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I RADICAL CHIC E IL NO AL 41 BIS

Inspiegabile commento social della Blasi: «Smettetela, questa non è informazione». La news di Cronache sulla vita carceraria di Messina Denaro fa saltare i nervi alla consigliera comunale di Potenza

Di Massimo Dellapenna

La crisi ideale e politica della sinistra italiana emerge dove non te l’aspetti o, forse, dovremmo imparare ad aspettarci che possa emergere da qualsiasi lato ad evidenziare una distanza siderale che esiste tra la Nazione reale e le classi dirigenti di sinistra, a rimarcare il distacco sussistente ed evidente tra ciò che la sinistra nelle istituzioni e nei partiti percepisce come prioritario e ciò che, invece, è prioritario nei Partiti. E, così, questa volta la marginalità della sinistra italiana e il suo distacco dalla realtà emerge casualmente sotto un post di Cronache Social o, meglio nel commento che un Consigliere Comunale di Potenza fa ad una notizia riportata da CronacheTv e dalla nostra pagina facebook.

L’AQUILA, IL BOSS IN CARCERE TRA TV E CAFFÈ

Il nostro inviato da l’Aquila – CronacheTV trasmette oltre che in Puglia e Basilicata anche in Abruzzo, Molise, Lazio e Campania – ha descritto la vita che il capo mafia conduce in carcere dopo trent’anni di latitanza. Matteo Messina Denaro, infatti, è un detenuto modello, continuamente monitorato dai medici per il suo precario stato di salute, curato regolarmente vede la televisione e rispetta le regole carcerarie. Questo il senso della notizia che noi abbiamo ritenuto importante. Si parla, infatti, del più importante detenuto del sistema carcerario italiano e dell’ultimo boss stragista in vita e custodito nella patrie galere.

SMETTETELA QUESTA NON È INFORMAZIONE

Sotto questo post il primo commento è di Angela Blasi. La rossa consigliera comunale di minoranza del Comune di Potenza, eletta con Bianca Andretta e componente del Gruppo Consiliare “Insieme per Bianca” ci chiede di smetterla di dare queste notizie, ritenendo che questa non sia informazione. Un’opinione legittima la sua. Certo non è carino che un esponente politico inviti un giornale a non pubblicare una notizia, potrebbe sembrare una sorta di censura morale ma noi siamo convinti che la rossa consigliera non volesse censurare proprio un bel niente e che quello “smettetela” fosse una parola sfuggita nell’enfasi del commento. Certo è che, censoria o meno che fosse, evidenzia il distacco tra la realtà e la propaganda. Quella che per lei non è una notizia, infatti, ha ricevuto svariati commenti da parte di tantissimi comuni cittadini che compongono quella maggioranza silenziosa che si indigna per il regime carcerario che ritiene (a torto o a ragione) di favore verso quello che è stato un pericoloso criminale.

IL CASO COSPITO E IL 42 BIS, LA RIEDUCAZIONE DEL CONDANNATO

Un distacco dalla realtà che colpisce tutta la sinistra italiana anche sul tema della Giustizia e della detenzione carceraria. Di qualche giorno fa è la bagarre politica sulla visita che alcuni parlamentari del Pd hanno fatto ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41bis che ha iniziato uno sciopero della fame per fare abrogare la misura. In seguito ad uno sciopero della fame Cospito fu graziato già nel 1991 dal Presidente Cossiga. Una volta graziato utilizzò la libertà per mettere a segno attentati dinamitardi e la gambizzazione del dirigente di Ansaldo Roberto Adinolfi. Al processo il terrorista si assunse tutta la responsabilità della vicenda dichiarando «in una splendida mattina di maggio ho agito ed in quelle poche ore ho goduto a pieno della vita. Per una volta mi sono lasciato alle spalle paura e autogiustificazioni e ho sfidato l’ignoto. In un’Europa costellata di centrali nucleari, uno dei maggiori responsabili del disastro nucleare che verrà è caduto ai miei piedi». E, così, mentre la Nazione reale si stringe in un unico abbraccio per la reclusione di Matteo Messina Denaro in regime detentivo del 41bis i deputati del Pd decidono di incontrare il terrorista che ne chiede l’abrogazione. Nulla di illegale per carità. Il diritto di entrare nelle carceri per svolgere attività ispettiva è una prerogativa dei parlamentari, decidere di farlo per incontrare un terrorista che protesta per chiedere l’abrogazione del carcere duro per i mafiosi è una scelta. Una scelta legittima ma anni luce distante dai sentimenti degli italiani, assolutamente contrari all’abrogazione del regime carcerario duro per terroristi e mafiosi.

UNA DISTANZA SIDERALE DA COLMARE

Sia chiaro noi non stiamo dicendo che Angela Blasi voglia l’abrogazione del 41bis è che solidarizzi con Cospito, non conosciamo le sue opinioni in merito. Quello che ci preme evidenziare è che quello che l’esponente della sinistra potentina ritiene una “non notizia” viene ritenuta degna di commento da tanti cittadini normali. Quei cittadini che ormai da anni non votano più una sinistra lontana dalla realtà e dai bisogni e desideri delle persone in carne ed ossa.

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