FIENGO E LE SPESE PAZZE, LIQUIDARE IL LIQUIDATORE
Consorzio Asi debiti e costi sballati: la giunta regionale a un passo dall’accordo per revocarlo in anticipo. Consulenze, assunzioni e missioni: sui 2 milioni di € spesi da Fiengo interrogazione urgente di Braia
La Giunta regionale Bardi è da settimane impelagata nella pratica della revoca del Commissario liquidatore del Consorzio industriale Asi di Potenza, l’avvocato Giuseppe Fiengo, e contestuale nomina del «nuovo commissario liquidatore ». La nomina di Fiengo, l’esecutivo lucano ha ripiegato su di lui dopo la rinuncia del primo scelto, il Prof Giuseppe Fasana, risale al maggio del 2021 e contestualmente al conferimento dell’incarico la Giunta stabilì in 36 mesi i tempi per la conclusione della liquidazione, non escludendo, tuttavia, la possibilità di prorogare il mandato a Fiengo previo rendiconto della gestione accompagnato dalla relazione sull’attività svolta. Pertanto esclusa la proroga, si è in presenza, addirittura, di una risoluzione contrattuale anticipata. Tra i problemi, proprio l’attività svolta dal Commissario e l’incognita sullo stato dell’arte della liquidazione. Il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia viva-Renew Europe, nonchè presidente della seconda Commissione “Programmazione e Bilancio”, è intervenuto sulla “grana” Fiengo. «Ritardi incomprensibili – ha dichiarato Braia -, l’assessore Galella dia conto di quanto sta succedendo e dello stato dell’arte dei pagamenti, rispondendo alla interrogazione urgente che presentiamo come Italia Viva – Renew Europe. Si liquida il liquidatore Fiengo, nominato nel maggio 2021 e definito dal Presidente Bardi e dall’allora Assessore Cupparo come un “genio” in questo tipo di procedimenti. Salvo rivelarsi a 30 mesi di distanza, un ennesimo e autentico fallimento ».
LE SPESE DEL LIQUIDATORE E I DEBITI ASI
«Le procedure di messa in liquidazione, che avrebbero dovuto concludersi con il passaggio di cespiti e competenze ad Apibas – ha ricordato Braia -, risultano ancora bloccate nonostante una ulteriore spesa effettuata di circa 2 milioni di euro tra consulenze, missioni e stipendi a professionisti ed esperti. Ad oggi queste spese non hanno prodotto nulla di definitivo e concreto. Anzi, si apprende che il Consorzio Industriale di Potenza avrebbe ancora un debito di circa 80 milioni di euro su cui ha espresso parere negativo il collegio dei revisori dei conti. 80 milioni verso i fornitori, 1,5 milioni a ex dipendenti e ad oggi pare sia stato versato solo 30% del tfr. Si dia contezza di tutto questo. Un’altra magra figura di queste “personalità straniere” – nel senso di esperti non lucani – chiamati in Basilicata da questa maggioranza di centrodestra quasi a voler spiegare a noi lucani come si fanno le cose. Intanto si stanno rivelando tutti un ennesimo flop di cui avremmo potuto e dovuto francamente fare a meno come Regione Basilicata, rispetto anche al tema dello sviluppo industriale praticamente fermo. Api-Bas avrebbe dovuto rappresentare la svolta epocale nello sviluppo produttivo industriale addirittura regionale: non solo non decolla ma si riduce, per ora, a gestire amministrativamente il bonus gas alle famiglie». L’intento del consigliere regionale di Italia viva è quello di fare luce «sulla quantità e sulla qualità delle spese effettuate oltre che su quanto si è effettivamente svolto in questi due anni e mezzo di attività liquidatoria». Da qui, l’interrogazione urgente, con richiesta di audizione immediata in commissione bilancio del Presidente o suo delegato, in modo da poter comprendere lo stato delle cose previste dalla relativa legge regionale del 2021, “Scioglimento del Consorzio Industriale della Provincia di Potenza e costituzione della Società Aree Produttive Industriali Basilicata S.p.A”, per e comprendere che utilità hanno avuto «i circa 2 milioni di euro, i costi della struttura e quale futuro possiamo immaginare per queste aree».
CONSORZIO, QUALE PATRIMONIO?
«Inoltre – ha proseguito Braia – è doveroso che il Consiglio regionale sia informato, insieme ai cittadini e alle cittadine lucane sullo stato di attuazione del Piano di riparto dei crediti e debiti del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza in liquidazione; sullo stato del patrimonio esistente del Consorzio in liquidazione, patrimonio disponibile e indisponibile; e sullo stato della gestione e manutenzione delle aree industriali in capo ancora al Consorzio, considerato che ad oggi non è stata indetta nessuna manifestazione di interesse». Braia lamenta i tanti annunci per «soluzioni salvifiche inesistenti», insieme a «debiti crescenti e inerzia politica e amministrativa ». «Il Consorzio Industriale di Potenza – ha rimarcato il consigliere regionale – non riesce a garantire alle proprie imprese il minimo sindacale, quindi servizi efficienti di manutenzione, vigilanza, decoro delle aree, sicurezza della viabilità e virtuosa gestione delle utilities. Figuriamoci se dovessimo parlare di qualità delle politiche di attrattività di investimenti da effettuare, fondamentale mission da anni ormai dimenticata. Pnrr, investimenti legati all’efficienza energetica, Zone Economiche Speciali, definizione e applicazione di una vera politica di sviluppo, a Matera come a Potenza: ci dicano finalmente quale è la politica industriale che vuole mettere in campo la nostra Regione Basilicata per il prossimo quinquennio ». «Ieri – ha concluso il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva-Renew Europe e Presidente della seconda Commissione Programmazione e Bilancio – l’annuncio di un bando da oltre 25 milioni di euro a sostegno di investimenti legati all’Idrogeno. Si spera ci siano criteri di selezione oggettiva e quindi scelte di priorità di aree industriali vocate su cui puntare su questo tema. Continuiamo, a quanto pare, a impegnare e spendere risorse senza raggiungere gli obiettivi, in assenza di scelte strategiche, con una distribuzione a pioggia e senza conoscere cosa “pensano” se pensano , strutture a questo destinate come Apibas o il Consorzio Industriale di Matera, che avrebbero dovuto, su questo come su altri temi legati allo sviluppo, costruire e concertare con la regione i rispettivi piani industriali».