I DATI UFFICIOSI SUL ROSSO
Aziende lucane in perdita: ecco di quanto. Saltano le Commissioni con le audizioni dei Dg. Sanità – Pittella: «Default, atto di sciatteria». Cifarelli: «Il Mef non tolleri trucchi contabili». Anche la Triplice insorge
Poche ore ancora e si chiuderà il sipario sul tempo delle ipotesi, iniziando domani ufficialmente, sui conti della Sanità lucana, le verifiche degli ispettori dell’Ispettorato generale per la spesa sociale (I.ge.spe.s) coordinati dall’Ispettore generale capo, la lucana classe ‘66 nata a Pomarico, Angela Stefania Lorella Adduce. Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) alle prese con il rosso settoriale della Basilicata: cause e sostenibilità del debito complessivo, scavando in profondità, i nodi non potranno non venire al pettine. Tra rendiconti preventivi e rendiconti consutivi, importanti disallineamenti. Ufficiosamente e in attesa di conferme, i passivi milioniari che circolano nei corridoi di via Verrastro e ai quali sta provando, non si sa come, a mettere mano il Direttore generale del Dipartimento regionale Sanità, Francesco Bortolan, sarebbero i seguenti: Aor San Carlo (meno 16milioni di euro), Asp (meno 7milioni di euro), Asm (-8milioni di euro) e Irccs Crob (-4milioni di euro). La situazione più critica, per quanto nominalmente non sembri, se così fosse, sarebbe quella dell’Irccs Crob perché in proporzione avrebbe il debito più alto. Tra valore della produzione stimato e costi della stessa poi effettivamente constatati, i più che i rispettivi Dg delle Aziende sanitarie avevano calcolano, si sono tramutati nel contrario. Come ha ricordato Cifarelli del Pd, «a parità di spese, ma con minori prestazioni effettuate, i conti vanno inevitabilmente in rosso». Verificabile e in parte anche corrispondente al vero. Per esempio, ma puramente in via generica, in riferimento al trend delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate dalle strutture dell’Asm nell’arco temporale 2017- 2022, su 27 centri, tranne che per il Poliambulatorio di Matera ed il Distretto di Stigliano, è un negativo percentuale generalizzato. Tra recente passato, situazione presente e futuro, i conti devono tornare. Per esempio, rispetto al futuro, vari gli investimenti che si potrebbero citare. A titolo esemplificativo, da ricordare che la Decisione di esecuzione della Commissione Europea del 4 novembre scorso è stato approvato il Programma nazionale Equità nella salute previsto nell’accordo di partenariato dell’Italia sulla Programmazione della politica di coesione 2021- 2027. Il Programma interviene nelle 7 Regioni del Mezzogiorno, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, per rafforzare i servizi sanitari e rendere più equo l’accesso, anche nell’ottica di sviluppare un’azione di sistema e di capacitazione dei sistemi sanitari regionali dell’area. Il Programma indica quattro aree di intervento: contrastare la povertà sanitaria; prendersi cura della salute mentale; porre il genere al centro della cura; assicurare una maggiore copertura degli screening oncologici. In attesa dell’avvio delle verifiche degli ispettori del Mef, ad aggiungere un ulteriore carico, il programma televisivo “Presa diretta”, andato in onda su Rai 3, con la puntata “Salviamo la Sanità pubblica”. In avvio, un quarto d’ora dedicato interamente alla Basilicata e più specificatamente alla Sanità del Materano. Da Marconia di Pisticci con l’associazione Agata volontari contro il cancro, al Madonna delle Grazie di Matera e poi a Pisticci all’ospedale distrettuale Tinchi: «La Sanità pubblica non riesce più a tenere aperti i servizi di assistenza alle persone». Il sindaco di Pisticci, Domenico Albano, ha spiegato: «Tinchi, purtroppo, è un contenitore vuoto. È stato ristrutturato da 1 anno, sono stati spesi più di 2milioni di euro, ma adesso è vuoto». Durante lo spazio dedicato alla Basilicata, ampi riferimenti alle lunghe liste di attesa, a Matera la presidente regionale del Tribunale per i Diritti del Malato, Maria Antonietta Tarsia, ha spiegato come «tutto è rinviato al 2024, per una mammografia 2 anni», e alla controversia Regione-sanità convenzionata. «La Regione – ha spiegato il giornalista Iacona – ha tagliato del 24% la somma destinata agli esami del convenzionato privato nel 2022. Il risultato è che ci sono 10milioni di euro in più di esami fatti nel 2022 che adesso la Regione Basilicata non vuole rimborsare». All’appello, ai privati convenzionati, mancano ottobre, novembre e dicembre. Al Mef, la manovra di cabrata.