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LA BASILICATA TRA PASSATO E FUTURO: COSTANTI E VARIANTI

L’appuntamento con le tematiche sociali che attanagliano il nostro tempo

Una serie di fattori e di eventi mettono in luce la fragilità del sistema socio economico e dei servizi in Lucania. Dai dati sulla emigrazione sanitaria alla riunione dei medici del territorio tenutasi a Potenza sabato quattro marzo che si è conclusa con un documento di sintesi dai toni di un vero e proprio appello disperato alla Regione da parte della medicina del territorio. Il calo demografico, la mancanza di infrastrutture, la fragilità occupazionale nascosta sotto la col- tre di un assistenzialismo legato prevalentemente alle Royalty del petrolio; la crisi dell’università tutto porta ad avvalorare la tesi che la Basilicata non venga ritenuta una Regione in grado di vantare una buona qualità della vita. Non ci sono colpe di singole amministrazioni o governi regionali o perlomeno non è questo il punto. Il punto è l’insieme dei singoli dati che vanno a comporre un quadro a dir poco inquietante di disservizi e di arretratezza a dispetto di quelli che sono i classici indicatori di cui l’Istat tiene conto per valutare il grado di sviluppo socio economico che farebbero sembrare la Basilicata come una Regione in salute. Se utilizziamo li indicatori della qualità della vita degli Stati dallo Isew al Gpi per finire al Bes, messo a punto in Italia e composto da 130 indicatori riconosciuti a livello internazionale relativi a 12 diverse dimensioni quelle apparenze vengono meno. Vale la pena accennare a questi livelli con qualche esempio esemplificativo per individuare alcune criticità celate. 1) La salute: possiamo constatare da quanto sopra accennato e da tanti altri fattori la gravità della crisi che il sistema sanitario regionale sta attraversando sia a livello organizzativo sia nella difficoltà che incontra nel trattenere i professionisti in Regione. 2) istruzione e formazione: anche se ad un primo sguardo potremmo andare fieri della percentuale di giovani lucani laureati in rapporto alla popolazione se si tiene conto del numero di questi professionisti che decidono di non tornare in Basilicata e di quanti, rimanendo in Regione, incontrano serie difficoltà di inserimento lavorativo ecco che il dato assume un altro significato e il numero dei lau- reati o di persone formate nei vari settori non può più essere correlabile al grado di benessere. 3) lavoro e conciliazione dei tempi di lavoro: anche questo indicatore, per poter essere considerato segno di benessere socio-economico e di qualità della vita deve essere calato nel contesto. Il lavoro migliora le condizioni dell’individuo quando è un lavoro stabile e giustamente retribuito, che dà sicurezza e serenità al lavoratore. Purtroppo, in troppi casi queste condizioni non ricorrono nella nostra realtà. Anche la possibilità di fruizione del tempo extra-lavorativo non può essere considerata soddisfacente in luoghi dove i Comuni sono piccoli, isolati, scollegati e privi praticamente di tutto. In questo caso il tempo libero può rappresentare addirittura un fattore di impoverimento delle qualità dell’individuo. 4) benessere economico: a questo proposito non ci sono dubbi che in Basilicata vi sia una forbice molto ampia tra un’economia delle famiglie che si attesta appena sopra i livelli di povertà e una piccola parte di persone, le quali operano in determinati settori dell’economia, che possono vantare capitali cospicui. In mezzo vi è il mare magnum dei dipendenti pubblici che occupa una posizione intermedia. Ma non si può parlare di economia forte. A falsare il dato è il fattore determinante del basso costo della vita nelle realtà rurali e l’abitudine al sacrificio e alla rinuncia del popolo lucano che produce risparmio ma non fa girare l’economia e quindi non produce ricchezza. 5) relazioni sociali: questo è uno degli aspetti più delicati della realtà lucana. La mancanza di vie di comunicazioni sicure e veloci isola i luoghi e le persone che finiscono con il trascorrere la vita in un mondo scollegato dalla realtà globale e quindi sociologicamente schizofrenico. Le modalità relazionali, il confronto professionale, la possibilità di formazione ed apprendimento vengono penalizzati dalla mancanza di infrastrutture adeguate: porti, ferrovie, aeroporti, autostrade. Recarsi fuori Regione con mezzi propri ed essere costretti a soggiornarvi è senza dubbio disincentivante e quindi prevale la tendenza all’isolamento con tutto ciò che ne consegue. 6) La politica e le istituzioni: in altre occasioni abbiamo parlato del “sistema Basilicata” ma qui bisogna anche dire che questo è il risultato di un circolo vizioso innescato da una diffusissima cultura del “non rispetto delle regole” connotata da amoralità, ignoranza civica, familismo, assenza del senso del bene comune e di amore per la collettività, che sfocia in una intolleranza per il rispetto delle leggi. La politica si adegua a questo substrato culturale selezionando uomini che assecondano tutti questi aspetti devianti del vivere comune. Se non vi sarà in futuro un riscatto culturale non potrà esservi un contestuale miglioramento sul piano politico ed amministrativo e a caduta rimarranno bloccate la possibilità di crescita e di modernizzazione della regione. 7) La sicurezza: il concetto di sicurezza non va confuso con la possibilità di lasciare la chiave inserita nella tòppa della porta. La sicurezza risiede nell’efficienza degli organi di controllo sul cibo, sull’acqua, sull’aria, sulla correttezza amministrativa, sulla buona pratica giudiziaria, sulla sicurezza delle infrastrutture e dei servizi e sull’organizzazione del sistema sanitario, nel controllo della burocrazia, nella tutela del territorio, nel volontariato. La sicurezza consiste nella tutela dell’individuo rispetto alle violazioni delle leggi e in Basilicata, dove le leggi le violano in troppi, la legalità in senso stretto non esiste e quindi con essa si perde anche la sicurezza. 8) benessere soggettivo: la massima che ho sempre trovato incontrovertibile è che “ il benessere dell’individuo non può prescindere dal benessere della collettività”. La collettività è la migliore tutela per il singolo individuo. L’insieme delle eccellenze e delle professionalità messo a disposizione di ogni membro di una collettività è la migliore tutela per i cittadini. Nella Regione del familismo amorale il benessere soggettivo non può che essere un benessere adulterato. 9) Il paesaggio e il patrimonio culturale: 10) L’ambiente. 11) La ricerca e l’innovazione. 12) La qualità dei servizi. Le ultime quattro dimensioni del Bes fanno emergere definitiva- mente le mancanze del nostro contesto aggravato dalla contraddizione in essere rappresentata da una Regione con un patrimonio naturalistico, paesagistico, e risorse economiche proprie inimmaginabili in molte altre Regioni dell’Italia e del mondo. Ma la Lucania può e dovrà esse- re anche futuro. Un futuro che porterà sempre con se la parte romantica e bella del- le nostre origini contadine e si asciugherà i panni impregnati della mediocrità rovesciata su di noi dalla storia.

Di Antonio Salerno

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