“LA GIUSTIZIA INCONTRA LA SCUOLA”
Un progetto di 5 anni: le classi vengono “adottate” da magistrati, forze dell’ordine o testimoni delle vittime
Le classi della Scuola secondaria di I grado di San Chirico Nuovo sono state impegnate, in un incontro on line, con Giovanni Ricci il figlio dell’appuntato dei Carabinieri, Domenico Ricci, autista dell’Onorevole Aldo Moro e vittima dell’agguato di via Fani del 16 Marzo 1978, da parte delle Brigate Rosse.
L’incontro è parte del progetto pluriennale della Fondazione Vittorio Occorsio, “La Giustizia incontra la Scuola”, volto a promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza attiva nelle scuole.
L’Istituto Comprensivo. F.Giannone di Oppido Lucano, con la Scuola secondaria di primo grado di San Chirico Nuovo, rappresenta la Basilicata all’interno di tale progetto avviato dal dirigente Berardino Sessa nel 2021 e sostenuto dall’attuale dirigente Eugenia Tedesco.
Il progetto, della durata quinquennale, consiste nell’adozione di una o più classi da parte di un magistrato, di un addetto delle forze dell’ordine, o di un testimone delle vittime, il quale affianca gli studenti in questo percorso, raccontando le proprie esperienze, dirette e indirette, a testimonianza delle gravi minacce che la democrazia italiana ha subìto negli anni ‘70 del secolo scorso, durante i cosiddetti “Anni di Piombo”.
Così Giovanni Ricci, sociologo e criminologo, figlio di Domenico, ha parlato ai ragazzi per una lezione sui cosiddetti “Anni di piombo” e una testimonianza diretta della sua vicenda familiare e personale.
Ricci ha tratteggiato con parole semplici, dirette ed efficaci il contesto storico degli anni ‘70, «caratterizzati da tanta bellezza e conquiste sociali e civili ma anche da tanti misteri e dal terrore stragista e del terrorismo politico -spiegano dalle scuole– I ragazzi sono stati colpiti dal suo racconto, e soprattutto dalla sua esperienza diretta; dai suoi ricordi di bambino affascinato dal lavoro del padre e da quell’uomo così importante, Aldo Moro, Padre costituente, Presidente del Consiglio e Ministro, che suo padre accompagnava e proteggeva in ogni momento della giornata.
Nel racconto di Ricci gli alunni sono stati particolarmente colpiti dai ricordi del dodicenne Giovanni che apprende della morte del padre, le sue paure, e poi la rabbia e il desiderio di vendetta che segna la sua difficile adolescenza. Poi, infine, il difficile percorso verso il raggiungimento di quella pacificazione interiore, che traspare cristallina nel suo volto disteso e nelle sue parole sempre misurate; una pace raggiunta lentamente, attraverso la giustizia riparativa e l’impegno nell’intensa opera di testimone delle vittime di quelle stragi.
Ricci ha affermato l’importanza e la necessità di “Seminare Memoria”, per ricordare quei tristi anni, le vittime, le minacce per il Paese, ma anche la vittoria della democrazia, uscita ferita ma vittoriosa da quella lunga e difficile prova.
Sollecitato dai ragazzi Ricci ha poi risposto alle loro domande con trasporto ed emozione ed ha auspicato che possano loro, cittadini del futuro, con la loro impegno e il loro desiderio di conoscenza, tener vivo con il pensiero e con le loro azioni quotidiane, il ricordo di quanti come suo padre, come Moro, come Occorsio, non sono caduti certo da supereroi ma da cittadini che attraverso il proprio lavoro, il senso civico e il rispetto per le istituzioni, hanno testimoniato e fortificato il valore della democrazia».
Un impegno che i ragazzi, guidati dai referenti del progetto, Prof.ssa Antonella Occhionero e prof. Michele Iannuzzi, e da tutti i loro docenti, si sono impegnati a rinnovare in occasione del 9 Maggio, “Giorno della Memoria” dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi e attraverso le ulteriori fasi in cui questo interessante progetto li impegnerà in futuro.
Il fine di tale percorso formativo è quello di promuovere la cultura della legalità e dell’etica del lavoro durante l’età scolare, partendo dalla vicenda di Vittorio Occorsio e di quanti come lui hanno pagato con la vita il loro servizio al Paese ed alla democrazia. Il magistrato Vittorio Occorsio, sostituto procuratore della Repubblica fu ucciso la mattina del 10 luglio 1976 vicino alla sua abitazione da un terrorista del movimento politico di estrema destra Ordine Nuovo che, nel rivendicare l’omicidio, sostenne di aver condannato a morte il magistrato perché colpevole di aver “servito la dittatura democratica perseguitando i militanti” del movimento.