“LUCANIA FELIX”, 8 CONDANNE
Clan Martorano-Stefanutti, 2 assoluzioni: Della Luna e il genero di Grande Aracri, Romano. Non solo traffico di droga, inflitte pene per 69 anni e mezzo di carcere
Assoluzioni 2, condanne 8: è questo il primo verdetto dell’inchiesta “Lucania Fe- lix” sugli affari del gruppo criminale capeggiato, per la Procura del capoluogo, dal duo Stefanutti-Martorano, e sugli interessi economici, oltre a quelli collegate alle attività illecite del traffico di stupefacenti, e sulle proiezioni del clan nel tessuto produttivo e nel mondo commerciale-imprenditoriale, anche attraverso condotte estorsive, tese ad imporre un rapporto di forza sul territorio. Scandagliata tutta una serie di attività eterogenea, ma unicamente finalizzata e servente rispetto al funzionamento, al finanziamento e alla espansione del gruppo criminale. Il Tribunale di Potenza ha emesso la sentenza per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena.
GLI ASSOLTI
I due assolti sono, con la formula «perchè il fatto non sussiste», l’ex sindacalista della Uiltucs Rocco Della Luna che era stato accusato di far leva sulla rappresentanza sindacale per procurare «vantaggi ingiusti agli affiliati», nonché ad assicurare la gestione delle maestranze e delle vertenze sindacali della società “Kuadra srl” di Napoli, ex titolare degli appalti per le pulizie e non solo dell’Ospedale “San Carlo” di Potenza, e con la formula «per non aver commesso il fatto», Salvatore Francesco Romano. Nome di spicco dell’inchiesta poichè genero di Ernesto Grande Aracri, avendo sposato la figlia Marica, dalla quale ha avuto una bambina. Ai due, Romano e genero, veniva contestato di essere gli organizzatori ed i mandanti di una tentata estorsione ai danni della società “Salvaguardia Ambientale SpA” di Crotone, che, sempre al San Carlo, svolgeva il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali ospedalieri.
LE CONDANNE
Le condanne, invece, hanno interessato Carlo Troia, indicato dal figlio di Dorino Stefanutti tra gli «affiliati a totale disposizione», (12 anni e 8 mesi di carcere), Antonio Masotti (6 anni e 8 mesi), Rocco Basta (8 anni), Luigi Cancellara ( 9 anni) e Lodovico Pangrazio (9 anni), per i quali è stata riconosciuta anche l’aggravante del metodo mafioso. Cancellara, Basta e Pangrazio sono accumunati dalla stessa accusa: quella di aver partecipato, a vario titolo e come esterni all’associazione, al gesto intimidatorio consumato ai danni dell’imprenditore Alfredo Cruoglio in relazione alla contesa giudiziaria relativa ad un credito per complessi- vi 900mila euro. Nella spedizione punitiva, secondo la ricostruzione degli inquirenti che si sono avvalsi anche dell’acquisizione delle immagini registrate dalle telecamere installate presso la sede di una società poco distante dal luogo, Renato Martorano esplose, «di suo pugno», quattro colpi di arma da fuoco all’indirizzo dell’abitazione di Cruoglio. Avrebbe agevolato il clan Martorano-Stefanutti anche Nicola Sarli (12 anni) che da« affiliato con riti e cariche riconosciute dalla ‘ndrangheta calabrese, nonchè autore egli stesso di “battesimi” in favore di soggetti lucani», per l’accusa, si occupava principalmente del traffico e spaccio delle sostanze stupefacenti. Gli altri condannati sono, il «barista» Umberto Lo Piano (5 anni a 11 mesi) e Michele Sarli (6 anni e 3 mesi), per i quali è stata prevista un’equivalenza tra attenuanti generiche e un’aggravante prevista dal testo unico sugli stupefacenti. In totale, inflitte pene per 69 anni e mezzo di carcere. A tutti i condannati sono state applicate le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale durante l’esecuzione della pena.