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CAMPANARO: «VIGILARE SULL’ANTISEMITISMO»

Al Teatro Stabile di Potenza, l’evento commemorativo rivolto agli studenti e alle studentesse voluto dal Prefetto Campanaro

Che la Giornata della Memoria sia «invito forte, costante e stringente, all’impegno e alla vigilanza». È l’appello lanciato dal Prefetto di Potenza, Michele Campanaro, durante l’evento commemorati- vo, rivolto soprattutto agli studenti, svoltosi al Teatro Comunale “Francesco Stabile” in ricordo del 78° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Quel 27 gennaio 1945, l’esercito russo abbattendo i cancelli di Auschwitz, dove i soldati trovarono 7mila prigionieri, malati e ormai allo stremo, lasciati lì a morire dai nazisti in fuga, mostrava al mondo, ha spiegato il Prefetto, «l’abisso degli orrori e delle aberrazioni in cui il genere umano era precipitato». Tra i primi spunti di riflessione, la frase pronunciata dal Ministro dell’istruzione e del merito Valditara che, in occasione del viaggio della memoria e della visita al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, organizzata con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), ha dichiarato che «in alcuni paesi europei il 20 per cento degli studenti nemmeno sa cosa sia stata la Shoah, mentre l’antisemitismo sta risorgendo in Europa: vuol dire che non abbiamo lavorato abbastanza con le coscienze».

GLI ULTIMI SOPRAVVISSUTI ANCORA IN VITA

Secondo, inoltre, l’analisi dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) e dello scrittore e storico Marcello Pezzetti, è stato ricordato al Teatro Stabile, i sopravvissuti sabato 28 gennaio 2022 La giornata della memoria 29 www.lecronache.info ebrei italiani custodi della Memoria sono ormai una decina: Sami Modiano, 92 anni, da Rodi a Birkenau all’età di 13 anni; Edith Bruck, 91 anni, scrittrice e regista, deportata a 13 anni prima ad Auschwitz e poi in altri campi di sterminio (Dachau, Christianstadt e, infine, Bergen Belsen); Liliana Segre, 92 anni, senatrice a vita, che dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati, fu tra i 25 sopravvissuti; Virginia Gattegno, 99 anni, ultima testimone veneziana; le sorelle di Fiume Andra e Tatiana Bucci, rispettivamente di 83 e 85 anni, testimoni dell’orrore degli esperimenti di Mengele; Arianna Szorenyi, 89 anni, anche lei di Fiume, matricola 89129, portata ad Auschwitz e poi a Bergen Belsen dalla Risiera di San Sabba, ad appena 11 anni; Diamantina Vivante Salonicchio, 94 anni, sopravvissuta a Ravensbruck; e, infine, Goti Bauer, 98 anni, detenuta a Fossoli e poi deportata ad Auschwitz-Birkenau, da oltre venti anni infaticabile Testimone della Shoah con gli studenti di Milano, dove risiede. «Cosa accadrà – è la domanda posta dal Prefetto – quando sarà scomparso anche l’ultimo di loro?». La memoria non può fermarsi, deve continuare ad essere tramandata. «Le vicende della Shoah e quelle del sistema di oppressione nazifascista – ha sottolineato il Prefetto di Potenza – debbono investire e coinvolgere una pluralità di istanze, di destinatari e di linguaggi. Oggi e nel futuro, non dobbiamo mai dimenticare qual è stato il mito fondante e l’obiettivo perseguito da quel sistema criminale: in sintesi estrema, una società senza diversi. Quando il benessere dei popoli o gli interessi delle maggioranze si fanno coincidere con la negazione del diverso – dimenticando che ciascuna persona è diversa da ogni altra – la storia spalanca le porte ad immani tragedie».

ELIMINARE IL DIVERSO: L’ABERRAZIONE

«Nell’ordine nuovo, vagheggiato da Hitler prima e da Mussolini dopo – ha spiegato Campanaro ai giovani presenti -, non c’era posto per la diversità, la tolleranza, l’accettazione, il dialogo. La macchina della propaganda si era messa in moto a tutti i livelli per fabbricare minacce improbabili e nemici inesistenti. Per gettare il marchio di infamia sugli ebrei furono utilizzati tutti i mezzi di indottrinamento allora a disposizione: giornali, radio, cinema, manifesti, libri per bambini, trattati pseudo scientifici, vignette. Dove la propaganda non bastava, arrivavano il terrore e la violenza. Per lo sterminio si fece ricorso agli strumenti più avanzati e alle più aggiornate teorie d’organizzazione burocratica e industriale. L’eliminazione dei diversi, ebrei, dissidenti, disabili, malati di mente, omosessuali, rom e sinti, era il prodotto finale delle fabbriche della morte».

ANCHE CON LA COSTITUZIONE SI COMBATTE IL RAZZISMO

Per il Prefetto Campanaro, come ha detto agli studenti e alle studentesse presenti, per combattere il moderno antisemitismo e le nuove forme di razzismo, «che richiedono la nostra più ferma e decisa reazione», si può e si deve partire dalla difesa dei valori democratici contenuti nella Costituzione repubblicana. «La nostra Carta – ha concluso il Prefetto Campanaro – ha marcato la linea di divisione tra civiltà e barbarie, nascendo dalle ceneri della Resistenza. Abbiamo il privilegio, ma al tempo stesso il dovere, di declinarla quotidianamente, quale corollario del riconoscimento di eguali diritti e dignità ad ogni persona, con l’obiettivo dichiarato 75 anni fa, ma sempre attualissimo, della cooperazione internazionale per una convivenza pacifica tra i popoli e gli Stati. E tutti sappiamo bene quanto oggi questo bisogno di convivenza pacifica sia urgente ed attuale».

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