TARANTO, I VOLTI DELLA SETTIMANA SANTA DEL SUD
Facies Passionis è un percorso tra statue e volti sacri come testimonianza di una storia, di un vissuto, di una cultura
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Ha l’ambizione di raccontare il grande momento di fede di comunità, la Settimana Santa, un rito religioso ma anche attrattivo per i non credenti. E’ alla sua quarta edizione “Facies Passionis – I volti della passione”, un progetto dell’Arciconfraternita del Carmine di Taranto. L’omonima parrocchia è punto focale , della provincia Jonica, dei Riti della Settimana Santa. L’obiettivo del progetto è quello di diffondere e divulgare la storia, l’appartenenza, la tradizione, la fede e la pietà popolare che i territori del mezzogiorno d’Italia esprimono: dalla Puglia alla Basilicata, Calabria e Sicilia.
Le statue o i complessi statuari, saranno quattordici, realizzate prevalentemente in cartapesta.
L’esposizione “Facies Passionis” prenderà il via mercoledì, 8 febbraio, dal foyer del Teatro comunale Orfeo e subito dopo sarà inaugurata nella Chiesa del Carmine con il taglio del nastro fatto dall’Arcivescovo di Taranto, Mons. Filippo Santoro, alla presenza delle autorità civili e militari di Taranto, dei rappresentanti istituzionali, degli esponenti delle Confraternite e comunità partecipanti.
Il percorso itinerante permetterà ai visitatori di ammirare:
• Gesù nell’Orto del Getsemani, affidato al Ceto degli Ortolani di Trapani nel 1620, custodito nella Chiesa di Anime Sante del Purgatorio di Trapani e realizzato dall’artista Baldassarre Pisciotta;
• Il Bacio di Giuda, della famiglia Bellizzi di Loseto (Bari), di autore ignoto;
• l’Ecce Homo della Confraternita Opera Pia del Rosario di Valenzano (Bari), custodito nella Chiesa Madonna di Pompei e realizzato a fine 1800 dall’artista Nicola Depandis;
• La Condanna, della famiglia Abbinante di Valenzano (Bari), realizzata nel 2006 dall’artista Santino Merico;
• Cristo porta croce, dell’Arciconfraternita del Rosario di Torremaggiore (Foggia), custodito nella Cappella gentilizia di Sant’Anna e realizzato nel 1928 dall’artista Pasquale Errico;
• Incontro con la Veronica, statua che arriva da Montescaglioso (Matera), Chiesa dell’Immacolata, Rettoria della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, realizzata dall’artista G. Malecore nel 1917;
• Gesù spogliato dalle vesti, della famiglia Burdi-Palladino di Ceglie Del Campo (Bari), datazione presunta tra il 1915 e il 1925, realizzato dall’artista Francesco Giancane di Lecce;
• Gesù Morto, custodito nella Chiesa di Sant’Agostino di Montescaglioso (Matera), proprietà della parrocchia Santi Pietro e Paolo, realizzato nel 1920 dall’artista leccese Giuseppe Manzo;
• Maria Santissima Addolorata, della Confraternita Maria Santissima Immacolata di Supersano (Lecce), custodita nell’omonima Chiesa e realizzata agli inizi del ventesimo secolo, autore ignoto ma presumibilmente della scuola dell’artista salentino Manzo;
• La Pietà, della Confraternita del Carmine e Purgatorio di Mottola (Taranto), realizzata dai fratelli Gallucci nel 1985;
• Gesù deposto e trasportato al sepolcro, che arriva da Corigliano (Cosenza), di proprietà della Congrega Maria Santissima dei Sette Dolori, opera dell’artista Luigi Guacci e acquistata nel 1942;
• Il ritorno dal calvario, della Confraternita Maria Santissima di Francavilla Fontana (Brindisi), realizzato dall’artista Luigi Guacci nel 1905;
La fede come punto di riferimento e protagonista non solo dell’anima ma anche della promozione cultura, della città dei due mari.
L’intera organizzazione è stata curata dall’Arciconfraternita del Carmine, con l’importante supporto dell’Arcidiocesi di Taranto, del Comune di Taranto, di Taranto Capitale di mare e della Banca di Credito Cooperativo di San Marzano.
L’ingresso è libero e gratuito