IL PNRR E LA BASILICATA, LA REGIONE PUNTA FORTE SULLA DIGITALIZZAZIONE
A livello complessivo, il valore pro capite dell’importo ripartito più alto in Italia è quello lucano: quasi 2mila euro
Nella Sala della Regina del Palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei deputati, ha avuto luogo, ieri, la presentazione della Relazione semestrale 2023 della Corte dei conti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. In riferimento al riparto territoriale delle risorse del Pnrr, alla Basilicata oltre 1 miliardo di euro che se in termini nominali è una cifra tra le più basse se confrontata con i fondi assegnati alle altre regioni, così non è in relazione al rapporto tra l’importo totale e il riparto procapite sulla base della popolazione: mille e 959 euro, il più alto valore pro capite dell’importo ripartito in Italia. Anche altre milioni di euro sono sul piatto. Per esempio, per ciò che attiene agli oltre 15 miliardi del Piano nazionale complementare, le risorse messe dal Governo italiano per integrare e potenziare i contenuti del Pnrr, alla Basilicata assegnato l’1,1% del totale, pari a 146milioni di euro.
INDICE DELLE MISSIONI
Ad ogni modo 6 le Missioni del Pnrr: M1 digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, M2 rivoluzione verde e transizione ecologica, M3 infrastrutture per una mobilità sostenibile, M4 istruzione e ricerca, M5, inclusione e coesione, M6 salute. Il quadro complessivo è vasto e qualche tassello manca anche, come per esempio quello relativo alla riqualificazione edilizia residenziale pubblica: in relazione al raggiungi- mento dell’obiettivo posto per il secondo trimestre 2022 e, cioè, l’affidamento, da parte delle Stazioni appaltanti, della progettazione, mancano i dati «di due regioni, Basilicata e Abruzzo».
LA DIGITALIZZAZIONE
Con riferimento alla Missione 1, digitalizzazione, tra le regioni che hanno una destinazione di risorse superiore alla media c’è la Basilicata insieme con Valle d’Aosta, Trentino, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Calabria e Sardegna. Comprensibile il dato lucano, poichè la Basilicata è tra le regioni meno digitalizzate d’Italia, la peggiore è il Molise. Tra l’altro, nel confronto europeo, l’Italia è particolarmente penalizzata dalla dimensione digitale riferita al capitale umano, per il quale le nostre elaborazioni misurano infatti un Indice Desi pari ad appena 37,5, oltre dieci punti al di sotto del valore medio Ue. Lo scostamento dal dato nazionale, con i «ritardi più evidenti», interessa particolamente la Campania (32,7), Calabria (31,7), la Basilicata (31,1) e il Molise (29,6). Sulla connettività, la Basilicata «presenta ritardi nelle interconnessioni digitali», con «evidenti ritardi rispetto alla media nazionale», in riferimento all’adozione della banda larga fissa da parte delle famiglie lucane. Tuttavia, una speranza: al di sopra della media nazionale è invece la quota di laureati in ambito tecnologie dell’informazione e della comunicazione rilevata in Basilicata (4% contro 1,41 per cento). Resta il fatto, però, che regioni come la Basilicata (34,4), la Calabria (34,8), la Puglia (35,0) e il Molise (35,1) presentano un basso grado di digitalizzazione delle imprese, considerando che la media nazionale è pari a 39,5. Anche sui servizi pubblici digitali, Basilicata (56,1), seppur di poco, al di sotto della media nazionale (58,2). La media italiana percentuale di individui che negli ultimi 12 mesi hanno utilizzato internet per interagire con la Pubblica amministrazione è pari al 40,4%. In Basilicata, 35,9. Anche nella Missione Istruzione e ricerca, percentuali di risorse superiore al 10 per cento si riscontrano in Basilicata, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Campania, Molise.
SANITÀ: IL BASSO INVESTIMENTO PRO CAPITE IN BASILICATA
Gli enti del Sistema sanitario nazionale hanno attivato 6mila e 959 progetti, pari ad una richiesta di finanziamento pubblico per complessivi oltre 9 miliardi di euro. Tutte le Regioni del Mezzogiorno, sia a statuto ordinario che speciale, presentano valori pro-capite superiori alla media nazionale, 149,8 euro, con un range oscillante da un massimo di 188,2 euro per la Calabria, al minimo della Basilicata (165,7 euro pro capite), laddove tutte le Regioni del Centro e del Nord, con la sola eccezione del Friuli Venezia Giulia, si situano al di sotto della media nazionale, con valori relativamente più alti nella Provincia autonoma di Trento (147,5 euro), e minimi nel Lazio (87,3 euro pro-capite).
IL LAVORO A PARTIRE DAI CENTRI PER L’IMPIEGO
Elemento di rilievo, «nonché di potenziale criticità per quel che riguarda lo sviluppo delle politiche attive», come sottolineato dalla magistratura contabile italiana, resta il conseguimento dell’obiettivo generale, indipendente dal Pnrr ma ad esso sostanzialmente correlato, del previsto numero di assunzioni nei Centri per l’impiego (Cpi). Al riguardo, ricordato che per il triennio 2019-2021 si prevedeva l’assunzione di 11mila e 600 operatori nei circa 550 Cpi, per arrivare a circa 20mila ad- detti in totale. Secondo quanto riportato dalla Dirigente generale Politiche attive, al 31 dicembre 2022, risultano assunti 4.332 operatori, solo il 38 per cento di quelli previsti dal piano, «con grandi disparità tra le regioni» poichè «in Basilicata, Calabria, Molise e Sicilia non sono state fatte assunzioni». Da una Missione all’altra, tante le “scommesse” lucane del Pnrr. Tra queste, l’investimento relativo all’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali che risultano più inquinanti e difficili da riconvertire (hard-to-abate). Almeno «il 40 per cento delle risorse finanziarie disponibili (2 miliardi)», è destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Oppure, per citare un altro esempio, c’è il cosiddetto agrisolare che è incentrato sulla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica senza consumo di suolo. La misura “Parco agrisolare” riguarda l’acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività agricola, zootecnica e agroindustriale, nonché interventi di riqualificazione e di miglioramento dell’efficienza energetica dei fabbricati agricoli. Per la Basilicata, terz’ultima regione d’Italia avanti solo a Valle d’Aosta (4) e Liguria (22), ammesse 63 proposte per un contributo complessivo riconosciuto pari a 7milioni e 472mila euro.