LA GIUSTIZIA ED IL GIOCO DELLE PAROLE
TACCO&SPILLO
Con una combinazione di logica e probabilità che avrebbe fatto la fortuna lucana al naso investigativo di Sherlock Holmes, almeno rispetto all’arte pettegola del tirare ad indovinare, è facile intuire chi sia la manina notiziante al vicepresidente del Senato Gasparri, subito in festa per lo stop della Cassazione al ricorso della Procura di Potenza contro l’annullamento del Riesame sulle misure cautelari, peraltro concesse dal gip. Ora lasciamo stare che Gasparri, così solerte sull’inchiesta lucana, non abbia trovato altrettanto tempo d’occuparsi di altre cose di giustizia come il trasferimento per incompatibilità ambientale del presidente del Riesame Gubitosi, ma vorremo invitarlo a leggere almeno gli stralci d’intercettazioni pubblicati dai quotidiani, tanto per farsi un’idea dei reati contestati. Reati ovviamente ancora da provare e che i soloni del diritto pieghevole però pensano siano già spariti dalla scena, ma che invece rimangono rubricati nella corruzione elettorale, ipotesi che non contempla l’applicazione di misure cautelari, ma che varrebbe l’ironia forense di Zagrebelsky d’essere la malattia mortale della democrazia, di cui peraltro tutti si sciacquano la bocca. Cantano i Nomadi:“Io sono la giustizia nei giorni dispari e in quelli pari, sono vestita a festa, ho la lancia per lavorare e prendo in prestito la vostra testa giusto il tempo per farvi pensare”.