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IL MISTERO DEI BINARI DELLE FERROVIE DELLO STATO NELLA CITTÀ DEI SASSI

Oltre alla linea elettrificata Ferrandina-Matera La Martella, soluzioni cercasi per ridurre le distanze

Per raggiungere con un volo Roma partendo da Bari, una delle città più grandi vicine a Matera, ci vuole poco meno di un’ora. Per raggiungere Bari in auto, poi, occorrono circa quaranta minuti, percorrendo una comodissima statale a quattro corsie da poco sistemata. Se provassimo, invece, a raggiungere altri luoghi della Basilicata stessa, ci metteremmo molto di più: per raggiungere il capoluogo di regione da Matera occorre un’ora e mezza di auto o di pullman, percorrendo la Basentana le cui pietose condizioni or- mai tutti conosciamo. Matera nel 2019 è stata Capitale Europea della Cultura, un titolo che avrebbe potuto comportare investimenti non soltanto nel settore turistico e nel campo alberghiero, magari sarebbe stato opportuno investire in tempo anche nelle infrastrutture principali che avrebbero permesso di raggiungere la Città dei Sassi in una maniera più semplice e sicuramente comoda. La Regione Puglia questo lo ha capito, tanto che buona parte degli investimenti fatti sulla statale che collega Bari a Matera, sono stati fatti proprio dalla Puglia, costringendo tempo fa ad un lapsus anche l’allora Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Di Maio, che ad Emiliano chiese come si stesse lavorando per Matera. Dando per scontato che questa si trovasse in Puglia. Ma così non è, Matera è in Basilicata e la Basilicata prima o poi dovrebbe rendersene conto, cercando di comprendere quanto importante strategicamente potrebbe essere tirarla a sé e lasciarla meno in balia di altre regioni che sfruttano il suo potenziale, giustamente, per i loro interessi. Matera, seconda città più grande della regione Basilicata, non ha ancora nel 2023 le Ferrovie dello Stato che le garantiscono collegamenti più celeri con le altre città del Paese e perché no con il capoluogo lucano stesso. Chi segue da tempo la vicenda Ferrovie a Matera, sa che in questi giorni si è arrivati finalmente ad aggiudicare i lavori per costruire la rete ferroviaria Ferrandina-Matera La Martella. Non Matera, ma Matera La Martella. Una frazione della città che dista quasi dieci chilometri dal centro e che dunque rischierebbe di non essere del tutto funzionale per la Città. Parliamo di un’opera da 308 milioni, finanziati anche con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i cui lavori sarebbero previsti entro la fine dell’anno corrente e che, stando alle previsioni, dovrebbero terminare entro il 2026. Tre anni per costruire una linea elettrificata di 20 chilometri a binario unico. Per raggiungere questo che molti considerano uno “straordinario risultato per la Città dei Sassi”, si è addirittura scomodato un Commissario Straordinario di Governo, Vera Fiorani, nonché Amministratrice delegata e Direttrice Generale di Rfi. È vero, nell’indole dei materani esiste la perenne sensazione di insoddisfazione, non sono mai contenti di quello che viene fatto per la città. Ma siamo davvero sicuri che per un’opera del genere ci sia da fare salti di gioia? Davvero non si sarebbe potuto procedere in un altro modo per portare le Ferrovie dello Stato a Matera?

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