SCUOLA E UNIVERSITÀ, BASILICATA IN AFFANNO
Tra spopolamento e indice di laureati molto basso, la regione lucana è al sesto posto a livello nazionale
Qualche giorno fa la quarta commissione del Consiglio regionale della Basilicata si è occupata dell’accordo di programma triennale tra Regione e Unibas e delle linee guida per il piano di dimensionamento scolastico.
«È molto importante – ha detto l’eurodeputata del Sud e della Basilicata Chiara Gemma – che il massimo ente territoriale lucano si occupi delle molteplici criticità che stanno colpendo la regione in questo settore. Purtroppo, – ha aggiunto – la situazione è critica su tutti i fronti: è in affanno il sistema universitario lucano, che non riesce ad avere il prestigio e la visibilità necessari a livello nazionale per accrescere la sua capacità di attrazione nei confronti del bacino di utenza potenziale, ed è in cattive acque l’intero comparto dell’istruzione primaria e secondaria che è interessato da un costante calo demografico. Basti dire – ha spiegato l’on. Gemma – , che nell’ anno scolastico 2021/22 la Basilicata ha perso 10.885 studenti rispetto all’anno scolastico 2014-15».
«L’altro aspetto negativo – ha continuato l’europarlamentare – riguarda il basso numero di giovani lucani in possesso di una laurea. In Basilicata ha una laurea circa il 24 per cento della popolazione tra i 25 e i 34 anni di età. Il dato, pur se non distante dalla media italiana che è già bassissima (28,3%), è allarmante rispetto alla media Ue che è il 41,2%. L’Italia è penultima in Europa e la Basilicata è al sesto posto a livello nazionale».
«Ridurre il divario con gli altri paesi Ue deve essere l’obiettivo dei prossimi anni: l’Italia lo deve fare a livello europeo e la Basilicata e il Sud lo devono fare rispetto all’Italia. Anche per questa necessità – ha spiegato Gemma – potranno essere utilizzati una serie di investimenti previsti dal Pnrr».
Con la missione 4 del Piano si potranno facilitare interventi per l’accesso all’istruzione universitaria, attraverso nuove borse di studio e sostenendo i giovani ricercatori con l’estensione dei dottorati di ricerca.
Attualmente gli studenti universitari italiani che fruiscono di una borsa di studio sono il 12%, a fronte di una media Ue del 25%.
«Incrementare la quota di laureati in Italia, nel Sud e in Basilicata, rappresenterà una sfida cruciale estremamente importante per un’istruzione equa e accessibile a tutti e questo – ha concluso l’eurodeputata – sarà uno degli strumenti di giustizia sociale. Per questo motivo l’Ue ha innalzato al 45% l’obiettivo da raggiungere entro il 2030 rispetto ai giovani tra i 25 e i 34 anni che dovrebbero avere un’istruzione universitaria».