VAL SARMENTO, FINE DELLA COMUNITÀ MONTANA
Basilicata, dopo 10 anni liquidazione finita: firmato decreto di estinzione
Oltre un decennio dopo la formale soppressione su carta di tutte le 14 Comunità Montane lucane, estinzione ufficialmente dichiarata per quella denominata “Val Sarmento”. Ha atteso non poco il presidente della Giunta regionale Vito Bardi ad apporre la firma in calce ai titoli di coda della gestione liquidatoria, ma alla fine ce l’ha fatta, non essendoci altra alternativa. Il liquidatore Antonio Amatucci, nominato nel marzo di 2 anni fa dalla Giunta regionale quale Commissario per la liquidazione delle Comunità Montane Vulture, Camastra Alto Sauro, Alto Sinni, Collina Materana e Val Sarmento, aveva firmato e inoltrato la proposta di estinzione della Val Sarmento nel settembre del 2021. Un anno in più, un anno in meno, il tempo è trascorso, seppur senza apparente motivazione. Di previsioni ottimistiche sulle Comunità Montane, che rappresentavano una sorta di piccoli regni politici buoni per i ristori istituzionali, con tanto di Consiglio, Giunta, Presidente e dipendenti, dalla loro istituzione sino alla fine decretata via cartacea se ne sono sprecate. Nella relativa legge regionale del dicembre del 2010 che le ha soppresse, per esempio, si prevedeva che i decreti di estinzione sarebbero stati adottati entro il 31 dicembre del 2011. Anche se, veniva precisato che a far data dal 1° settembre 2012 ai Commissari Liquidatori delle ex Comunità Montane di Basilicata «non spetta alcun compenso». Nel corso degli anni, interventi normativi e “correttivi”, come le proroghe e il fatto che «il compenso onnicomprensivo è definito dalla Giunta regionale ed è parametrato alla retribuzione prevista per un dirigente regionale titolare di Ufficio di grado C». Per la cronaca, nel marzo del 2021, la Giunta nominò anche Giuseppe Galante quale Commissario per la liquidazione delle Comunità Montane Alto Agri e Medio Agri, e Giuseppe Naccarati quale Commissario per la liquidazione delle Comunità Montane Alto Basento, Marmo Platano, Melandro, Basso Sinni e Medio Basento. Tornando alla Val Sarmento, non c’era davvero più nulla da fare. Nessun contenzioso legale aperto e, per fare un elenco esemplificativo e non esaustivo, la proprietà dell’immobile “Stato di Noia ex Palazzo Vitelli” era stata trasferita al Comune di Noepoli, la strada “Casa del Conte-Catusa” al Comune di Terra- nova di Pollino, le quote, pari allo 0,5 del capitale sociale della società Al.l.ba con sede in Lauria trasferite al Comune di Noepoli, utenze liquidate e dismesse, autoveicoli messi nella disponibilità della Regione e le attrezzature funzionali allo svolgimento delle attività in materia di forestazione, nominalmente 55 tra decespugliatori, motoseghe e soffiatori, al Consorzio di Bonifica, via Regione. La vera “grana, ma con accordo già raggiunto e sottoscritto da tempo, era il riparto dei fondi giacenti in cassa tra i Comuni di Noepoli, Cersosimo, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese e Terranova di Pollino: risorse finanziarie disponibili ammontanti a circa 300mila euro. Nella tabella inviata a Bardi, il riparto netto: Noepoli (36mila e 197 euro), Cersosimo (50mila e 854 euro), San Costantino Albanese (59mila e 722 euro), San Paolo Albanese (50 mila e 221 euro), Terranova di Pollino (103mila euro). Il presidente della Regione Basilicata ha firmato: “Val Sarmento”, fine di una Comunità Montana lucana.