TRACOLLO ARTIGIANATO IN BASILICATA: IN 10 ANNI 1996 SERRANDE ABBASSATE
Variazione negativa maggiore nel materano che nel potentino
Fiaccati dal boom degli affitti, dalle tasse, dall’insufficiente ricambio generazionale, dalla contrazione del volume d’affari provocato dalla storica concorrenza della grande distribuzione e, da qualche anno, anche dal commercio elettronico, gli artigiani stanno diminuendo «in maniera spaventosa». Negli ultimi 10 anni, il numero dei titolari, dei soci e dei collaboratori artigiani iscritti all’Inps è crollato di quasi 300 mila unità, per la precisone 281.925 (-15,1%): «È un’emorragia continua che sta colpendo, in particolar modo, l’artigianato tradizionale, quello che con la sua presenza, storia e cultura ha contrassegnato, sino a qualche decennio fa, tantissime vie delle nostre città e dei paesi di provincia». È quanto emerge dal rapporto dell’Ufficio studi dell’associazione Artigiani e piccole imprese Cgia Mestre. Per contro, però, ci sono settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione importante quali quelli delle aree appartenenti al benessere e all’informatica. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un forte aumento degli acconciatori, degli estetisti, dei massaggiatori e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Anche se l’aumento di queste attività è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell’artigianato storico, con il risultato che la platea degli artigiani è in costante diminuzione. Stando al numero di imprenditori artigiani presenti in Basilicata, la statistica include i titolari, i soci e i collaboratori, dal 2012 al 2021 si è passati da 14mila e 61 artigiani a 12mila e 65: meno mille e 996 artigiani (-14,2%). Basilicata, a livello nazionale, al 12esimo posto per variazione negativa. Ai primi tre posti ci sono Abruzzo (-22,1%), Piemonte (-18,9%) e Marche (-18,6%). Al16,3%) 19esimo e 20esimo posto, Trentino Alto Adige (-7,5%) e Campania (-7,4%). A livello provinciale peggio Matera di Potenza. Nel Materano, 49esima posizione, si è passati dai 4mila e 682 del 2012 ai 3mila 918 del 2021: meno 764 (-16,3%). Nel Potentino, 81esima posizione, invece si è passati dai 9mila e 379 del 2012 agli 8mila e 147: meno mille e 232 (- 13,1%). Le province più colpite dalla riduzione del numero degli artigiani sono state Rovigo (-2.187 pari a una variazione del -22,2 per cento), Massa Carrara (-1.840 pari a -23 per cento), Teramo (-2.989 pari a -24,7 per cento), Vercelli (-1.734 pari a -24,9 per cento) e Lucca (-4.945 pari a -25,4 per cento). Delle 103 province monitorate in questo ultimo decennio, solo Napoli ha registrato una variazione positiva (+58 pari al +0,2 per cento).