinieri del Gis erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia. Il boss, che aveva in programma dopo l’accettazione fatta con un documento falso, prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso.
La clinica intanto è stata circondata dai militari col volto coperto davanti a decine di pazienti.

Un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse.

“Mi chiamo Matteo Messina Denaro”, ha risposto

Dopo il blitz nella clinica, l’ormai ex superlatitante è stato trasferito prima nella caserma San Lorenzo, poi all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza.

La stessa cosa accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa.

Chi e’ Messina Denaro (e perche’ la sua cattura e’ importante)

L’ arresto di Matteo Messina Denaro in una clinica oncologica è coerente con risultati investigativi, anche molto datati che lo indicavano affetto da serie patologie. Tracce del boss superlatitante risalenti al gennaio del 1994, lo collocavano infatti in Spagna, a Barcellona, dove si sarebbo sottoposto, presso una nota clinica oftalmica, ad un intervento chirurgico alla retina. Ma non solo: avrebbe accusato – sempre secondo risultanze investigative di alcuni anni fa- una insufficienza renale cronica, per la quale avrebbe dovuto ricorrere a dialisi. Per non rischiare l’arresto durante gli spostamenti per le cure ed i trattamenti clinici, il boss avrebbe installato nel suo rifugio le apparecchiature per la dialisi. Una importante conferma sulle patologie accusate dal superlatitante giunse nel novembre scorso dal pentito Salvatore Baiardo, che all’inizio degli anni ’90 gestì la latitanza dei fratelli Graviano a Milano. In un’intervista televisiva, su La7 a Massimo Giletti il pentito rivelo’ che Matteo Messina Denaro era gravemente malato e che proprio per questo meditava di costituirsi.

“Questo è il risultato di anni di indagini di questo ufficio e delle forze di polizia che hanno prosciugato la rete dei favoreggiatori del boss Messina Denaro”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Paolo Guido che, insieme al procuratore Maurizio de Lucia, ha coordinato l’indagine per la cattura del capomafia di Castelvetrano. “Questo – ha aggiunto Guido – è anche il frutto di un difficile e complesso lavoro di coordinamento tra le forze di polizia che in questo momento devono essere tutte ringraziate”.

“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura”. Lo si legge in una nota del Quirinale.

“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”: così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. “All’indomani dell’annivers
ario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia.

Messina Denaro, comandante Ros: ‘Era in struttura sanitaria per terapie’

“Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia”. Così il ministro dell’interno Matteo Piantedosi appena appresa la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro al suo arrivo ad Ankara per incontrare il suo omologo turco. “Complimenti – ha aggiunto – alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie”.

Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Matteo Messina Denaro era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa. “Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”. Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma. Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga decennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.

Arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro

Catturato dai carabinieri del Ros dopo 30 anni di latitanza

Applausi e abbracci tra i Carabinieri per l’arresto di Messina Denaro

Gli ultimi attimi della cattura di Messina Denaro

La certezza è arrivata tre giorni fa. I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz, I carabinieri del Gis erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia. Il boss, che aveva in programma dopo l’accettazione fatta con un documento falso, prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso. La clinica intanto è stata circondata dai militari col volto coperto davanti a decine di pazienti.
Un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse.

“Mi chiamo Matteo Messina Denaro”, ha risposto

Denaro da tempo era affetto da gravi problemi di salute

CLINICA “LA MADDALENA” PALERMO

L’ arresto di Matteo Messina Denaro in una clinica oncologica è coerente con risultati investigativi, anche molto datati che lo indicavano affetto da serie patologie.

Tracce del boss superlatitante risalenti al gennaio del 1994, lo collocavano infatti in Spagna, a Barcellona, dove si sarebbe sottoposto, presso una nota clinica oftalmica, ad un intervento chirurgico alla retina. Ma non solo: avrebbe accusato – sempre secondo risultanze investigative di alcuni anni fa – una insufficienza renale cronica, per la quale avrebbe dovuto ricorrere a dialisi. Una importante conferma sulle patologie accusate dal superlatitante giunse nel novembre scorso dal pentito Salvatore Baiardo, che all’inizio degli anni ’90 gestì la latitanza dei fratelli Graviano a Milano. In un’intervista televisiva, su La7 a Massimo Giletti il pentito rivelò che Messina Denaro era gravemente malato e che proprio per questo meditava di costituirsi.

