OSTERIA COMUNE, LE MANI IN PASTA
Potenza caso bivacchi in municipio: anche gli alleati della maggioranza tacciono. La Lega e la coperta del silenzio: da Guarente e Coviello ancora nessuna risposta
«Non chiedere ciò che puoi fare per il tuo paese. Chiedi cosa c’è a pranzo», la cinica battuta con la quale in grandissimo Orson Welles ridicolizzava la ben più celebre di Kennedy deve essere evidentemente diventata un paradigma esistenziale nell’azione amministrativa del duo leghista Guarente-Coviello, trasformatosi nella coppia comica Sciosciammocca-Pasquale il fotografo e ritratti in tale interpretazione nella non adeguata sala delle Commissioni del Palazzo di Città, solo così si riesce a spiegare il silenzio con il quale i due hanno risposto alle richieste delle opposizioni e allo sdegno popolare che quella foto pubblicata dal nostro giornale ha provocato nella nostra città.
LE RICHIESTE DI DIMISSIONI
Vincenzo Telesca, consigliere comunale attento ed oculato ma mai eccessivo nelle sue dichiarazioni né ideologicamente prevenuto, ha chiesto esplicitamente le dimissioni del sindaco di Potenza e del suo più stretto collaboratore, Smaldone ha evidenziato come la cosa pubblica sia diventata «casa loro» e Stella Brienza austero e compassato consigliere comunale eletto nella maggioranza ha sottolineato come questa bruttura sia, purtroppo, tristemente vera. Il sindaco Guarente e Coviello non rispondono. Con la bocca piena non si parla, non è educato ed è pericoloso anche per la salute. Il silenzio è la strategia con la quale si spera di lasciar dimenticare questa triste pagina di politica, di cronaca e di malcostume amministrativo. Una strategia che, però, noi non intendiamo favorire. Abbiamo un rispetto sacrale delle istituzioni e, per quanto riteniamo che non sia compito nostro accertare eventuali illeciti che riteniamo essere inesistenti, crediamo che ai luoghi delle istituzioni si debba lo stesso rispetto. Ci piacerebbe sapere chi ha pagato il catering, ci piacerebbe sapere chi ha portato il cibo, sulla base di quali requisiti sia stato scelto chi poteva partecipare al banchetto e se esiste un regolamento che consente l’utilizzo delle sale per scopi alimentari e ludici e ci stupisce il fatto che l’opposizione non lo chieda. Spulciando sul sito del Comune abbiamo trovato un Regolamento per l’utilizzo dei contenitori culturali che prevede requisiti per l’utilizzo dei locali e canoni da pagare per l’utilizzo degli stessi. Ci piacerebbe sapere se è stata fatta una richiesta per utilizzare i locali dedicati a trattoria, ci piacerebbe sapere se sono stati pagati i canoni e quale associazione abbia chiesto di utilizzare quei locali in quei giorni. Non crediamo che il pranzo rientri tra le attività istituzionali. Siamo certi che di tutto ciò esiste traccia negli atti amministrativi e che tutto sia stato regolarmente richiesto e concesso, certo se la dormiente opposizione avesse un sussulto di vitalità e, dopo aver fatto i comunicati stampa, facessero anche un’interrogazione o un accesso agli atti sarebbe quanto meno segno di attenzione per ciò che accade nel Comune.
GLI ALLEATI TACCIONO
Se il silenzio di Guarente e Coviello può essere giustificato dall’inopportunità di parlare con la bocca piena, meno giustificato è il silenzio degli alleati. Il Presidente del Consiglio e segretario nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha contraddistinto il suo mandato per un rispetto formale e sostanziale verso le istituzioni con un cambio anche di stile che ricorda le più alte e nobili stagioni della politica italiana. Una lezione che, evidentemente, non sembra essere stata correttamente appresa dai Consiglieri Comunali di Fratelli d’Italia di Potenza e dai locali dirigenti di partito. Chi tace acconsente diceva un vecchio adagio popolare. Evidentemente Napoli e company sono perfettamente concordi con l’azione mangereccia e luculliana di Guarente e Coviello, si indentificano nello stile boccaccesco e non trovano niente da ridire. Nulla ha da ridire, per esempio, l’assessore Vigilante esempio di frugalità applicata alla politica e di storia politica che inizia, cresce e si consolida nella militanza disinteressata, sulle scene da fine Impero che si sono registrate a palazzo di Città? Il vicesindaco Napoli la cui immagine è molto lontana da quella che ci hanno offerto Coviello e Guarente, non crede che la scena vista sia da biasimare? Francesco Cannizzaro, la cui presidenza si è contraddistinta per un rispetto reale del ruolo istituzionale, nulla ha da chiedere o da stigmatizzare su quella scena che riduce le istituzioni in refettorio per gli amici? Ci dispiace davvero il poco intercedere chiedendo delle opposizioni come la silenziosa accondiscendenza delle opposizioni.
NON È UNA PRIORITÀ
Sia chiaro, lo sappiamo anche noi che in una città in cui le strade non sono asfaltate, la mensa per i bambini costa quanto un pranzo stellato, l’autovelox svuota le tasche dei cittadini non è prioritario investigare, parlare, prendere posizioni su un banchetto svolto nelle sedi istituzionali. Quel banchetto non rovina le tasche dei cittadini né peggiora la loro qualità della vita, non condiziona le decisioni e le scelte di vita delle perso- ne ma dice molto dello stile di chi ci amministra. In politica la forma è sostanza e una forma come quella che ha offerto il duo Guarente-Coviello non sembra lasciar presagire ad un’idea di buon governo.
Di Massimo Dellapenna