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DELUSI E ABBANDONATI DAL MODELLO BENNARDI

Dopo l’ingresso dell’ex leghista Lisurici in maggioranza cittadini e attivisti mettono in dubbio i valori m5s. FI incalza sulle scelte del sindaco materano: «Amministrazione che continua ad arrancare»

Movimento 5 stelle, Verdi e PSI, Volt e Matera 3.0, questa la coalizione politica che ha portato a ottobre 2020 Bennardi a vincere le elezioni amministrative a Matera. Il Movimento 5 Stelle di allora era quello della fase di transizione di Vito Crimi, con Di Maio Ministro degli Esteri, del Conte II con il Partito Democratico che si toglie la cravatta rassegnando le dimissioni da Capo politico del Movimento. Un Partito, perché tale aveva iniziato ad essere, che aveva abbandonato la line di protesta dura e pura, avviandosi alla conoscenza di quella che è la vera politica: l’arte del compromesso. Matera, unico comune in cui vinse il M5S in quella tornata, ne è diventato il perfetto esempio, portando il Movimento a creare una coalizione con tre partiti (Verdi, PSI e Volt) e una lista civica. Cosa rimane oggi di tutto questo? Tra Verdi e PSI c’è stato un movimentismo interno che si è concluso con un recente abbandono, quello di Iosca. Volt è passata all’opposizione, rap- presentata da una consigliera iscritta al Gruppo Misto e che era stata eletta nelle fila del M5S; l’unico rimasto nel gruppo Volt, però, non è più iscritto al partito da tempo. Il resto degli eletti in quella lista non è più né nel partito, né nel gruppo, ma continua a sostenere Bennardi dal Misto. Matera 3.0 ha accolto una transfuga del M5S, ma entrambe le consigliere che lo compongono sono adesso all’opposi- zione. Ciliegina sulla torta, l’ingresso di Lisurici, definitosi indipendente ma ancora adesso iscritto al gruppo “Lega Salvini Basilicata”. Cosa è rimasto, a distanza di due anni e mezzo, del “progetto Bennardi” che ha incassato la fiducia del 70percento dei materani al secondo turno? Eppure, quando a rappresentare il M5S nella scorsa legislatura c’era solo Antonio Materdomini, movimentista vecchio stampo, nessuno si sarebbe immaginato un epilogo simile. Neppure lui stesso, che sui social durante l’ultimo rimpasto De Ruggieri stigmatizzava in questi termini “ora bisogna pensare a programmare seriamente il futuro della Città, cosa che non è stata fatta in questi anni”. E a ridosso delle Amministrative scriveva che era in arrivo uno “tsunami per liverare finalmente Matera dal clientelismo e dalle liste civiche farlocche”. Sembra passato un secolo, invece si tratta solo di due anni e mezzo. Un progetto iniziato anni luce lontano da quello che si è rivelato in questi giorni e questo lo sanno anche alcuni volti storici del Movimento di Matera che lo hanno abbandonato in seguito a queste situazioni. Non solo gli addetti ai lavori, ma anche i citta- dini sono perplessi da questo modo di fare politica che si è rivelato di fatto per niente diverso da quello già visto negli ultimi dieci anni in Città. Matera aveva votato Bennardi in massa per protesta, una protesta chiara e forte, supportata dal 70percento degli elettori. L’epilogo, tuttavia, non può che ritenersi deludente dal punto di vista politico. Il tanto atteso cambio di passo, verso trasparenza e “onestà” non c’è stato e questo, da ciò che si ascolta girando per la Città, pare che i materani l’abbiano capito.

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