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SFRUTTAMENTO BADANTI, AMMESSO L’UFFICIO DELLA CONSIGLIERA DI PARITÀ COME PARTE CIVILE

Il Gup in linea con l’orientamento già assunto dalla Corte d’Assise del capoluogo. Soddisfatta Pipponzi

Il Gup presso il Tibunale di Potenza, dottor Pignata, ha ammesso la costituzione di parte civile dell’Ufficio della Consigliera regionale di parità, patrocinato dell’avvocato Luca Lorenzo, nel procedimento cosiddetto “Woman Transfer, a carico di una organizzazione dedita alla tratta di persone, badanti moldave, e all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Dopo essere state reclutate attraverso profili facebook, le lavoratrici, tutte donne moldave, entrate nel territorio italiano con visto turistico, erano costrette a lasciare il passaporto nelle mani dell’organizzazione e a lavorare come badanti, in nero e in condizioni di sfruttamento, versando come tangente una quota del salario maturato. Le lavoratrici, inoltre, erano segregate e trattenute in alloggi gestiti dall’organizzazione in condizioni sociali, familiari ed economiche di vulnerabilità e di degrado. La condizione di grave sfruttamento lavorativo è stata dettagliata dalla Procura anche in ordine agli orari di lavoro, «massacranti e continui, senza adeguato riposo», all’assenza di «alloggio dignitoso », nonché delle garanzie previdenziali ed assistenziali, «con paghe che, al netto delle trattenute per i debiti maturati dalle donne e degli orari di lavoro, sono risultate di gran lunga inferiori a quelle previste ». La decisione di rinvio a giudizio è stata disposta in continuità con l’orientamento già precedente assunto dalla Corte d’Assise di Potenza nello scorso dicembre in un altro filone dell’inchiesta, dove l’Ufficio della Consigliera regionale di parità, deputato istituzionalmente al contrasto delle discriminazioni di genere sul lavoro, era stato già ammesso tra le parti civili. Soddisfazione è stata espressa da Ivana Pipponzi, Consigliera regionale di Parità effettiva, dalla sua vicaria Rossana Mignoli e dall’avvocato Lorenzo poiché «l’ammissione alla costituzione di parte civile per i delitti commessi in danno di una pluralità di lavoratrici vittima di tratta e lavoro nero conferma la sempre crescente sensibilità e tutela verso la questione di genere a contrasto delle condotte discriminatorie sui luoghi di lavoro».

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