Pm: “Questo è il risultato di anni di indagini”

“Questo è il risultato di anni di indagini di questo ufficio e delle forze di polizia che hanno prosciugato la rete dei favoreggiatori del boss Messina Denaro”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Paolo Guido che, insieme al procuratore Maurizio de Lucia, ha coordinato l’indagine per la cattura del capomafia di Castelvetrano. “Questo – ha aggiunto Guido – è anche il frutto di un difficile e complesso lavoro di coordinamento tra le forze di polizia che in questo momento devono essere tutte ringraziate”.

Procuratore Palermo: “La cattura un debito verso i martiri della Repubblica”

“Come sempre in questi casi è un lavoro di squadra portato a termine dal Ros dei carabinieri in maniera eccezionale, ma che viene da lontano perché è un lavoro sostanzialmente congiunto nella ricerca del latitante tanto da parte della Polizia di Stato, che ha chiuso alcuni spazi, quanto dei carabinieri che poi hanno portato a termine l’operazione di stamattina”. Così il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, che ha coordinato con il procuratore aggiunto Paolo Guido l’operazione che ha portato all’arresto dell’ex primula rossa, su Rai Radio1 all’interno dello Speciale “Che giorno è”. “Per noi è una cosa di estrema importanza – ha aggiunto -. Per la Repubblica che ha dei doveri da adempiere nei confronti dei suoi martiri la cattura di Matteo Messina Denaro ha un’importanza storica perché era l’unico stragista rimasto in libertà, un debito che abbiamo cercato di onorare e ci siamo riusciti”.
Fratoianni: “Ora costituire una commissione antimafia”

“Una bella giornata per i siciliani e gli italiani onesti. Grazie alle forze dell’ordine e alla magistratura che non si sono mai rassegnati nel continuare a combattere la mafia”. Lo scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Ora tocca alla politica – prosegue il leader di SI – fare il proprio mestiere: recidere fino in fondo i rapporti opachi fra criminalità organizzata e mondo degli affari, ed esigere istituzioni trasparenti. E il Parlamento costituisca subito la commissione antimafia. La lotta alla mafia continua”.

Meloni oggi a Palermo, incontra pm e carabinieri del Ros

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a quanto si apprende, questa mattina sarà a Palermo. Incontrerà il procuratore distrettuale di Palermo, Maurizio de Lucia, i magistrati che hanno coordinato le indagini e i carabinieri del Ros che hanno eseguito l’arresto del boss della mafia.

Messina Denaro portato all’aeroporto Boccadifalco

Il boss Matteo Messina Denaro è stato trasferito dalla caserma San Lorenzo ed è diretto all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa cosa accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa.

Alle 17:00 la conferenza stampa di pm e Ros

I particolari sull’arresto del boss Matteo Messina Denaro verranno forniti in una conferenza stampa della Procura di Palermo e del Ros dell’Arma nella caserma della Legione dei carabinieri di Palermo.

Messina Denaro ricoverato con il falso nome di “Andrea Bonafede”

Matteo Messina Denaro aveva il nome di Andrea Bonafede, nato il 23 ottobre 1963 e stamattina aveva l’appuntamento per il ciclo di chemioterapia. Lo si è appreso in ambienti sanitari della clinica Maddalena di Palermo dove era in cura per un tumore. Nella scheda di accettazione della clinica è scritto “Prestazioni multiple – infusione di sostanze chemioterapiche per tumore”.

Durante il blitz clinica circondata da decine di carabinieri

Che ci fosse qualcosa di anomalo oggi in clinica i pazienti in fila per entrare l’hanno capito vedendo decine di carabinieri del Ros a volto coperto che presidiavano la struttura.
Nessuno, per ore, è potuto entrare.

CLINICA “LA MADDALENA” PALERMO

Solo in mattinata si è scoperto che era in corso un blitz per la cattura del boss mafioso.
Cappello, occhiali scuri e ingrassato, così Denaro all’arresto

Cappellino, cappotto di montone da uomo e occhiali da vista scuri.

È così che si presentava Matteo Messina Denaro al momento dell’arresto.

L’uomo, visibilmente ingrassato rispetto alle ultime foto conosciute su di lui che risalgono a diversi anni fa, tenuto sotto braccio dai carabinieri ha attraversato a piedi in manette per alcune centinaia di metri il viale della clinica dopo l’arresto arrivando in strada, prima di essere portato via su un mezzo dei carabinieri del Ros.

Il medico della clinica: era in cura da almeno un anno

Matteo Messina Denaro era in cura alla Maddalena da un paio d’anni “o almeno uno”, dice all’agenzia Agi un medico della clinica Maddalena che preferisce restare anonimo, per un tumore in zona addominale. Nella struttura sanitaria era andato per fare un tampone anti Covid, dovendo essere ricoverato in day hospital.

