FRANA DI CERRETA, NAPOLI: «IL PRIMO STEP SARÀ LA REVOCA DELLE ORDINANZE DI SGOMBERO»
Il vicesindaco di Potenza: «Il criterio utilizzato è stato quello di adottare un sistema di allerta a semaforo con la quale sarà possibile far ritorno nelle case»
Era il 30 gennaio quando – dopo uno degli ultimi dei sopralluoghi lungo la strada ridotta quasi a fanghiglia di contrada Cerreta (l’indomani si sarebbe recata sul posto anche parte della VI Commissione consiliare permanente) – il sindaco di Potenza Mario Guarente, insieme al vicesindaco Michele Napoli e parte dei tecnici comunali e nonché il geologo incaricato del monitoraggio, si era recato nella campagna NordOvest della città per seguirne l’evoluzione del movimento franoso – a monte e a valle – creatosi il 19 gennaio scorso a seguito delle abbondanti piogge dei giorni precedenti. In quell’occasione il vicesindaco rassicurava che – oltre al permanere vigile e costante del lavoro di studio e monitoraggio dell’area interessata dalla frana – ne annunciava quanto prima la pianificazione dei lavori di regimentazione delle acque, pulizia dei detriti e la messa in sicurezza. Nel mentre già il 24 gennaio l’Amministrazione aveva predisposto nei giorni l’evacuazione di 33 persone residenti nella zona circoscritta che si sono viste costrette a lasciare le proprie case. Tutte state poi prontamente ospitate da parenti, amici o altre case del vicinato. Su questa ed altre criticità il vicesindaco Napoli si è interessato partecipando attivamente ad una riunione nel pomeriggio di ieri in Comune. Come ha raccontato a Cronache.
Assessore Napoli, nel pomeriggio di ieri è stato presentato lo studio geologico commissionato dal Comune di Potenza per verificare lo stato di evoluzione della frana e le condizioni di sicurezza per il rientro dei cittadini nelle loro case, quali sono state le risultanze di questo studio?
«Lo studio geologico della frana, in uno alla verifica dello stato di danno dei fabbricati, è stato condotto sotto la supervisione del Dirigente dei Lavori Pubblici e la Protezione civile comunale. Con celerità e rigore scientifico e professionale. Detta attività ha consentito di comprendere la tipologia del fenomeno franoso, come e perchè si sia sviluppato e se ha avuto o meno intera- zione diretta con i fabbrica- ti esistenti. Sarà, tuttavia, necessario procedere ad un approfondimento strumentale del comportamento del versante, con un monitoraggio dei settori di monte e piede della frana per garantire ai cittadini il perdurare delle condizioni di sicurezza. Ad oggi solo il fabbricato immediatamente prossimo al piede della frana sarà ancora oggetto di ordinanza di sgombero cautelativo, almeno fino alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza del fronte di frana, mentre gli altri cittadini potranno rientrare nelle loro case. Dai sopralluoghi e dalla schedatura realizzata dai tecnici incaricati non è stata rilevata alcuna relazione e interazione con il corpo di frana»
Quale criterio è stato utilizzato per le decisioni finali relative al perdurare e/o alla revoca dell’ordinanza di sgombero?
«Il criterio utilizzato, suggerito dai tecnici incaricati e condiviso dall’Amministrazione, è stato quello di adottare un sistema di allerta a semaforo, basato sulla zonazione del settore di studio in una fascia rossa, di massima attenzione, nella quale sarà possibile far ritorno nelle case solo a seguito degli interventi di messa in sicurezza. Quindi una fascia arancione; qui i cittadini possono far ritorno da subito nelle case. Sarà però necessario valutare, con adeguato e attento monitoraggio in continuo, la sussistenza delle attuali condizioni di sicurezza. Infine un’area verde, posta a valle della strada provinciale. I cittadini, qui, possono rientrare nelle case senza attuale pericolo. In quest’ultimo caso si attiverà il meccanismo di monitoraggio e di allerta solo se a monte di questa zona dovessero manifestarsi fenomeni di dissesto»
Come è stato sviluppato questo primo studio geologico dell’area di frana?
«Lo studio è stato sviluppato in una prima fase di verifica della dinamica passata del versante, con foto aeree multi temporali, la verifica dei luoghi con numerosi sopralluoghi e la schedatura di una prima verifica dei eventuali danni indotti dalla frana sugli edifici sgomberati. È stato nel contempo realizzato un rilievo lidar e rilievi all’infrarosso termico da drone per valutare le zone sature d’acqua, i volumi di frana con la verifica della stabilità del versante rispetto alla reale morfologia»
Quali saranno i successivi step amministrativi e le successive fasi di studio e gli interventi per mettere in sicurezza l’area di Cerreta?
«L’attenzione della amministrazione comunale continuerà ad essere massima. Il primo step sarà la revoca amministrativa delle ordinanze di sgombero, nei termini sopra esposti, e l’avvio nelle prossime settimane di indagini strumentali e geognostiche di dettaglio sul sito, con la contemporanea strutturazione di un sistema di monitoraggio da remoto, via satellite e in sito, che permetterà di definire delle soglie di allerta per i cittadini residenti, il cui superamento sarà gestito direttamente dalla Protezione civile comunale»
I tempi delle diverse fasi?
«Nei prossimi giorni la revoca delle ordinanze, in 3-4 mesi la realizzazione delle indagini geognostiche e la strutturazione del sistema di monitoraggio che sarà poi in gestito da remoto e in continuo».