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POTENZA, IL PRANZO È SERVITO

Banchetti dal Comune allo stadio “Viviani” tra virtù e delizia ad uso privato: la ristorazione proibita

Di Massimo Dellapenna

Sembra che attrezzare ristorantini non a norma e senza autorizzazione in strutture pubbliche sia un’abitudine piuttosto consueta in città. Nei giorni scorsi ha fatto parlare di sé il lauto pasto consumato da Guarente e Coviello nel formato Felice Sciosciammocca e Pasquale il fotografo nel Palazzo di Città senza che ancora oggi, malgrado le richieste verbali e non formali dell’opposizione, non abbiamo avuto nessuna spiegazione sulle autorizzazioni e sui costi. Oggi scopriamo che un ristorantino non autorizzato è stato costruito anche nello Stadio Viviani di Potenza.

STADIO O COMUNE BASTA CHE SE MAGNA

«Franza o Spagna, basta che se magna» era un antico adagio popolare molto in voga nel periodo della guerra franco-spagnola che coinvolse l’Italia. Oggi sembra che questa stessa frase, con qualche modifica possa essere utilizzata anche per quanto riguarda le abitudini alimentari e culinarie della nostra meravigliosa città. Al sindaco serviva un ristorantino privato con vista su via Pretoria, a qualcun altro serve un ristorante nello Stadio Viviani. La cosa che accomuna tutte e due le fattispecie è che in nessuno dei casi esiste un’autorizzazione che consenta lo svolgimento delle attività, eppure le attività vengono svolte. Potremmo essere informati male e usiamo la formula del dubbio ma certamente non è un bello spettacolo sapere che nel tempio delle Istituzioni e nel tempio del Calcio cittadino si attrezzano aree di ristorazione ad uso privato. La Pubblica Amministrazione dovrebbe vigilare e controllare che tutto si svolga in maniera conforme alle Leggi dello Stato, speriamo che sia avvenuto e che quanto ci viene riferito non sia vero. Sarebbe piuttosto grave una gestione così superficiale di strutture pubbliche e di pubblico utilizzo.

LE AUTORIZZAZIONI E LE LICENZE

A parte ogni facile ironia che non ci interessa fare, così come non ci interessa attribuire nessuna responsabilità amministrativa o penale di alcun tipo che non compete a noi né teorizzare né accertare esiste un problema anche di differenza di trattamento. Se quanto a noi riportato fosse confermato, come si spiega che un qualsiasi esercente privato per poter aprire un ristorante necessita di una licenza, di autorizzazioni e di controlli sanitari e urbanistici mentre all’interno di una struttura pubblica è possibile svolgere attività di ristorazione senza che tutto ciò sia stato fatto? Può mai esistere una duplice morale ed un sistema legale ed amministrativo binario con regole diverse a seconda delle persone. La democrazia si fonda sul principio di uguaglianza formale davanti alla Legge, il sistema autocratico della fase decadenziale dell’ancient regime fonda la sua natura d’essere sulla base del privilegio, ovvero dell’essere prima della legge di alcune persone per il ruolo che esse stesse esercitano.

RICOSTRUIRE L’UGUAGLIANZA

Ricostruire l’uguaglianza è la base stessa della democrazia politica ed amministrativa ed, allora, è troppo chiedere che regole uguali siano usate per situazioni uguali? L’ebrezza del successo e della fama spesso fanno perdere di vista la realtà e fanno credere che sia possibile, lecito e anche normale avere privilegi. Un sistema di Stato di Diritto e un ordinamento retto a Democrazia non lo possono consentire né tollerare.

TORNARE ALLA NORMALITÀ

Ci piacerebbe che questa città possa un giorno non lontano tornare alla normalità, vivere una prassi nella quale nel palazzo del Comune di governa, allo Stadio di gioca a calcio e si tifa senza abusi di potere e senza eccessi personali. Va bene anche utilizzare le sedi comunali per attività non istituzionali purchè sia consentito a tutti, va benissimo attrezzare lo Stadio Viviani (di proprietà comunale e non privata) di un ristorante purchè abbia tutte le autorizzazioni e sia aperto al pubblico. Altrimenti viviamo nel governo del privilegio e tutto ciò non va bene.

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