A PESCOPAGANO I FUNERALI DEL DOTTOR PUCILLO
Le indagini non si fermano: la pista del Dna e i cani molecolari potrebbero dare una nuova svolta al caso
Si sono svolti ieri pomeriggio alle ore 15:30 i funerali del dottor Lorenzo Pucillo, la cui salma ha avuto l’ultimo saluto di familiari, amici e conoscenti, presso la Chiesa San Giovanni Battista a Pescopagano. Il corteo funebre, in una folla raccolta, si è snodato tra i vicoli del paese, il feretro coperto da un cuscino di fiori chiaro, ha così percorso gli ultimi istanti verso la Chiesa. Vige incredulità, ancora non ci si capacita che il compaesano che aveva sempre un sorriso per tutti, sia finito così atrocemente. La famiglia è intanto chiusa nel massimo riserbo e nel dolore.
La notizia dei funerali era giunta dopo che la Procura della Repubblica di Potenza aveva dissequestrato la salma, in quanto si erano conclusi tutti gli esami autoptici e il provvedimento era stato notificato al Comune di Pescopagano.
«Amato e stimato da tutti. La solarità e la generosità con cui affrontavi la vita ci sarà sempre d’esempio» si legge sul manifesto funebre. Affranti per la perdita del proprio caro, ne hanno dato annuncio la moglie, il figlio, la nuora, il fratello, gli zii, i cugini ed i parenti tutti. Al termine del rito funebre le condoglianze sono manifestate presso il cimitero, con un saluto.
Una chiesa importante e antica quella in cui si è svolta la cerimonia funebre, a cui si accede da una solenne scalinata che affaccia sulle case e la vallata campana. Il paese difatti è l’ultimo al confine in Basilicata, prima della vicina Campania. In agro di Pescopagano fu trovato cadavere il medico, conosciuto e stimato da tutti. Era il 21 marzo. Ma su questo ritorneremo, perché se con i funerali si è dato l’ultimo addio al dottore, la comunità continua a non darsi pace e gli inquirenti proseguono serrato il lavoro di indagine.
A “PARLARE” POTREBBERO ESSERE LE TRACCE DEL DNA
Nella stessa mattinata di ieri i Carabinieri con i cani molecolari si sarebbero recati sul luogo del delitto per cercare tracce umane e non va escluso che nelle prossime ore, o giorni, si possano avere ulteriori notizie a seguito di eventuali comparazioni di DNA in una cerchia più ristretta di persone.
I cani avrebbero cercato tracce non solo sul “luogo del delitto”, ma anche nella zona circostante, evidentemente per cercare qualcosa che possa collegare e collocare fatti e persone. Un movente passionale? Una vendetta? Non si escluderebbero neppure queste ipotesi. Poteva essere Pucillo un ostacolo o un problema così grande da doverlo uccidere per liberarsene?
Molto comunque dipende dal tipo di tracce lasciate sul luogo o sul corpo del medico, l’omicidio è avvenuto con spari di fucile: Pucillo fu ferito mortalmente al torace e al collo e poi il corpo spostato in un dirupo tra i rovi. Potrebbe essere questa la chiave per aprire la serratura del mistero che avvolge la morte del medico, e “leggere” le piste lasciate sul luogo. Le tacce di DNA potrebbero così essere messe a confronto con eventuali altre. O per restringere la cerchia delle indagini.
Se ci fosse stata una colluttazione potrebbero esserci tracce sulle mani del medico, capelli, cellule, gocce di saliva o sangue dell’aggressore. Oppure nello spostare il corpo potrebbero essere rimasti frammenti genetici, insomma, nessuna pista sarebbe esclusa. Le indagini sono serrate ed il fascicolo per omicidio è aperto contro ignoti.
L’indagine è coordinata dal Pm Giuseppe Borriello e dal Procuratore capo Francersco Curcio.
Le ipotesi comunque potranno essere confermate o smentite dai riscontri dei rilievi eseguiti nell’obitorio dell’ospedale San Carlo di Potenza. Lì infatti fu trasferito dopo un primo arrivo al nosocomio di Pescopagano San Francesco Di Paola.
LE ULTIME ORE DI VITA DEL DOTTOR PUCILLO E LA COLAZIONE AL BAR
Il medico sociale dell’Az Picerno, di anni 70, secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri, aveva fatto colazione in un bar al centro del paese, situato difronte al Municipio, intorno alle ore 6:30 del mattino, per poi raggiungere la sua azienda agricola, percorrendo uno fra i tre possibili itinerari. Il terreno della Azienda agricola del medico si trova in località Cucumiello. Un luogo remoto, difficile da raggiungere se non si conosce bene la strada. Anche questo lascia pensare che evidentemente chi ha raggiunto il medico-allevatore per toglierli la vita, doveva indubbiamente conoscere molto bene non solo la strada, ma il luogo, le abitudini, gli orari e la zona circostante.
Un ambiente, quello, caro a Pucillo, che aveva lì diversi capi bovini di razza podolica, attività a cui dedicava moltissimo del suo tempo, essendosene appassionato.
LA PRIMA IPOTESI DI UNA FERITA MORTALE CAUSATA DA UN BOVINO, POI ACCANTONATA PER L’OMICIDIO
Erano state proprio le ferite al volto a far inizialmente pensare ad una aggressione da parte di uno dei suoi animali. Poi però, nelle immediate ore successive emerse la verità ed i dettagli che cominciarono ad affiorare sulla morte di Pucillo si sono fatti sempre più cruenti, passando da quell’iniziale ipotesi di un colpo mortale da parte di uno dei suoi animali da pascolo, per finire a quella che sarebbe una vera e propria esecuzione. Ma sono state le ferite sul corpo che hanno restituito la verità sull’omicidio: il medico sarebbe stato colpito prima da una fucilata, poi al capo, probabilmente con un bastone o il calcio stesso dell’arma, infine il colpo finale, sparato tra gola e mento. Il rinvenimento del corpo è successivamente avvenuto casualmente da parte di un agricoltore di passaggio che ha poi allarmato immediatamente i Carabinieri.
Gli investigatori continuano a cercare chiunque abbia incontrato Pucillo o lo abbia visto entro le ore 10 del 21 marzo: infatti, l’omicidio è avvenuto a quell’ora, secondo quanto emerso dall’autopsia.
Tutti gli elementi sono utili alle indagini: «Il passaggio di un fuoristrada, di soggetti armati o disarmati, voci e rumori particolari» ha spiegato il Procuratore Capo Curcio in conferenza stampa, e potrebbero essere decisivi alla svolta delle indagini, si tratta di un «gravissimo omicidio, volontario, feroce, efferato». Il Procuratore della Repubblica ha altresì evidenziato che «il diritto alla sicurezza deve essere sicuramente garantito dallo Stato, ma vi deve essere una consapevole collaborazione da parte di tutti i cittadini. C’è poi un dovere di solidarietà, calandosi anche nei panni della vittima e dei familiari».