San Valentino è considerato a livello mondiale il giorno degli innamorati, con un’economia di enorme rilievo che si muove attorno alla festività. Le origini di questa festa sono assai antiche, certamente pagane, e affondano le radici in epoca romana. Dal 13 al 15 Febbraio infatti i Romani celebravano la festa dei Lupercali, che aveva la funzione di purificare l’uomo e benedire l’arrivo della nuova stagione fertile.

La festività veniva celebrata da sacerdoti chiamati “Luperci“, che officiavano completamente nudi eccezion fatta per le parti intime, coperte con la pelle degli animali sacrificati.

Queste pelli venivano utilizzate a strisce come una specie di innocua frusta, sbattuta in tutto il colle Palatino per favorire la fecondità della terra. Oltre alla terra venivano colpiti anche gli abitanti di Roma, in particolar modo le donne, che si offrivano volontarie alle scudisciate sperando in una rapida gravidanza.

Festeggiamenti sfrenati dunque in pieno contrasto con la visione cristiana dell’amore.

Per mettere fine a questa licenziosa pratica, quindi, si volle trovare un santo degli innamorati e il Pontefice  Gelasio I, scelse il vescovo Valentino, in onore della sua morte avvenuta il 14 febbraio 273, facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati, in quanto, in vita li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli.

La letteratura religiosa (e non storica) descrive il santo come guaritore degli epilettici e difensore delle storie d’amore. Specie quando queste sono infelici.