SCHLEIN E IL CAMBIAMENTO
Congresso Pd – La candidata a Potenza: «Questa destra è forte coi deboli e debole con i forti»
POTENZA
Volata finale verso le primarie del Pd: stasera si chiudono i congressi dei circoli e, tra sette giorni, domenica prossima si vota nei gazebo. Ma il percorso è accidentato: la Campania resta il terreno principale di scontro, con ricorsi e accuse. Ma non mancano le polemiche e le prese di posizione riguardo al Governo Meloni. E poi i temi come autonomia, gruppo dirigente, nomenclatura dem e così via. Tutti temi però che al netto dell’importanza vanno messi da parte. Ora è il tempo di girare il territorio e convincere gli astenzionisti e caricare chi oggi sostiene già le due mozioni. E così Elly Schlein fa tappa anche a Potenza. La candidata alla segreteria nazionale del Pd, si è inserita in un tour meridionale forsennato, che ha portato la parlamentare emiliana in Calabria, poi ad Avellino, Campobasso e ancora a Potenza. La politica, classe 1985, ha mostrato stanchezza nella voce, ma è riuscita comunque ad infiammare la sala gremita del cineteatro Piemonte, con una passione che da tempo non si vedeva tra i dem. Ad applaudirla anche chi non l’ha sostenuta preferendo il competitor, ormai favorito, Stefano Bonaccini. In prima fila però anche chi ha creduto fortemente nella sua mozione e vede in linea la vera svolta per il Pd. Lavoro, lotta al precariato, battaglie per i diritti, clima. Sono queste le parole d’ordine di Schlein lanciate dal palco potentino. «C’è tanta gente che fa fatica, è lì che dobbiamo ripartire, con un contrasto serrato ad ogni forma di diseguaglianza. Vogliamo un Pd che combatta contro l’autonomia differenziata. Dobbiamo ricucire il filo di fiducia con chi non vota più, ossia le fasce di reddito più basse. Sarà un lavoro lungo, non basta questo congresso, il partito deve essere uno strumento di emancipazione sociale. Ci devono riconoscere dalle nostre battaglie. Io vorrei un grande investimento sulla salute mentale perché ci stiamo perdendo pezzi della nostra società», ha detto sottolineando l’importanza della sanità e della scuola pubblica. E poi ancora: «Vogliamo un lavoro dignitoso, di qualità, non povero e non precario, che metta fine ai contratti pirata per produrre precari. Dobbiamo dire basta, sotto ad un salario minimo non è lavoro ma sfruttamento». Netti e rigorosi sulla questione morale, secondo Schlein per cui «c’è un’altra Italia che racconta storie di resistenza» alla criminalità organizzata. Riders, lavoratori digitali, la parlamentare vuole un Pd che sia «stimolo, pungolo costante sempre con alternative ». Secondo lei il partito è stato troppo timido sul cambiamento climatico e sui diritti: «Sul clima siamo mancati in questi anni. Serve più coraggio sui diritti. Mai più finanziamenti alla costa costiera libica. Dobbiamo abolire la legge Bossi Fini e perseguire lo Ius soli. Siamo per tutte le famiglie qui non solo wuella che piace a loro e che quasi nessuno ha tra di loro. Dobbiamo batterci per la legge Zan, non si è mai fatta inclusione sociale. Qui noi diciamo che la società più sicura è quella inclusiva. Per farlo ci serve una classe dirigente nuova e metodo nuovo e di una mobilitazione collettiva. Basta con la filiera verticale e con la conflittualità interna. Questa destra è forte coi deboli e debole con i forti». I sostenitori di Schlein sono fiduciosi in una rimonta alle Primarie aperte del 26 febbraio, perché come ha rilevato lei «queste non sono le Primarie del Pd ma è una fase ricostituente di tutto il centrosinistra ». Volti, metodo, visione. Elly Schlein chiede cambiamento e «un’onda di partecipazione che ci metta un pezzo di sé in questa sfida». «Non ci possiamo più permettere divisioni interne, voglio dirlo chiaramente: chiunque vinca deve lavorare per il Pd e il centrosinistra» ha concluso.