AttualitàBasilicata

VERTENZA RMI E TIS, INTERVIENE GALELLA

L’assessore della Regione Basilicata: «La stabilizzazione chiesta da chi protesta è impossibile e illegale»

Continuano le notti trascorse al freddo di Potenza, sotto una tenda allestita nel parcheggio di fronte la sede della Regione Basilicata, per i beneficiari dei Tirocini di Inclusione Sociale e del Reddito Minimo di Inserimento. Una scelta, quella di occupare pacificamente la zona h24, arrivata dopo altre manifestazioni di protesta e che continuerà, dicono i manifestanti, finché non arriveranno certezze sul loro futuro e dunque finché il presidente Vito Bardi non ascolterà le loro istanze e non terrà fede agli impegni presi a gennaio. Sono una quindicina i lavoratori che hanno deciso di dormire in tenda, ma chiedono la stabilizzazione per tutti i 1800 lavoratori e il riconoscimento delle tutele e del minimo contrattuale. Vivere giorno e notte davanti alla sede istituzionale, però, potrebbe non bastare: per questo hanno in programma ulteriori iniziative di protesta con cortei diretti all’Arlab – l’Agenzia regionale del lavoro di Basilicata – e alla Prefettura.
Problema di non facile soluzione poiché questi lavoratori non hanno un contratto effettivo ma ricevono un sussidio dall’ente regionale del valore di circa due milioni di euro complessivi. Una questione che con il passare del tempo diventa sempre più complessa e sui cui è intervenuto in queste ore anche l’assessore regionale alle Attività produttive Alessandro Galella che in sintesi ha chiarito la volontà è di «non lasciare nessuno indietro. Anzi, di aiutare tutti. E di farlo concretamente, per migliorare le condizioni sociali ed economiche di ciascuno». Assicurando a tutti «la continuità nel sussidio sociale di cui già godono, ma con l’impegno di voler immettere nel mondo del
lavoro il maggior numero possibile di persone presenti nella platea». «Pertanto – evidenzia Galella – in assenza di una norma nazionale ad hoc, che deve approvare il parlamento nazionale e non certo la Regione Basilicata, la stabilizzazione chiesta da chi protesta in viale Verrastro è semplicemente impossibile e illegale».

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