LEGA, NE RIMARRÀ ALMENO UNO?
Quando la peregrinazione politica è un’arte: l’intransigenza meloniana a rischio per un pugno di cicale. I mal di pancia in FdI, con i valligiani Carmine e Amedeo nessun vantaggio
Se in campagna elettorale fu Amedeo Cicala a dichiarare pubblicamente il suo allontanamento dalla Lega e il suo sostegno a Fratelli d’italia, oggi è il fratello Carmine a comunicare la sua ufficiale fuoriuscita dal Carroccio per approdare al partito di Giorgia Meloni. Per adesso esiste soltanto una dichiarazione formale di adesione a FdI. Se si va sul sito del Consiglio Regionale di Basilicata, il Gruppo di FdI vede ancora la presenza di Baldassarre (accanto a Leone, Quarto e Coviello), mentre il gruppo della Lega schiera ancora nelle sue fila Cicala, ma la noti- zia è nell’aria. Del resto, se è certa la sua fuoriuscita risulta difficile immaginare una sua collocazione diversa da quella del Partito dove milita anche il fratello.
IL LUNGO PEREGRINAR CHE DISTRUGGE LA LEGA
Dopo l’ex capogruppo Coviello, il carroccio perde anche il Presidente del Consiglio. Una lunga peregrinazione dalla Lega a FdI che sembra un esodo biblico, una fuga dalla barca che affonda. Quando i partiti erano cose serie i passaggi da un Partito all’altro erano rarissimi. Va anche detto che quando i partiti erano seri era altamente improbabile la candidatura di persone senza una militanza storica in quei partiti. La Lega ha imbarcato chiunque avesse bisogno di un taxi per entrare in Consiglio Regionale e nelle istituzioni, da quel taxi sono scesi tutti non appena è diventato chiaro che non ci sarebbero state altre fermate di crescita. Il grande e grave errore di Pepe, all’epoca della composizione delle liste vero deus ex machina del Partito, è stato proprio quello di affidarsi a persone evidentemente non leali.
I MAL DI PANCIA IN FRATELLI D’ITALIA
I mal di pancia, ovviamente, si sentono anche in Fratelli d’Italia che oggi rischia di svolgere nei confronti di chi abbia il bisogno di un passaggio vero le istituzioni lo stesso ruolo di taxi che ha svolto la Lega in passato. In molti, infatti, si chiedono se chi ha vissuto la propria candidatura in Lega come il metodo più sbrigativo per occupare uno scranno non possa fare la stessa cosa anche in Fratelli d’Italia magari a detrimento di chi in quel partito milita da più tempo e che oggi rischia di vedersi scavalcato da chi vuole occupare uno spazio costruito da altri. La politica come scelta opportunistica in nome di un trasformismo che consente di salire e scendere a seconda delle convenienze, seguendo ed inseguendo le mode del momento a favore di corrente, salvo poi cambiare idea e linea politica non appena le acque cambiano corrente. Se è vero che secondo Seneca non esiste vento favorevole per chi non sa dove andare anche cambiare rotta secondo la direzione del vento non è proprio una scelta politicamente corretta e, comunque, non è una scelta da gran marinaio.
CICALA INDAGATO
Fratelli d’Italia è un partito che, almeno a livello nazionale, ha fatto della coerenza politica e dell’onestà il tratto distintivo su cui ha fondato il proprio consenso elettorale. In Basilicata non sembra che questa prassi sia di moda nella classe dirigente. Carmine Cicala, infatti, è indagato insieme al fratello dalla Procura della Repubblica di Potenza per reati di diffamazione commessi contro Cronache. Certo non parliamo di corruzione o di reati amministrativi e, proprio, ad Oltre il Giardino su Cronache 76 l’On. Caiata ha difeso l’operato e l’onorabilità dei fratelli Cicala dalle accuse mosse loro da Savino secondo il quale il loro consenso era frutto di voto clientelare ma può un partito come FdI accettare l’ingresso di un Consigliere Regionale che non solo cambia casacca secondo le opportunità ma è anche indagato? La base del Partito sicuramente non si ritrova in questa apertura. Diverso l’approccio della classe dirigente che trova scomodo l’ingresso di Cicala soltanto ai fini della propria rielegibilità in Consiglio Regionale. Amedeo e Carmine Cicala, infatti, hanno dimostrato di godere di un forte consenso personale, capace an- che di mettere in ombra alcuni storici amministratori del Partito di Giorgia Meloni.
PER IL PARTITO NESSUN VANTAGGIO
A tutto ciò si deve aggiungere che per FDI da questa acquisizione non avrebbe nessun vantaggio effettivo durante questa legislatura. Sostanzialmente Cicala porterebbe in dote la Presidenza del Consiglio Regionale per se stesso con un semplice cambio di casacca di appartenenza producendo anche il risultato di appagare qualsiasi richiesta da parte del Partito di Giorgia Meloni. Insomma un acquisto a vantaggio zero per la destra italiana ma con grave danno di immagine per la stessa e con l’ingresso di un forte competitor per le prossime elezioni regionali. Nulla da guadagnare, insomma, tutto da perdere. La Cicala, però, canta e non vuole passare l’inverno dove ha trascorso l’estate.
Di Massimo Dellapenna