ORGANIZZATA NUOVA PROTESTA DI RMI E TIS
Si ritroveranno in Regione: «Per noi una settimana è lunga due mesi. Abbiamo bisogno di pace e di serenità»
Sul finire del mese di gennaio i lavoratori ed ex lavoratori dei progetti RMI- Reddito minimo di inserimento e TIS- Tirocinio di inclusione sociale, si erano dati appuntamento in Via Anzio, dinanzi al Palazzo della Regione, per riportare il Presidente Bardi in primis, le loro rimostranze e l’insoddisfazione per le questioni rimaste irrisolte.
Ora, con un manifesto che riporta la dicitura “Il giorno in cui la gente conoscerà il significato di questa immagine, finirà la festa. Esserci è un tuo dovere per chiedere ciò che è un tuo diritto”, si danno ancora una volta appuntamento presso la Regione per un nuovo sit-in.
Il Coordinamento USB lavoratori Tis e Rmi ed il Coordinamento CUB lavoratori Tis e Rmi a seguito della riunione in assemblea della platea dei lavoratori lucani, hanno deciso di tornare a manifestare mercoledì 8 febbraio. I lavoratori partiranno alle ore 09:00 in corteo da via del Gallitello (Biblioteca nazionale) per giungere sotto il Palazzo della Presidenza della Regione Basilicata.
Le ragioni della protesta sono note, «dall’annullamento dell’autocertificazione imposta ai lavoratori all’avvio di un serio percorso che porti questi lavoratori ad essere regolarizzati negli Enti in cui prestano il loro servizio da decenni. Tra le tante situazioni che spingono i lavoratori a dare un’ulteriore accelerata alla lotta vi è anche una nota dell’ Arlab con oggetto ” accompagnamento alla fuoriuscita della platea Tis e Rmi”, la quale riporta una data di scadenza che preannuncia il passaggio dall’attuale progetto ad una nuova fase. Di questa nuova fase non si sa nulla se non la data di inizio, il primo Aprile 2023».
E così entrano nei dettagli: «Presumibilmente l’Arlab fa riferimento ad indicazioni arrivate direttamente dall’assessorato diretto da Galella, il quale, portando avanti la sua personale battaglia per lo smantellamento dei Tis e Rmi, vorrebbe spostare questi lavoratori in cooperative, senza alcuna garanzia occupazionale. Per queste ragioni l’appuntamento dell’8 febbraio diventa fondamentale per riaprire la discussione avviata direttamente con Bardi, nonché a ricordare al presidente della Regione gli impegni presi formalmente, impegnati che non può ritrattare come se si fosse trattato di uno scherzo».
Non è tutto, nella stessa giornata verrà indetta un’assemblea e «in quella occasione verranno decise le prossime azioni di lotta da mettere in campo qualora Bardi continui a non rispettare gli impegni presi. Un appello alla massima partecipazione è rivolto ai lavoratori Tis e Rmi, solo tramite il loro diretto intervento nella lotta si possono raggiungere gli obiettivi prefissati».
I lavoratori del Progetto aggiungono: «È lavoro a nero autorizzato dal Governo, lavoriamo per 550.00 euro al mese senza un minimo di riconoscimento contrattuale, niente ferie, niente malattia, niente contributi, però abbiamo mansioni e funzioni di un lavoratore assunto. La colpa non è dei sindaci, assolutamente, le proteste vanno a questo Governo regionale. Sono anni che stiamo in questa situazione e invitiamo a conoscere da vicino le problematiche delle famiglie: c’è gente che ha chiesto 20euro in prestito per affrontare il viaggio e presidiare sotto la Regione, ci sono ragazzi laureati, come un beneficiario di questo progetto dal 2017, prima usato come spazzino poi come facchino e tutto questo per non lasciare questa terra. Per noi una settimana è lunga due mesi. Abbiamo bisogno di un po’ di pace e di serenità».
Emanuela Calabrese