LA PRUDENZA ECCESSIVA: IN BASILICATA CON UN “SERENO VARIABILE” SI CHIUDONO LE SCUOLE
È la terza volta in meno di dieci giorni che il sindaco di Potenza, e non è il solo, emana un’ordinanza che sospende quasi tutte le attività didattiche
C’era una volta l’emergenza neve. Proviamo ad iniziarlo come una favola quest’articolo per raccontare di un tempo in cui si chiudevano le scuo- le quando la neve veramente rendeva impossibile muoversi. Si chiamano boomers quelli che si ricordano che è esistito un tempo in cui si aspettava la mattina, la prima edizione del giornale radio per sapere se le scuole erano chiuse. Era un tempo lontano in cui non c’era internet, tanto meno facebook. Televisione, radio e giornali erano gli unici sistemi per informarsi.
IL TEMPO VARIABILE
Sembra passato un secolo, sicuramente è passata un’eternità sia in termini di velocità della comunicazione, sia in termini di capacità degli amministratori. Ora non serve più che nevichi, non è neanche necessario che sia minacciata la neve. È la terza volta in meno di dieci giorni che il sindaco di Potenza Mario Guarente pubblica su facebook e fa inviare da tutto il suo staff amministrativo (da Rocco Coviello a tutti gli assessori) su WhatsApp un messaggio a tutti i contatti di ciascuno nel quale dice «vista l’instabilità degli eventi atmosferici, sentiti Protezione Civile e Magnifico Rettore, ho appena emanato un’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado
ESCLUSI UNIVERSITÀ E ASILI NIDO».
In realtà, la parte in stampatello è aggiunta dopo che, superando ogni limite, nella sua prima ordinanza il sindaco aveva chiuso anche l’Università con proprio atto amministrativo in un delirio di onnipotenza senza limiti che ignora anche l’autonomia della struttura universitaria, riconosciuta in Costituzione e sancita dalla prassi politico-amministrativa di qualsiasi democrazia occidentale. L’instabilità degli eventi atmosferici significa che potrebbe piovere, potrebbe esserci il sole, potrebbe nevicare. Insomma il sindaco, in attesa di avere certezza di cosa possa succedere, chiude le scuole. Evidentemente le ritiene talmente inutili che possono essere chiuse anche per un “sereno variabile”.
MA L’ACTA A COSA SERVE?
La chiusura delle scuole è una decisione surreale. I cittadini normali, quelli che come noi devono lavorare tutti i giorni, la mattina anche se c’è la neve devono uscire di casa, mettersi in macchina e raggiungere il proprio posto di lavoro. Hanno il diritto di trovare le strade pulite e senza neve, anche quando nevica. Dovrebbe essere un compito dell’ACTA, una delle più importanti società in house della Basilicata, il cui amministratore Camillo Naborre dovrà prima o poi porsi il problema di dare una funzione sociale alla struttura che guida e a se stesso. Insomma, esattamente cosa fa l’ACTA quando nevica? Poltrisce in attesa che esca il sole.
MA SE NON NEVICA PERCHE LE SCUOLE VENGONO CHIUSE?
La Città di Potenza, malgrado i mezzi ACTA siano rimasti tranquillamente parcheggiati, questa mattina si presentava assolutamente sgombra dalla neve. Ne era caduta poca e quella poca che era caduta si era sciolta. Esattamente per quale motivo le scuole sono state chiuse? Perché il tempo era variabile? Insomma, un po’ come non andare a fare il bagno a mare quando è tutto calmo perché non è da escludersi che possa arrivare un’onda anomala. Capiamo la prudenza. Di solito la prudenza non è mai troppa ma questa volta decisamente eccessiva. “Potrebbe andar peggio. Potrebbe piovere” la famosa battuta di Frankeinstein Junior deve essere diventata un mantra amministrativo nella testa di Mario Guarente.
GUARENTE NON È SOLO
Ad onor del vero Mario Guarente non è l’unico ad aver chiuso scuole a causa del fatto che il clima minacciava di poter cambiare. Con lui anche i sindaci di Avigliano, Picerno, Lauria, Bella. Avigliano, Castelgrande, Pescopagano. Ruoti, Pietragalla, Picerno, Rapone, Ruvo del Monte, Vietri di Potenza. Una trasversale fuga delle responsabilità che manifesta in toto una complessiva mediocrità della classe dirigente amministrativa lucana che non affronta il problema, lo rimuove e lo evita. Sia chiaro, alcuni di questi paesi sono posizionati veramente in alta montagna e nessuno di loro ha una struttura come l’ACTA con centinaia di dipendenti e centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici in pancia ma è troppo pretendere che comuni montani abbiano un decente piano neve? È troppo pretendere che le strade siano sgombre dalla neve già a prima mattina qualora nevichi? Se si chiude la scuola per una potenziale nevicata, quanto è insufficiente il piano neve dei singoli comuni? Malgrado la chiusura delle scuole, infatti, migliaia di lavoratori devono comunque uscire di casa per lavorare, gli uffici pubblici e privati non chiudono. Le strade che devono essere percorse dai lavoratori sono le stesse che dovrebbero percorrere gli studenti. Il problema dell’inefficienza amministrativa, dunque, si scarica sui lavoratori che, se padri e madri di famiglia con figli in età scolare, devono anche preoccuparsi di dove allocare i figli, a chi affidarli perché l’inettitudine ha chiuso le scuole. Forse tutti questi primi cittadini pensavano di essere stati eletti in comuni balneari, dove la neve è un evento più unico che raro ed è normale non essere attrezzati fino al punto da dover prendere provvedimenti precauzionali anche in caso di piccola spolverata. In Basilicata no. In Basilicata non è normale. In Basilicata non essere attrezzati per la neve è da inetti. Non essere attrezzati per la neve tanto da dover adottare provvedimenti precauzionali per possibili cambi del clima è da incompetenti. Sereno variabile era il nome di una trasmissione che parlava di viaggi. Sereno variabile era il clima migliore per viaggiare e godersi le vacanze. In Basilicata con un sereno variabile si chiudono le scuole. Un mondo alla rovescia. Il regno tutto lucano della fuga dalle responsabilità. Forse la vera cartina di tornasole di un trasversalismo della mediocrità che caratterizza questa terra dalle infinite risorse ma con classi dirigenti mediocri.
Di Massimo Dellapenna