IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI MURO LUCANO NON CHIUDERÀ: LA CONFERMA DA MAZZI
Le richieste di Rosa e Bardi accolte dal sottosegretario
Nella seduta di ieri è stato presentato in Senato dal Sottosegretario Mazzi un atto di sindacato ispettivo sul Museo Archeologico di Muro Lucano, da parte del Senatore Gianni Rosa, primo firmatario dell’interrogazione, che per altri motivi non era presente. Da Muro Lucano è il Sindaco Giovanni Setaro ad asserire: «Si accende un grande faro su quello che è il tema della mancanza di dipendenti qualificati nell’ambito culturale lucano, argomento centrale per la nostra terra. Consapevoli che il Museo Archeologico di Muro Lucano, eccellenza della Basilicata Nord Occidentale, oggi è salvo, diventa necessario mantenere alta l’attenzione per non farlo semplicemente sopravvivere quale contenitore culturale, ma farlo diventare il perno della strategia di un’intera area. La presa di posizione chiara del Sottosegretario e del Ministro Gennaro Sangiuliano rappresentano per la comunità murese e l’intera Basilicata un grande segnale». Ma Setaro incalza: «Non ci fermiamo qui e chiederò con forza l’assunzione di personale con le giuste qualifiche e competenze». Così Mazzi ha spiegato in Aula: «I senatori interroganti chiedono al Ministro della Cultura quali iniziative intenda intraprendere al fine di sopperire alla carenza di personale del Museo Archeologico di Muro L., per scongiurarne la chiusura. Il Museo costituisce il centro per la conoscenza della storia antica del territorio del Marmo Platano Melandro. Non sono difficoltà purtroppo isolate al Museo di Muro, essendo invece condivise da altri Istituti museali statali, inclusi quelli della regione Basilicata. Al fine di far fronte a tali criticità, il Governo ha presentato di recente un emendamento cosiddetto “proroga termine”». «Ringrazio il Ministro della Cultura Sangiuliano -ha dichiarato il Senatore Rosa- per il segnale dato dal Governo sulla situazione degli istituti museali nazionali e in particolar modo su quella del Museo archeologico di Muro Lucano, affrontata ieri in Aula al Senato grazie ad un’interrogazione a mia firma e del senatore Marcheschi. Il museo di Muro Lucano, infatti, rappresenta il centro di riferimento per la conoscenza della storia antica del territorio della Basilicata e come tante realtà simili, vive una grave carenza di personale, rischiando la chiusura. Il sottosegretario Mazzi ha spiegato che il Governo è intervenuto con un emendamento c.d. “proroga termini” approvato in Senato, consentendo in questo modo il reclutamento di nuovo personale da destinare all’accoglienza e alla vigilanza di una serie di musei e di cui usufruirebbe anche il Museo di Muro. Un’ottima prospettiva che ci rassicura sulla possibilità di affrontare le criticità di uno dei luoghi più importanti della nostra cultura territoriale» conclude l’esponente di Fratelli d’Italia. Il Museo di Muro è uno “scrigno” di storia, giacché il palazzo del Museo è il Seminario istituito nel 1565 ad opera del Vescovo Filezio De Cittadinis immediatamente dopo la conclusione del Concilio di Trento e rappresenta il più antico Seminario della Basilicata. Al suo interno nel 1688 fu edificata la Cappella di San Gregorio ad opera della Principessa Tolfa Frangipane madre di Papa Benedetto XIII. Seminario Vescovile che costituisce con la Cattedrale, l’Episcopio e la Curia un unico complesso monumentale e che con l’adiacente Castello, sulla sommità dell’abitato di Muro Lucano si configura come vera e propria Acropoli. L’allestimento del Museo è avvenuto per gradi, a partire dal maggio del 2003 fino al completamento nel 2008 di tutte le sale articolate su tre piani per una superficie di circa 1000 mq e con l’allestimento di numerose mostre temporanee ed eventi. La quasi totalità dei reperti provengono dalle attività di scavo e di ricerca archeologica realizzate a partire dal 1980 dall’Ufficio Operativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Muro Lucano. È possibile ammirare la ricostruzione di un settore della Necropoli arcaica di un insediamento di Baragiano, in cui sono stati riposti i più significativi corredi funerari. Così come reperti rinvenuti nell’area Raia San Basilio -luogo in cui si tenne lo scontro tra Annibale e il Console Marcello nel 210 a.C- e presso il Santuario ellenistico di Fontana Bona di Ruoti. Ma sono questi solo alcuni esempi dei beni più preziosi che custodisce.