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VITERBO, BUSINESS CON I MORTI

Le agenzie funebri: “Cadaveri sfregiati se non pagavamo”

Hanno parlato di “pressioni”, di “telefonate con richieste di soldi”, di “conseguenze” se non avessero pagato. Il tutto avrebbe creato un clima così pesante che “ogni volta che qualcuno moriva a Belcolle mi sentivo male perché dovevo avere a che fare con quei necrofori”. A parlare è uno dei due titolari delle agenzie funebri, ascoltati nell’ultima udienza del processo che vede imputate quattordici persone, tra necrofori dell’ospedale di Viterbo e altri impresari funebri, accusati a vario titolo di corruzione in concorso e concussione per induzione. Le agenzie compiacenti avrebbero pagato 50 euro per ogni morto dell’ospedale di Viterbo così da accaparrarsi i funerali, mentre i necrofori avrebbero fatto business con il caro estinto. Chi non pagava non solo era costretto a subire pressioni e continue richieste di denaro ma anche conseguenze: dalle stanze peggiori ai cadaveri sfregiati in viso.

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