Piantedosi: “Grandissima soddisfazione” per l’arresto

“Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia”. Così il ministro dell’interno Matteo Piantedosi appena appresa la notizia. “Complimenti – ha aggiunto – alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie” 

I pazienti della clinica al Ros: “Bravi!”

“Bravi, bravi!”

Urla di incoraggiamento e applausi nei confronti dei carabinieri del Ros, da parte di decine di pazienti e loro familiari, hanno accompagnato l’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro avvenuto questa mattina nella clinica privata “La Maddalena” di Palermo

Il boss sta per essere trasferito dai carabinieri in una caserma.

Cracolici, ora colpire i fiancheggiatori di Messina Denaro

Lo dice Antonello Cracolici presidente della commissione regionale Antimafia dopo l’arresto del boss: 

“Matteo Messina Denaro finisce qui la sua storia criminale, adesso la Sicilia è più libera. Congratulazioni ai carabinieri del Ros, alla Procura di Palermo che ha diretto l’operazione ed agli apparati dello Stato che hanno permesso questo straordinario successo. Adesso si colpisca la rete dei fiancheggiatori che lo ha protetto nella sua lunghissima latitanza”

Metsola: il mondo è un po’ più sicuro oggi

“Il mondo è un po’ più sicuro oggi”

Lo ha scritto in un tweet la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, condividendo il tweet del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sull’arresto del boss della mafia, Matteo Messina Denaro.

Comandante del Ros:

“Non si è opposto all’arresto”
Denaro trasferito in una località segreta

Dopo il blitz nella clinica a Palermo, l’ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro è stato trasferito in una località segreta  

Denaro, a quanto si apprende da fonti investigative, faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il blitz del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti.

Quando è stato arrestato, Messina Denaro non era allettato ma si stava facendo i controlli

Pier Ferdinando Casini: “È un bel giorno per lo Stato”

Complimenti alle Forze dell’ordine e al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per l’arresto di #MatteoMessinaDenaro.
Finalmente!
È un bel giorno per lo Stato

Letta: “La mafia alla fine perde sempre”

È il commento di Enrico Letta : 

“Complimenti alle forze dell’ordine e alla magistratura e a tutti coloro che hanno reso possibile la cattura di Matteo Messina Denaro. La mafia alla fine perde sempre. Un messaggio fondamentale di questo storico 16 gennaio”

Antonio Tajani: “Lo stato vince”

Con l’arresto di #MatteoMessinaDenaro l’Italia assesta un duro colpo alla mafia. Grazie ai @_Carabinieri_ che hanno portato a termine questa straordinaria operazione. Grazie, siamo orgogliosi di voi. Lo Stato vince sulla mafia.

Giorgia Meloni: “Una grande vittoria dello Stato”

“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commenta la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. “All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia. I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle forze di polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell’esponente più significativo della criminalità mafiosa. Il governo – prosegue il presidente Meloni – assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo – la difesa del carcere ostativo – ha riguardato proprio questa materia”

Salvini: le istituzioni non mollano, grazie agli uomini dello Stato

Lo dice il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini commentando l’arresto del superlatitante : 

“Dopo trent’anni di latitanza è finito in manette il superboss Matteo Messina Denaro. È con profonda emozione che ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla giustizia. È una bella giornata per l’Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e inostri eroi in divisa non mollano mai”

Crosetto: “grazie ai ros e ai magistrati”

Così su Twitter il ministro della Difesa Guido Crosetto : 

“Arrestato Matteo Messina Denaro! Complimenti alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia. Grazie ai ROS ed ai magistrati per il loro lavoro!”

L’arresto a 30 anni esatti dalla cattura di Riina

L’arresto di Matteo Messina Denaro è avvenuto a 30 anni esatti da quello di Totò Riina, che fu catturato il 15 gennaio del 1993, sempre a Palermo.

Quel giorno si era appena insediato a capo della Procura di Palermo Giancarlo Caselli, e la notizia arrivò proprio mentre il magistrato stava incontrando i giornalisti a Palazzo di giustizia per un saluto.

Messina Denaro era in clinica privata per terapie

Secondo quanto si apprende, Matteo Messina Denaro sarebbe stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo.

Il boss mafioso si era recato nella clinica privata dove è stato arrestato

Lo dice il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto dopo l’arresto : “per sottoporsi a terapie”

La notizia dell’arresto

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza 

L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

 

 

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