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AL VIA LA “GIORNATA NAZIONALE CONTRO IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO”

La criminologa Myriam Russo: «Sono fenomeni in dilagante crescita che interessano, a livelli di percentuale, anche il territorio lucano»

Intercorre oggi la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo su iniziativa del Miur. Lo scopo è quello di comprendere questi fenomeni sempre più dilaganti e tossici – soprattutto a danno delle generazioni più vulnerabili – e dunque anche per fornire gli strumenti e le conoscenze adeguate per intervenire e prevenirli. Tante le iniziative nelle scuole italiane, dove gli studenti hanno indossato il braccialetto con un Nodo Blu come simbolo della loro lotta nazionale. È stato un dovere per noi confrontarci con esperti del settore e chiedere loro quanto c’è da sapere su questi fenomeni. La criminologa e sociologa, dottoressa Myriam Russo, ci ha spiegato che «il Bullismo è una relazione di abuso di potere in cui avvengono atteggiamenti di prepotenza, perseguiti in maniera costante a danni della vittima. Il Cyberbullismo – prosegue – è invece un’evoluzione del bullismo, che opera con atti persecutori sulle piattaforme online, utilizzando dispositivi elettronici. Il Cyberbullismo è un termine che è stato coniato negli anni 2000 per dare il nome ad un fenomeno che, assieme ai social network, è in rapida crescita». I dati ci restituiscono un’incidenza maggiore del fenomeno proprio durante gli anni pandemici. Secondo recenti indagini nazionali emerge che «il 54% dei minori ha subito atti di bullismo nel 2022, contro il 23% del 2020. Dati allarmanti che evidenziano come questi fenomeni si espandono velocemente – sottolinea la Criminologa Russo – ma, concentrandoci sulla Basilicata, il 65% degli studenti tra i 10 e i 14 anni ha subito atti di bullismo a scuola (secondo un’indagine del 2021-2022 condotta dal Garante dell’infanzia e dell’adolescenza) mentre gli studenti tra i 14 e i 18 anni sono il 30%. Questi i dati che l’indagine ci restituisce all’interno delle scuole, ma i fenomeni persistono anche fuori». Dati significativi che ci fanno comprendere di come questi fenomeni siano ormai radicati in tutte le realtà, dalle più grandi a quelle più piccole. «I danni che questi fenomeni causano nelle vittime sono notevoli. La vittima viene danneggiata non solo a carattere sociale (preferendo isolarsi o rifugiarsi nella sua confort-zone) ma anche a livello fisico e psicologico – prosegue la dottoressa Russo – ansia costante, attacchi di panico, perdita del sonno, depressione, mancata accettazione del sé sono solo alcuni danni psicologici che la vittima affronta. In Basilicata il 22% delle vittime soffre di questi disturbi, che inevitabilmente si riversano anche sul loro profitto scolastico. Il Cyberbullismo, in tal senso, è più insidioso, perché permette al persecutore di celarsi dietro l’anonimato. Ciò genera nella vittima un senso oppressivo di ansia e panico, con l’incapacità di vedere una via d’uscita dall’atto persecutorio. Questo porta la vittima a perdere di lucidità e a recepire, come unica via d’uscita, il suicidio». Tanti sono i fatti di cronaca che ci raccontano di morti inspiegabili tra adolescenti, per poi far emergere indizi che convergono verso la medesima direzione: le vittime erano perseguitate da Bulli e Cyberbulli. È fondamentale sottolineare quindi che molti giovani tendono a sottovalutare questi reati, considerandoli spesso come scherzi goliardici. La scuola, le istituzioni, la famiglia e la Comunità educante tutta non deve mai abbassare la guardia e assolversi dalla propria funzione educatrice. Le pene oggi sono severe «per gli atti di bullismo fisico ci si può avvalere dell’articolo 581 c.p. legato ai reati di percosse e lesioni personali. Nel 2017 è stata introdotta una nuova legge, la n. 71, che riguardante anche il Cyberbullismo prevede l’oscuramento dei siti internet all’interno dei quali è avvenuta una vessazione ai danni dell’altrui persona, il reclamo al Garante per la privacy e l’ammonimento del Questore (nel caso in cui il Cyberbullismo costituisca anche reato). Mi preme ricordare ai giovani che dai 14 anni di età si diventa penalmente perseguibili dalla legge» conclude la Sociologa Russo. Nell’indagine condotta in Basilicata e raccolta nel libro “Social, giovani e pandemia” su un campione di 10.748 unità (questionari compilati dagli studenti delle scuole) emerge in territorio Lucano la stessa percentuale nazionale (i cui dati sono stati sopra elencati).

Di Anna Tammariello

 

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