Vi ringrazio per questa accoglienza.
Rivolgo un saluto rispettoso e cordiale al Cardinale Segretario di Stato della Santa Sede, al Presidente del Senato, ai Ministri presenti, alla Presidente, all’Amministratore delegato e al Direttore di Poste Italiane, a tutti i presenti, particolarmente ai tanti Sindaci, ringraziandoli per il loro impegno e sapendo che qui sono, più che interlocutori, partecipi di questo grande progetto che Polis esprime.
Poste Italiane ci ricorda che sedici milioni di persone, di cittadini, vivono in Comuni con meno di quindicimila abitanti: è un’Italia fondamentale, che copre l’80% – come abbiamo visto poc’anzi – del nostro territorio.
È quindi una parte decisiva dell’Italia. Decisiva per il suo sviluppo, per il suo equilibrio. E in questa parte così importante, sappiamo – com’è stato ricordato anche da Bruno Vespa poc’anzi – che vi è un crescente disagio per il ritiro dei servizi che si è registrato. Che incide sulla vita quotidiana, e quindi incide sulle possibilità e le opportunità di tanti nostri concittadini.
Si tratti di isole minori, di Comuni montani, di piccoli centri delle zone interne, si tratterebbe di una condizione, se proseguisse, di impoverimento del nostro Paese, di privazione di opportunità di sviluppo che – ripeto – impoverirebbe il nostro Paese.
Ecco perché risalta in tutta la sua importanza il valore del progetto Polis. Che intende offrire, come abbiamo visto, anche operativamente ai nostri concittadini di così grande parte dell’Italia, la possibilità, avvalendosi della sua rete digitale, di utilizzare servizi che rischiavano di essere impossibili se non recandosi molto distanti.
L’anno passato, ricordando i centosessant’anni anni di Poste Italiane, abbiamo sottolineato come queste abbiano accompagnato l’Italia nella sua storia, nella sua evoluzione, nel suo sviluppo. Non soltanto nel fondamentale compito di garantire comunicazioni e in quello altrettanto importante di raccogliere e tutelare il risparmio. Ma anche nell’innovazione, contribuendo sempre a rendere più moderno il nostro Paese.
Questa è la scelta che fa Polis.
Confermando questa vocazione, Poste Italiane offre una condizione ai nostri concittadini di tanta parte dell’Italia di avvalersi di servizi prima difficili da conseguire.
E, quindi, questo progetto non soltanto è importante come tappa del processo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma è importante come risposta alle esigenze del nostro Paese.
Vi si affianca l’utilizzazione – valorizzandolo – del patrimonio immobiliare di Poste Italiane, anche qui con l’intento di contribuire a superare i divari tra i territori del nostro Paese.
Vorrei ringraziare Poste Italiane per avere mantenuto l’impegno di conservare gli uffici postali che, in un piccolo centro, sono – lo sappiamo bene tutti – insieme al campanile, alla piazza del municipio, al medico di base, gli elementi di riferimento delle identità.
E questa scelta, non soltanto di colmare lacune che si erano create, ma anche di sollecitare la Pubblica Amministrazione nel suo complesso – come ricordava il Ministro della funzione pubblica – è una scelta di cui vorrei ancora una volta sottolineare il valore, poc’anzi ben messo in luce dal Ministro Giorgetti.
È la determinazione che dimostra anche la possibilità di non seguire la deriva della riduzione dei servizi ai cittadini ma, al contrario, di comprendere come la permanenza di questi servizi offre possibilità di ulteriore crescita sociale ed economica al nostro Paese.
Concludo questo mio breve saluto con un piccolo ricordo. Molti forse avranno visto quel film presentato a Venezia pochi anni fa “Le notti bianche del postino” di Konchalovskiy: un postino che, recando ogni giorno, con il suo servizio, la posta in un piccolo centro in mezzo a un lago, sotto il Circolo Polare Artico, garantisce il suo collegamento con il mondo.
Questa epopea si è conclusa nel nostro Paese. Il mondo è cambiato. Ma la vocazione di Poste Italiane – tenere connessa l’Italia – si conferma.
Grazie e auguri