«CHI SA QUALCOSA, PARLI»
Omicidio Pucillo a Pescopagano, il condivisibile appello del Procuratore Curcio ai cittadini: il silenzio ammazza la verità
Ucciso lo scorso martedì: alle 6 e 30 colazione in paese, non oltre le 10 assassinato
Pescopagano, omicidio del dottore 70enne Lorenzo Pucillo, medico sociale del Picerno Calcio: la Procura di Potenza che indaga, come da prassi, a carte coperte, ha deciso di ricorrere ad un pubblico, ma non «generi- co», come è stato precisato, appello alla cittadinanza. Non è chiaro quanto investigatori ed inquirenti siano vicini o lontani alla soluzione del caso, ma, nel frattempo, fornite alcune precisazioni sul «grave fatto di sangue» «Sè trattato di un gravissimo e feroce omicidio, volontario ed efferato: non si tratta né di un incidente o di un evento fortuito, né tantomeno di un incidente di caccia». Così ha esordito il Procuratore distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco Curcio, nel lanciare l’appello. Seduto accanto a lui, il Comandante provinciale di Potenza dei Carabinieri, le indagini sono affidati agli uomini dell’Arma di Melfi, Luca D’Amore. Il cadavere di Pucillo è stato ritrovato nei terreni della sua azienda agricola a Pescopagano, lo scorso mercoledì mattina. L’omicidio, però, come ha reso noto il Procuratore distrettuale Curcio, è avvenuto la mattina del giorno prima, il 21 marzo, «non oltre le ore 10». L’ultimo avvistamento noto di Pucillo vivo, risale soltanto a poche ore prima. «Sappiamo – ha dichiarato Curcio – che il dottore Pucillo alle 6 e 30 era già attivo e stava nel centro di Pescopagano, nella piazza principale davanti al Comune, dove ha consumato la colazione. Poi si è recato ad alcuni chilometri di distanza in una zona isolata dove gestiva la masseria Miele in località Cucumiello, sempre nel territorio di Pescopagano». «Per raggiungere questa località – ha aggiunto il Procuratore distrettuale – sono ipotizzabili grosso modo 3 itinerari. I primi due, con l’uno che parte dallo scalo Calitri-Pescopagano, e l’altro dal centro di Pescopagano, sono entrambi percorribili attraverso strade sterrate che sia pur attraversando cancelli rustici conducono alla masseria. Il terzo, è un percorso a piedi che si può fare partendo dalla Statale Nerico-Potenza». Verosimilmente nell’intento di smuovere una certa scarsa collaborazione da parte della comunità, il Procuratore distrettuale Curcio nel premettere che «giustizia e sicurezza rappresentano beni che devono essere necessariamente garantiti dallo Stato», ha aggiunto: «Credo, però, sia impossibile garantirli se non vi è una consapevole collaborazione da parte di tutti i cittadini perchè al diritto alla giustizia e alla sicurezza corrisponde anche una consapevole collaborazione e un dovere di solidarietà da parte della comunità, calandosi anche nei panni della vittima e dei familiari». Per questo, «chiunque» abbia visto o sentito qualcosa lungo i tre percorsi possibili per raggiungere la masseria di Contrada Cucumiello, «notato il passaggio di qualcuno o di qualche macchina, sentito rumori insoliti o urla», «qualsiasi cosa di quella mattina sia rimasta impressa nella memoria», può riferirla ai Carabinieri di Melfi o direttamente alla Procura di Potenza: «Penseremo poi noi – ha concluso Curcio – a ricostruire i dati del mosaico dei fatti». A seguire da vicino l’evolversi delle indagini per conto del figlio della vittima, l’avvocato Pietro Pesacane che alla stampa ha detto: ««Non so moltissimo e siccome le indagini sono in corso, preferirei non dire nulla». L’ipotesi del tragico incidente è stata modificata all’esito dell’autopsia, eseguita al San Carlo di Potenza dal medico legale Mauro Ciavarella, che ha rinvenuto sul torace e sulla gola di Pucillo ferite compatibili con quelle di un’arma da fuoco, presumibilmente un fucile a pallettoni.
