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PD, QUALE FUTURO PER LA SINISTRA?

Oltre il Giardino – Confronto aperto tra Lettieri alla 1a uscita da segretario in pectore, Rutigliano e Zampino

Si è parlato del futuro della sinistra e del Partito Democratico nella puntata andata in onda ieri su Cronache 76 ad “Oltre il Giardino” condotto da Paride Leporace, ospiti il prossimo segretario unitario Giovanni Lettieri, il segretario dei Giovani Democratici Marco Zampino e il segretario regionale di Articolo 1 Carlo Rutigliano.

IL POLITICHESE DELLA NOIA

Se qualcuno vuole avere idea precisa della crisi di idee e di consenso del Partito Democratico in Italia e in Basilicata deve vedere e rivedere la trasmissione di ieri. Il gioco della prudenza e del politichese, delle frasi fatte e delle ripetute di buonsenso e di politicamente corretto che da anni caratterizzano la sinistra italiana sono state grandi protagoniste della prima parte del dibattito anche se, dobbiamo essere onesti, qualche spiraglio di novità nelle parole di Giovanni Lettieri si inizia ad intravedere. L’inizio dell’intervento del segretario in pectore Giovanni Lettieri non brilla di grande effervescenza e si ripiega nel consueto ritornello delle frasi fatte “ascolto dei territori”, “giovani protagonisti”, “ascolto della società civile e di chi non fa politica” concetti che potrebbero appartenere a qualsiasi candidato di qualsiasi corrente in qualsiasi posto e in qualsiasi tempo. Un ripetersi stantio della ritualità della politica che poco affascina l’uditore e poco trascina l’elettore e che di solito viene usato da qualsiasi oratore con poca maestria per riempire il vuoto delle idee. Ci auguriamo che sia solo l’emozione dell’esordio e la necessità di chiudere la fase di transizione senza inimicarsi nessuno dei maggiorenti che lo spinga a questa prudenza ai limiti della stagnazione, ce lo auguriamo di tutto cuore per il bene della politica. Ancora più in noioso politichese l’intervento di Marco Zampino, dai giovani ci si aspetterebbe una prova di forza, un’azione determinante, un decisionismo dirompente. Nulla di tutto ciò traspare anche da lontano dalle parole del giovane leader di quella che fu la sinistra giovanile. Marco Zampino si lamenta dell’esclusione di una componente giovanile nella segreteria regionale, parla di un congresso meramente burocratico senza idee. Ci si aspetterebbe che, contro questa situazione, i Giovani Dem si preparassero ad una mozione contraria, ad un’azione di rottura evidente. Il massimo della protesta che riescono a concepire è quella di non partecipare all’assemblea per protesta pur riconoscendosi nel segretario che sarà letto unanimemente. Un’aporia di logica politica che vede l’unanime riconoscimento di un segretario ma la non partecipazione al voto perché non si condivide né il metodo né l’approccio né la spartizione delle cariche. “Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e con gli oppressi, non c’è più scampo per un vecchio ordine”, diceva Enrico Berlinguer. Una lezione, evidentemente non imparata da Zampino che nella stagione del cambiamento decide di mettersi alla finestra.

ODIO GLI INDIFFERENTI

Ciò su cui il segretario dei Giovani Democratici si supera, però, è il non schierarsi nel congresso. “Sono stato eletto all’unanimità (l’unanimismo deve essere una prassi consolidata nei Dem di Basilicata a tutti i livelli), con me ci sono persone che voteranno per ciascuna delle candidature. Io non mi schiero” questo il senso dell’intervento del segretario regionale che ha curato con la stessa passione la campagna elettorale nazionale del Pd. “L’indifferenza è il peso morto della storia” scriveva Antonio Gramsci. La posizione del fondatore del Pci, evidentemente, non è condivisa dal leader dei giovani Dem che preferisce mettersi fuori anche da ogni discussione di politica nazionale per evitare qualsiasi conflitto. Più coraggioso Lettieri che, invece, qui esce dal politichese e dai tatticismi. Anche se sarà eletto all’unanimità ha la forza e il coraggio di dire che ha anche una visione nazionale, lui sosterrà Bonaccini. Se Angelo Summa ha impostato la sua relazione di addio alla segreteria regionale della Cgil. Il dicendo che la Basilicata è in mezzo tra il non più e il non ancora, questa situazione può essere tranquillamente attribuita anche al Partito Democratico e alla nascente segreteria Lettieri. Quando ripete le frasi fatte della politica sembra ripercorrere tutto ciò che di vecchio c’è stato in politica. Un’immagine assolutamente nuova rispetto alla palude che ha ucciso il Partito Democratico riesce a veicolarla quando cambia registro e parla dei problemi reali e di un modo non salottiero di affrontare la politica. Nello spiegare il motivo della sua relazione politica con Bonaccini racconta della raccolta di fondi fatta a beneficio dell’Emilia- Romagna e, nel descriverla, usa una parola che a sinistra non si sente da anni ma che è stata l’essenza stessa della sinistra italiana. Lettieri dice che i soldi sono stati raccolti dalla “Sezione di Picerno”. Sezione è una parola che sa di antico e di radicamento. Ed in questo concetto di radicamento che l’idea di coinvolgere gli amministratori locali e i territori esce dalla retorica e diventa vera ed autentica. Dice una cosa di sinistra Lettieri quando dice che la Basilicata non può avere nella Sanità gli stessi parametri numerici che si applicano in altre Regioni e che si devono ottenere deroghe. Può piacere o meno questa posizione ma la sinistra è da concetti così che deve ripartire. Se Rutigliano parla della carta dei valori del PD, di una sinistra astratta che vive nel mondo delle idee e si diffonde nei salotti, Giovanni Lettieri parla della politica autentica. Di quella politica che viene dal radicamento e si diffonde nelle proposte concrete, sa di sezioni e di campagne elettorali fatte casa per casa.

QUALE VERSIONE PREVARRÀ?

Paride Leporace, da grande giornalista qual è, è riuscito a fare emergere le due anime del Pd che coesistono nella segreteria Lettieri. Da una parte quella che usa il vecchio metodo del politichese, dall’altra il giovane amministratore cresciuto nella sezione “Enrico Berlinguer” di Picerno e nutritosi della politica a contatto con la gente. Se il sindaco di Picerno riuscirà a far emergere questa seconda forza, travolgendo e chiudendo in un cassetto le tendenze più conservative e reazionarie del suo Partito che si ispirano al politicamente corretto e allo stanco ripetersi di formulette da Prima Repubblica riuscirà ad essere veramente il motore di una resurrezione del Pd. Prima lo capirà e avrà la forza di farlo, prima la democrazia in Basilicata tornerà ad esistere compiutamente con un polo alternativo al Centrodestra che non faccia solo da sparring partner. I vecchi baroni del Partito faranno di tutto per tenerlo legato, dalla forza che avrà per liberarsi dei tutori dipenderà il futuro della sinistra in Basilicata. Noi gli auguriamo di farcela.

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