MENTRE LA BASILICATA DIMENTICA SCOTELLARO, L’APT LO PORTA A MILANO
Il centenario dello scrittore e politico lucano
Mi ha molto colpito e mi ha fatto molto riflettere un post di Canio Sinisi, trentenne della destra potentina, che sulla sua bacheca fa “outing”. Niente di oscuro. Sinisi, con bella prosa e cuore in mano, confessa che non aveva mai letto Rocco Scotellaro, sia per pregiudizio ideologico, ma anche per insofferenza ai racconti contadini che riguardano i giovani della modernità. Ebbene Canio (bel nome lucano come Rocco) in una domenica di relax ha trovato i libri della biblioteca del padre “L’Uva puttanella”e “Contadini del Sud”, ed è sprofondato in una di quelle letture che ti assorbono totalmente leggendoli tutto di un fiato lasciandoti alla fine soddisfazione e buone meditazioni. Sinisi chiosa su queste letture immersive: “Mi sento di consigliarli a chiunque voglia comprendere il significato della parola Lucania e i problemi che la mia terra affronta da sempre…ma sono anche libri di speranza, l’impegno politico. C’è tanto di attuale per un ragazzo di 35 anni”. È il centenario della nascita di Rocco Scotellaro. Il prossimo 19 aprile. Fu eletto sindaco a 23 anni. Era il sindaco socialista dei contadini. Era molte cose. Ieri il Corriere della Sera lo ha giustamente celebrato con un bel paginone di Carlo Vulpio. Giornalista senza troppi peli sulla lingua e dalla mano libera che informa a latere del trattamento centrale, del percorso ad ostacoli delle celebrazioni di uno dei lucani più illustri di tutti i tempi. A quanto riferisce il Corsera, la Regione ha stanziato duecentomila euro affidando le celebrazioni all’Apt. Il calendario non è ancora pronto, il Comitato scientifico non è stato ancora composto. L’Apt ha fatto sapere che il calendario sarà presentato alla Bit di Milano il prossimo 12 febbraio. Si spera si facciano le cose per bene. Da Tricarico anche non arrivano buone notizie per le celebrazioni del suo cittadino più illustre. Il Comune è commissariato. Il Centro permanente di documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra” è chiuso per le solite liti di paese. Per fortuna, il deputato Enzo Amendola, che si dimostra essere buon rappresentante istituzionale della terra che lo ha eletto, ha presentato una risoluzione alla Commissione cultura della Camera per chiedere di valorizzare la ricorrenza del centenario. Mi auguro che i pochi deputati lucani che abbiamo a Montecitorio sostengano la proposta. Canio Sinisi nel suo post ha chiuso con un suo inciso di carattere personale. «Sempre e per sempre dalla stessa parte della storia mi troverete. Che non è quella che pensate». Canio Sinisi è di destra. È stato uno degli ideatori della candidatura di Mario Guarente a sindaco di Potenza. Mi viene da riflettere su come abbia sprecato questa occasione il primo cittadino risultando molto distante dal sindaco Rocco Scotellaro nella sua azione politica. Speravo e molti speravamo che ci fosse un ruggito di potenza con questa amministrazione Guarente. Purtroppo invece persa nelle solite quisquilie di autovelox e con irate reazioni di non voler rilasciare dichiarazioni alle testate scomode come quei ragazzini che un tempo dicevano “il pallone è mio e io in porta non vado”. Bobo Craxi, ieri, ha pubblicato la pagina del Corriere citando i versi de “La mia bella patria” e ricordando il poeta lucano e militante politico. Socialista. Non mancando di chiosare che fu vittima di giustizialismo ante litteram. E’ noto, infatti, che Rocco Scotellaro fu ingiustamente arrestato per una macchinazione dei potenti del suo paese, che mal sopportavano la sua politica, costringendolo al carcere a Matera, dove leggerà ai suoi compagni di galera “Il Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. È attuale Scotellaro. Per la malagiustizia e come esempio di buona politica. Lo rileviamo nelle t-shirt che indossano i giovani, nei lavori audiovisivi dei giovani registi lucani, in questa scoperta non ideologica di una patria estesa e meridionale. Non riduciamolo a santino malinconico e patetico di un tempo perduto. Scotellaro va riscoperto nella sua polemica attuale con il tempo presente, come “atout” di un movimento che nella Basilicata di oggi ha molto bisogno per andare oltre il giardino dei simboli partitici ridotti a gusci vuoti per le esigenze. Se osserviamo molto ceto politico odierno, per fortuna non tutto, il paragone è imbarazzante con i tempi di Scotellaro. Pensate al consigliere regionale Giorgietti, eletto nei Cinque stelle, azzoppato da questioni amministrative, e che rientrato consigliere passa dal lato governativo non spiegando ai suoi elettori o al dibattito pubblico le ragioni della sua scelta. Oppure Carlo Trerotola, candidato sfidante di Bardi per la sinistra, che una volta eletto si è immerso in una palude in cui si alza ogni tanto la mano. E che dire dei fratelli Cicala che spostano le loro appartenenze in Regione e al Comune solo per opportunismo personale. Le epoche cambiano, gli uomini e le donne anche, ma gli esempi del passato rimangono. Confrontarsi seriamente su Rocco Scotellaro, la sua poetica e la sua politica, potrebbe essere molto utile al tempo difficile della Basilicata dei giorni nostri. Pensiamoci. E celebriamo degnamente il centenario della nascita di un grande lucano.
Di Paride Leporace