«Chiunque sappia qualcosa collabori con la giustizia», questo il senso e la lettera della dichiarazione del Procuratore Curcio in merito all’efferato delitto che ha visto morire il dottor Lorenzo Pucillo a causa di colpi da armi da fuoco. Un appello che noi ci sentiamo di sottoscrivere e fare nostro proprio per un richiamo alla civiltà e alla collaborazione con le autorità che sempre hanno caratterizzato la nostra terra e la nostra gente. Le mafie si reggono e si fondano sull’omertà degli associati e sul silenzio complice della popolazione che, per timore o per accondiscendenza, preferisce non vedere o, comunque, non riferire ciò che ha visto. La Basilicata non ha una tradizione mafiosa, non è una terra in cui è praticata l’omertà e ora ha il dovere civico e civile di dimostrare che chiunque sia in condizione di farlo, ha l’intenzione di collaborare con le istituzioni nella ricerca della verità. È al senso civico dei lucani che il procuratore Curcio fa appello ed è a quel senso civico che facciamo appello anche noi.
IL PRECEDENTE DI ELISA CLAPS
A breve la Rai presenterà una fiction su Elisa Claps, sulla sua morte, sulle indagini e sul ritrovamento del cadavere della ragazza uccisa in pieno centro a Potenza. Un delitto sul quale sono calate come mannaie e come narrazioni tutta una serie di illazioni che hanno spesso costruito un’idea distorta della città di Potenza e della Basilicata come se fosse normale nascondere, non raccontare, coprire e occultare. Come se fosse prassi consolidata non tanto da consorteria mafiosa quanto da filiera corta di amicizie urbane quello di coprirsi e nascondersi dietro mantelli di perbenismo interessato e complicità non dichiarate. Non è nostro compito approfondire quella vicenda ma crediamo che quella narrazione non sia conformartedì 28 marzo 2023 Basilicata 24 ore 11 www.lecronache.info me al nostro modo di conoscere la nostra terra, alle sensazioni che quotidianamente riceviamo dal nostro popolo riservato e chiuso ma non di certo complice o omertoso.
LA MAFIA UCCIDE, IL SILENZIO PURE
Peppino Impastato lo disse chiaramente che “la mafia uccide, il silenzio pure”. Noi non crediamo che il delitto Pucillo sia un delitto di malavita, non ne esistono né i presupposti oggettivi né quelli soggettivi per poter sospettare ciò. Siamo, però, convinti che la mafiosità non sia soltanto nella lupara e negli affari illeciti ma anche nella convinzione che in alcune questioni non ci debba intromettere, che alcuni problemi non ci riguardano e che è meglio starne alla larga. Pescopagano non è una metropoli, è un paesino e Lorenzo Pucillo è una persona conosciutissima e stimatissima, medico sociale del Picerno e da sempre impegnato nel sociale e sul territorio. Crediamo che in molti possano dire qualcosa su eventuali litigi, su problemi che aveva con qualcuno, su persone che lo hanno visto ed incrociato nelle ultime ore, negli ultimi giorni e negli ultimi istanti.Non è detto che ciascuna di queste informazioni sia utile, molte saranno pleonastiche o addirittura dannose ma possono servire per dipanare le nebbie che si vedono sull’omicidio, la totale mancanza di piste e di ipotesi investigative.
AIUTARE LA PROCURA
Curcio non è aduso a chiedere aiuto. Investigatore raffinatissimo guida la Procura con la giusta miscela di garantismo e arte investigativa. Quante volte ciascuno di noi ha sperato che fosse la Giustizia a risolvere qualche problema collettivo o individuale? Quante volte ci siamo rivolti alla Giustizia per risolvere una questione, per dipanare una lite, per cercare ristoro contro un torto subito. Ora è la Procura della Repubblica a chiedere aiuto a noi. Noi siamo lucani, popolo onesto e lavoratore dimostriamo di poter dare il nostro aiuto, di poter collaborare. Facciamo nostro l’appello di Curcio «chiunque sappia qualcosa parli», ognuno può dare il suo contributo per fare in modo che un caso sia risolto ed un assassino sia consegnato alla giustizia. Lo dobbiamo alla nostra terra, lo dobbiamo alle nostre famiglie.