FOIBE: CON TISCI, BORTOLUZZI E TELESCA CRONACHE TV RICORDA
Politica, istituzioni e mondo civile: gli interventi
“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero”. è questo il contenuto della Legge 92 del 2004 anche nota come Legge Menia che istituisce la giornata del Ricordo. Cronache TV su Canale 76 ha voluto partecipare alla commemorazione organizzando una puntata speciale di “Oltre il Giardino” che è andata in onda ieri alle 22.00. Nella trasmissione, condotta da Paride Leporace oltre ad Antonio Tisci, Ilaria Telesca di Terra Mia, in collegamento da Padova, Mario Bortoluzzi.
PERCHE’ IN ITALIA NON DIMENTICHIAMO QUANTO HA SOFFERTO IL POPOLO ISTRIANO
Mario Bortoluzzi, padovano, storico militante della destra veneta è anche il cantante de “La compagnia dell’Anello”, gruppo storico della musica alternativa che ha inciso un album dedicato alla tragedia delle foibe istriano-dalmate e all’esodo degli italiani dell’altra sponda dell’Adriatico. “La tragedia degli italiani d’Istria, di Dalmazia e di Fiume inizia nel 1861 quando la Corona d’Austria, colpita in Italia dal Risorgimento, decise di iniziare a cancellare ogni traccia di italianità dai territori di frontiera, favorendo la germanizzazione dell’Alto Adige e la slavizzazione dell’Istria” ha detto Mario Bortoluzzi nel suo intervento ricordando che per anni in Italia non si è parlato di Foibe e del dramma istriano. Solo la destra in Italia ha ricordato la tragedia negli anni in cui non se ne doveva parlare, in cui era meglio dimenticare quello che era accaduto.
LE COLPE DEL PCI, DELLA CGIL E DELLA SINISTRA ITALIANA
Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Tisci, esponente di Fratelli d’Italia e consigliere d’amministrazione della fondazione Alleanza Nazionale che ha ricordato che “quando frequentavo il Liceo delle foibe non c’era traccia nei libri di scuola, con il Fronte della Gioventù e con Azione Giovani abbiamo fatto a più livelli campagne di informazione e di denuncia delle pagine di storia strappate”. L’Unità del 30 Novembre 1946, davanti all’arrivo degli italiani profughi dall’Istria scriveva che “non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori” mentre la CGIL invitava gli operai della stazione di Bologna a scioperare per evitare di dare il latte ai bambini che, trasportati sui vagoni ferroviari, fuggivano dal- l’Istria e dalla Dalmazia occupate dalle truppe titine. Ma le responsabilità della memoria cancellata, ha ricordato Tisci, non sono soltanto del PCI ma anche di quei partiti filo occidentali, DC in primis, che avevano bisogno di far sentire la propria vicinanza a Tito che aveva rotto il suo rapporto con Stalin. Ancora oggi ci sono storici che negano le foibe, altri che le giustificano ma, secondo Tisci, la differenza tra un soldato e un criminale comune è che il soldato combatte durante la guerra e fino a quando la guerra è in corso, combatte contro altri soldati mentre chi agisce uccidendo donne, bambini, sacerdoti disarmati fuori da ogni esigenza bellica, magari a guerra finita è soltanto un criminale.
GLI INFOIBATI LUCANI
Non solo istriani e dalmati trovarono la morte nelle foibe, tra di loro anche tanti lucani ed è di loro che ha parlato Ilaria Telesca di Terra mia. Terra Mia, insieme a Gioventù Nazionale, ha fatto una ricerca e ha trovato cittadini di Potenza, Matera, Grottole, Muro Lucano, Bella, Picerno, Avigliano e tanti altri Comuni lucani che si trovavano in Istria e Dalmazia per lavoro, tra di loro militari ma anche semplici dipendenti statali o commercianti, uccisi perché italiani. Gioventù Nazionale e Terra Mia, ha evidenziato Ilaria Telesca, stanno andando in tutti i Comuni della Basilicata a deporre una corona sul monumento ai caduti in ricordo dei lucani morti nelle foibe, un’iniziativa che durerà tutto il mese di febbraio. A Grottole è stata la prima tappa, alla presenza del sindaco e dell’amministrazione comunale. La speranza è che tutti i sindaci e tutte le amministrazioni comunali partecipino alle iniziative, che nessuno si tiri indietro nascondendosi dietro paure o visioni ideologiche fuori dalla storia. La giornata del ricordo è una data che riguarda tutti gli italiani, è istituita con Legge dello Stato e dovrebbe essere patrimonio condiviso di tutta la Nazione e di tutte le istituzioni. Cronache TV ha rotto il silenzio dell’informazione regionale sul tema delle foibe, un muro ancora troppo difficile da abbattere.
Di Massimo Dellapenna