LOCANTORE: «PER SMUOVERE LA SOCIETÀ LUCANA IL PROSSIMO GOVERNATORE DEVE ESSERE DONNA»
La dirigente del Pd non entra nel dibattito sulla territorialità ma porta avanti un’unica battaglia e lancia l’appello: «Lavoriamo ad una operazione come quella della Meloni»
A differenza della questione di genere quella territoriale è un po’ atavica. Il riequilibrio territoriale da quando faccio politica è un tema che ho sempre sentito». Esordisce così Maura Locantore, dirigente del Partito democratico di Basilicata che interviene sulla questione (sollevata ormai da tempo da queste colonne ndr.) sull’identikit del prossimo presidente di regione. Le prossime elezioni regionali che si svolgeranno nel 2024 hanno certamente davanti a se ancora tanto tempo. E sappiamo con certezza che in politica tempo significa mutamenti, eventi inaspettati, accordi stretti e poi cancellati. Insomma, i 15 mesi che ci attendono possono sono certamente una eternità ma la politica lucana è già in fermento. Le regionali lucane sono il vero banco di prova per gli assetti dei partiti, da un centrodestra che dopo anni di opposizione dopo aver trionfato alle scorse regionali ripunta senza ombra di dubbio a un bis in grande stile considerato anche il trionfo in campo nazionale. Fino al centrosinistra che schiacciato sia a livello nazionale che locale vuole ritornare ad essere una forza consapevole e competitiva capace di riprendersi la scena da cui è fuori da troppo tempo. In tutto questo non bisogna dimenticare l’avanza del Terzo Polo che dopo aver incassato dei successi non di poco conto non è certo disposto a farsi da parte facilmente. Parlare di nomi è certamente prematuro ma individuare qualche caratteristica su cui non bisognerà transigere prima di trovare l’accordo, sia a destra che a sinistra, sul prossimo candidato governatore è giusto riflettere. Da un lato c’è il territorio materano, come da noi riportato, che punta ad essere il protagonista di questa tornata elettorale. D’altronde l’ultimo presidente di Regione del materano è stato Bubbico nel lontano 2000. Angelino, commissario Udc della Provincia di Matera, senza mezzi termini ha chiesto che sia materano senza troppo andare per il sottile e ha così acceso il dibattitto sulla territorialità mettendo da parte la questione di genere che invece molti ora ritengono principale. A fargli eco il presidente della Scaletta Stasi che però non disdegna oltre all’alternanza territoriale quella di genere. Fuori dal coro il dem Santarsiero che ha stoppato ogni fuga in avanti, evidenziando che prima di discutere di genere e territorio è necessario puntare sulla competenza e sulla conoscenza della Basilicata. A dire la sua, questa volta, è la Lo- cantore che non si smuove dall’idea che tocchi ad una donna la guida di via Verrastro. Schietta come sempre, Locantore dirigente da lungo corso, è decisa a portare avanti questa sua battaglia: «Siamo in una società che si è notevolmente modificata mentre la società lucana sembra ferma, quasi cristallizzata». La dirigente dem non si ferma certamente ad una questione di principio ma entra nel merito della questione evidenziando che dal punto di vista politico «quattro anni di governo Bardi non hanno impresso una svolta economica o sociale. Tante altre regioni dopo la pandemia hanno avuto una curva ascendente evolutiva, invece in Basilicata no». «Non sono certamente una persona che sostiene che è andato tutto male -aggiunge la democratica, però quella spinta propulsiva del cambiamento su cui Bardi ha vinto le scorse elezioni regionali non c’è». Ma allora quale può essere la cosa capace di riconnettere la politica lucana, tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra, con la società civile? Locantore ha la risposta pronta: «Fare una operazione come quella della Premier Meloni. Quando lei con una certa arroganza si rivolge a Berlusconi con “Io non sono ricattabile” ci dà l’idea che spesso il punto di vista delle donne o il modo in cui le donne hanno di fare politica genera un sentimento di maggiore prossimità». La dem, però, non chiude in modo netto alle questioni sollevate da chi l’ha preceduta su queste colonne, anzi. È convinta che se ci fosse «un profilo femminile che riesca a racchiudere la competenza, la rinnovazione e che rispetti anche il territorio perchè no, ne sarei entusiasta». Considerando i giorni che la politica odierna sta vivendo, soprattutto con un congresso del Pd ancora in corso non possiamo che far notare che la questione di genere non può essere applicata solo alla scelta del futuro governatore quando invece all’interno dei partiti non si riesce a scegliere un segretario donna. Non a caso evidenziamo che per la corsa alla segreteria nazionale dem su 4 candidati (2 uomini e 2 donne) in Basilicata è stato portato avanti un uomo, Bonacci- ni, a discapito della De Micheli e Schlein. Anche se va assolutamente ricordato che Locantore è stata una delle promotrici, ottenendo anche un ottimo risultato lucano, della mozione De Micheli. Ci dà ragione la Locanto- re quando eccepiamo che il partito democratico rilancia sempre la questione di genere ma poi ne fatti non lo mette in pratica. «Il Partito democratico tra ciò che dice e ciò che fa ha sempre un gap da colmare -spiega Locantore-. Siamo il partito che parla di più il gergo del femminismo ma siamo quelli che lo pratichiamo di meno». Nessuna questione culturale per la dem lucana ma si tratta di una «mancanza di solidità all’interno dei partiti in generale e una voglia di intenzioni tra le donne. Quello che manca all’interno dei partiti è lo spazio di discussione delle donne che dettano l’agenda agli uomini». Il dibattito si arricchisce di diverse voci, ognuna con una idea ben precisa. Certo che si decida di portare avanti tanto la questione territoriale quanto di genere è chiaro che uno dei due temi “escluso” spetterà in ogni caso approfondirlo al prossimo presidente della Regione, perchè le due questioni sono più vive che mai.