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«DOBBIAMO GIOCARE UN RUOLO CENTRALE»

Unibas, Napoli: «All’amministrazione comunale la sfida di affrontare le criticità». L’intervista – Il vicesindaco di Potenza con delega all’Università sullo stato di malattia dell’Ateneo lucano

POTENZA

È passata poco più di una settimana dall’inaugurazione dell’Anno Accademico 2022/2023 dell’Unibas, celebrato alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La visita ha, altresì, donato rilevanza nazionale al solenne momento celebrativo dei quarant’anni dall’istituzione dell’Università lucana. Tante, però, sono le preoccupazioni intorno al destino della più importante istituzione di Alta Formazione in Basilicata: calo degli iscritti, scarsa attrattività dei corsi di laurea, debolezza del sistema della ricerca, sterile impatto sulle dinamiche di sviluppo del territorio. Problemi non nuovi, che però oggi, sembrano acquisire un significato determinante; la capacità per la Basilicata di superare la crisi sociale ed economica derivante dalla pandemia ed aggravata dagli effetti del conflitto in Ucraina, passa anche dal rilancio del ruolo propulsivo dell’Università. Nonostante gli ultimi dati di “Talents venture”, come riportato dalle nostre colonne, lanciano l’allarme su una possibile chiusura dell’Ateneo tra circa 40 anni il vicesindaco di Potenza Michele Napoli proprio con delega all’Università crede ancora in un futuro importante per l’Ateneo Lucano come spiega in questa intervista.

Vicesindaco come la città può contribuire ad un rilancio dell’Ateneo?

«Siamo consapevoli che la Città di Potenza e l’amministrazione comunale possono, e devono, giocare un ruolo cruciale. Quale primo atto concomitante alla visita del Presidente Mattarella e quale atto simbolico per i 40 anni dell’Unibas, abbiamo riattivato il protocollo Unitown, siglato nel 2021 ma mai veramente attivato; abbiamo così costituito il Comitato Unitown, che può considerarsi il luogo determinante per una efficace esecuzione dell’Accordo quadro tra il Comune di Potenza e l’Università finalizzato a potenziare la collaborazione tra le due istituzioni. Il Comitato Unitown è chiamato a presidiare funzioni cruciali per l’integrazione delle attività che Comune ed Università realizzano, funzioni quali l’elaborazione di proposte di collaborazione tra le due Istituzioni, sia in ambito culturale, che sociale, economico, sportivo e di promozione della città. Abbiamo anche definito le aree di intervento, che riguardano “Servizi ed opportunità per gli studenti e i giovani della città”, “Alta formazione e valorizzazione dei saperi e delle competenze”, “Sicurezza, sostenibilità ambientale e ripresa post-pandemica”, “La dimensione e le relazioni internazionali”, “La città del futuro”, “Produzione e diffusione del sapere”. Ecco questo possiamo fare: stare al fianco della nostra Università per sostenerne l’innegabile ruolo di attivatore di sviluppo in un sistema economico dove conoscenza, cultura ed apprendimento sono fattori essenziali ».

Queste collaborazioni, però, non risolvono la crisi di iscrizioni dell’Unibas

«Non direttamente, ma possono contribuire a risolverla. Occorre lavorare insieme, Università, Regione Basilicata, Comune di Potenza, per incrementare il tasso di attrattività dell’Ateneo lucano e questo lo si fa sostenendo la qualità dei corsi di studio, rafforzando la qualità ed il grado di internazionalizzazione della ricerca, focalizzando i corsi di laurea su quelle competenze e quei saperi che sono cruciali per le dinamiche di sviluppo della Basilicata e del Mezzogiorno . Noi dobbiamo impegnarci per dare occasioni di lavoro territorialmente prossime alle ragazze ed ai ragazzi lucani, ma anche su competenze e saperi che rendono l’Ateneo luogo di eccellenza, di concentrazione di esperienze di ricerca e professionali in grado di competere in Europa e nel mondo. Oggi più che mai, le competenze si sviluppano in esperienze di studio e di lavoro, di produzione e di ricerca, locali e globali allo stesso tempo. Per questo è necessario sostenere la nascita e lo sviluppo di start up e spin off in ateneo, favorire la mobilità per studio, per ricerca e per lavoro di studenti e di docenti, internazionalizzare l’Ateneo fino a renderlo un hub europeo in alcuni settori specifici della ricerca».

Ma i dati ci dicono che Unibas è particolarmente debole nelle attività di ricerca, tanto da classificarsi agli ultimi posti nelle valutazioni Anvur e allora cosa fare per migliorare?

«Il percorso di istituzione del Corso di Laurea in Medicina ci ha indicato la strada. Una leale ed aperta collaborazione fra Istituzioni, Regione Basilicata, Ministero della Salute e Ministero dell’Università, la messa in rete di risorse e competenze, la condivisione di obiettivi comuni, hanno consentito all’Ateneo di agguantare un risultato storico e, per molti, insperato. I padri fondatori dell’Università degli Studi della Basilicata hanno consegnato alla nostra comunità un progetto ambizioso nel momento più difficile, quando il terremoto aveva non solo dilaniato le case dei nostri concittadini, ma anche messo in discussione la tenuta del nostro sistema sociale ed economico. Ora tocca a noi accettare la sfida di questo tempo, fatta di calo demografico, invecchiamento, spopolamento delle aree interne, impoverimento dei nostri sistemi territoriali socio-economici. A queste minacce dobbiamo rispondere con un progetto nuovo di Università, affinché possa diventare, anche in coerenza con la recente istituzione di Medicina, un luogo che sappia promuovere apprendimento e ricerca sulle tre grandi sfide del nostro agire contemporaneo, quelle della qualità della vita delle persone in termini di benessere, salute e prosperità; della qualità del paesaggio in termini di tutela e valorizzazione del territorio e delle città, per attivare, proprio nei contesti più marginali e fragili, virtuosi esperimenti di attivazione economica; della qualità delle comunità in termini di cura e costruzione di capitale sociale».

Crede che l’Università possa accettare questa sfida?

«L’Università è chiamata, al pari della Regione Basilicata, ad un appuntamento importante, il rinnovo dell’accordo dodecennale per il periodo 2025/37. La Regione Basilicata, attraverso la Leggere regionale n. 12 del 24 luglio 2006, “al fine di elevare il ruolo dell’Università degli Studi della Basilicata nella promozione qualitativa dei processi di sviluppo sostenibile della regione promuove la valorizzazione dell’Ateneo lucano, attraverso una programmazione strategica concertata, di respiro pluriennale”. È questa cornice programmatica all’interno della quale Regione ed Unibas possono raccogliere la sfida dei tempi, progettando e condividendo le azioni che possono dare risposte alle attuali criticità. L’Università incarna la capacità concreta della nostra comunità di sapersi rialzare dopo eventi tragici; sono certo che sapremo costruire un accordo all’altezza delle sfide che ci attendono ».

Rosamaria Mollica

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