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AUTOVELOX, GUARENTE PERDE ANCORA

Potenza, Varco D’Izzo rilevatore non omologato: automobilista assistito dall’avv Andretta vince ricorso. Cambiano i Giudici di Pace, ma non il verdetto: multe annullate

«Tutti gli strumenti di misurazione del limite di velocità debbono essere sottoposti ad omologazione, non basta l’approvazione, l’esecuzione di tali verifiche periodiche deve essere dimostrata o attestata con apposite certificazioni di omologazione e conformità, non potendo essere provata con altri mezzi di attestazione o dimostrazione del loro corretto funzionamento. Del resto approvazione ed omologazione costituiscono due procedure completamente diverse, peraltro sono ter- mini differenti ed il legislatore ha inteso riferire l’omologazione come obbligatoria alle apparecchiature utilizzate per accertare la velocità su strada, come l’apparecchio in questione, per i quali non è sufficiente l’approvazione». Queste poche righe, scritte dal giudice di pace di Potenza lo scorso 9 gennaio, sono la sintesi a sostegno dei primi ricorsi avanzati dagli automobilisti multati. Già, perchè ha aperto le porte all’annullamento di una serie di multe comminate a partire dalla scorsa estate agli automobilisti in transito sulla Statale 407 Basentana, vittime dell’autovelox piazzato (con limite a 70 km/h in un tratto in rettili- neo) qualche decina di metri prima dell’uscita Potenza Est in direzione proprio del capoluogo di regione. Tra gli ultimi dei ricorsi ad essere accolti c’è quello di un’automobilista assistito dall’avvocato Francesco Andretta: un verbale impugnato che «merita accoglimento – si legge – sulla scorta di censure attinenti l’operato dell’ente resistente». Spiegata in soldoni, al centro dei verdetti favorevoli ai ricorsi continua a reggere la tesi della mancanza del decreto di omologazione del dispositivo elettronico di rilevamento automatico della velocità, sottoposto «a mera approvazione ministreriale», unitamente alla «mancata indicazione della segnalazione». Pare siano queste le ragioni secondo le quali ha ottenuto l’annullamento da parte del giudice di pace di Potenza. Ogni altra procedura adottata, ad avviso del giudice, «deve ritenersi illegittima in quanto inidonea a conferire certezza ai rilevamenti». Principio che, a questo punto potrebbe continuare a motivare, a cascata, all’annullamento secondo “Ragioni di fatto e di diritto della decisione” di tutti i verbali ancora in attesa di essere impugnati. E i numeri – stando a quel- li resi noti finora – sono davvero imponenti: parliamo di oltre 30mila sanzioni elevate nei primi quattro mesi di “vita” dell’autovelox, secondo i dati aggiornati a poco più di un mese fa per un incasso complessivo superiore ai 3,5 milio- ni di euro per il Comune di Potenza che ora rischia un clamoroso effetto boomerang. Nonostante il ricorso in essere avviato in Appel- lo dall’Ente comunale stesso per attestanrne, invece, la sua legittimità.

IL PUNTO TRA RICORSI E CONTENZIOSI AVVIATI, ACCOLTI, RESPINTI E IN CORSO

Proprio l’autovelox sulla 407 Basentata è al centro, ormai da tempo, di varie azioni legali presentate da automobilisti immortalati dall’occhio elettronico mentre sfrecciavano al di sopra dei limiti di velocità. Anche se di poche decine di chilometri. E sull’impianto già nei mesi precendenti si è espresso sia il Prefetto di Potenza che il Giudice di Pace, oltre che la VI Commissione consiliare permanente del Comune di Potenza che ha audito spesso i referenti della Polizia Locale per fa- re con loro il punto sulle criticità in essere. E proprio attraverso i dari da questi diffusi che risulta basso, però, il dato relativo ai contenziosi avviati. Su oltre 50mila sanzioni, alla data odierna risultano 138 ricorsi al Prefetto di Potenza – di cui 3 accolti, 11 re- spinti e 124 in corso – mentre risultano 239 opposizioni al Giudice di Pace di Potenza, di cui 9 accolte, 8 respinte e 222 in corso. Quanto ai verbali archiviati, il numero complessivo è pari a 207. Di questi 158 sono Auto “civetta” delle Forze di Polizia per le qua- li non è possibile ottenere i dati dalle banche dati: 13 sono persone intanto decedute dopo la violazione, 2 sono targhe non leggibili, 3 riguardano errori di rileva- mento della targa in fase di accertamento e 18 risulta- no con difetto di notifica. Ma a questi verbali bisogna aggiungerne anche altri. 8.672 nel corso del 2022 riguardano l’impianto fisso situato sulla SS 658 (al- l’inizio della Potenza-Mel- fi, sulla destra, direzione Melfi), per un totale di altri 950mila euro (di cui 90mila dispese postali) e in via dell’Unicef in città (2905 verbali, per altri 62mila euro. Il totale delle sanzioni elevate dal Comune di Potenza per tutti e tre gli autovelox, nel corso del 2022, è pari a oltre 8 milioni di euro. Di questo, 4 già e altrettanti non ancora riscossi. D’altronde l’autovelox della discordia aveva già suscitato molte polemiche e proteste sin dalla sua installazione e dopo aver ricevuto multe molto salate, gli automobilisti hanno deciso di passare al contrattacco. E i primi verdetti si sono dimostrati fin da subito a loro favorevoli. Ma alla luce delle motivazioni diventa difficile ipotizzare un esito diverso per tutte le altre istanze già depositate o in via di presentazione. A questo punto diventa importante capire le eventuali contromosse da parte del Comune di Potenza sul fronte dell’omologazione dell’apparecchiatura. Ma il tema portante è un altro: alla luce dell’illegittimità del- l’autovelox rilevata dal giudice di pace, che fine faranno le multe già pagate? Purtroppo per chi ha pagato la contravvenzione sen- za contestarla, le possibilità di ottenere un rimborso sono quasi nulle. Un orientamento ribadito dalla Cassazione con diverse sentenze: e così anche in caso di multe illegittime, l’automobilista non può più pretendere il ristoro di quanto versato, neppure citando in giudizio l’ente che ha elevato la contravvenzione. Il principio è molto semplice, ma è chiaro che per i mal- capitati rappresenta la beffa dopo il danno: per i giudici della Suprema Corte pagare la sanzione entro i 60 giorni di rito costituisce una chiara ammissione di colpa e la conseguente rinuncia ad esercitare il proprio diritto alla difesa. Qui, però, siamo di fronte a multe elevate da un dispositivo giudicato illegittimo perché non omologato. Quelle contravvenzioni, quindi, potevano essere elevate? E chi risponderà delle eventuali negligenze nella predisposizione di tutta la documentazione per rendere l’autovelox pienamente legittimo? Domande che con tutta probabilità troveranno risposte nelle prossime settimane. Ormai il caso è esploso e sta procedendo a macchia d’olio, col sospetto che l’autovelox della discordia continuerà a far parlare di sè ancora a lungo

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