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A CASTELMEZZANO IL PROGETTO PER ESSERE PROTAGONISTI DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Alla SEC di Key Energy di Rimini la firma dell’ultimo protocollo di intesa di Legambiente, Kyoto Club e Azzero CO2 con i sindaci delle Comunità Energetiche Rinnovabili

Dai borghi e dalla sperimentazione delle comunità energetiche nasce la risposta per conciliare diffusione delle rinnovabili e tutela dei paesaggi vincolati: è una delle sfide che si pone il piccolo comune di Castelmezzano, nuovo luogo pilota di BeComE, il progetto di Legambiente, Kyoto Club e Azzero CO2 per rendere insieme a Borghi Più belli di Italia i piccoli Comuni italiani protagonisti della transizione energetica e trovare nuove strade per conciliare bellezza e rinnovabili. L’opportunità irrinunciabile è rappresentata dai 2,2 miliardi di euro che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina ai Comuni con meno di 5 mila abitanti per costituire le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): favorirne la costruzione partecipata sui territori è l’obiettivo dell’iniziativa che si presenta oggi pomeriggio, ore 16.15, alla Solar Exhibition & Conference (SEC) di Key Energy a Rimini. Prevista, durante l’evento, la firma di un protocollo d’intesa con il comune di Castelmezzano, una delle perle della rete d’eccellenza “I borghi più belli d’Italia”, coinvolta nella campagna con una sfida di costruire una comunità energetica di 1 MW a trazione pubblica al servizio del territorio. All’evento parteciperanno accanto a Legambiente e Kyoto Club esperti che ascolteranno i comuni pilota di Castelmezzano, Serra de Conti, Amandola, Pietracatella, Tramonti di sotto e Montegridolfo, impegnati nella stessa sfida di costruire una comunità energetica ponendosi al centro del processo aggregativo e della elaborazione progettuale. In attesa di costituire la CER nei borghi verranno facilitati laboratori di comunità e percorsi di approfondimento e verifica a cura di Azzero CO2. «Una sfida – ha dichiarato il sindaco di Castelmezzano Nicola Valluzzi – che intende conciliare transizione energetica e tutela del paesaggio urbano, che nel nostro caso si vuole realizzare attraverso la previsione di un impianto unico di produzione fotovoltaica a servizio della CER, su 2 ettari di superficie all’interno dell’area artigianale del comune, al di fuori del perimetro del centro storico e dell’area naturalistica protetta». «Quella delle comunità energetiche è una rivoluzione che, grazie al PNRR, investe del ruolo di protagonisti i piccoli Comuni, offrendo loro – spiega il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti. l’opportunità di realizzare un salto in avanti nella sostenibilità ambientale, ma anche in termini di coesione comunitaria e di pratiche sociali innovative». «Una scelta intelligente destinare risorse per sviluppare comunità energetiche rinnovabili nei piccoli comuni italiani – dichiara Francesco Ferrante, vice presidente Kyoto Club – Ora bisogna accompagnarli nello sviluppo cercando i migliori percorsi di messa a terra nell’uso efficace delle risorse». Comunità energetiche: la rivoluzione possibile. Le CER, introdotte in Italia nel 2020 con l’art. 41 bis del decreto Milleproroghe, rendono finalmente possibile lo scambio comunitario di energia rinnovabile, consentendo a cittadini, amministrazioni, piccole imprese e realtà locali di farsi protagonisti della rivoluzione energetica, distribuendo vantaggi ambientali, economici e sociali sui territori: dall’abbattimento delle emissioni climalteranti alla riduzione dei costi in bolletta, fino al contrasto alla povertà energetica.

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