BasilicataBlog

LA PROTESTA DEGLI “EROI COVID”

SANITÀ Presidio davanti alla Regione dei «precari e dimezzati» in cerca della stabilizzazione

Prosegue la protesta dei precari lucani del Covid. L’ultimo dei presidi – solo in ordine temporale – è avvenuto ieri mattina di fronte al Palazzo del Governo regionale di via Verrastro, in occasione dell’incontro tra sindacati, Regione Basilicata e Aziende del servizio sanitario del territorio. Al centro della vertenza il futuro di questi lavoratori dopo la lunga stagione della pandemia. Ciascuna delle regioni italiane, hanno provveduto a stabilizzare tutti i precari Covid, solo in Basilicata pare non ci sia spazio per questi operatori che comunque occupano tutt’ora posti vacanti, sebbene la regione lucana sia stata tra le prime a definire le linee guida sulla stabilizzazione, «ma che ad oggi è in ritardo e si trova ora ad essere indietro. E in particolare, – affermano i sindacati di categoria – all’Asp la stabilizzazione è stata parziale avendo riguardato solo 16 infermieri sui 104 idonei e un solo Oss su 19». «Il mio contratto è in scadenza il prossimo novembre 2023 – afferma una delle professioniste della Sanità lì presenti – e sebbene sia inserita in una graduatoria della “stabilizzazione” la Regione Basilicata insieme con l’Asp ci stanno abbandonando poiché nonostante il fabbisogno ancora necessario nella Sanità e le criticità ancora in essere su tutto il territorio, terminata l’emergenza ci stanno congedando e ci stanno dicendo “grazie, ma ora non servite più!”». «È bene chiarire che – prosegue – la stabilizzazione non è un obbligo da parte del- l’Azienda sanitaria, ma noi ci appelliamo alla “moralità”, quella che abbiamo dimostrato di avere noi in questi anni di Pandemia – incalza – e soprattutto noi chiediamo alla Regione Basilicata di fare come hanno fatto già gli altri Enti della Campania e della Puglia, ossia hanno stabilizzato tutti i sanitari che hanno lavorato nel periodo Covid e che erano già inseriti in questa graduatoria. Noi chiediamo un impegno in più – conclude – che sì hanno dimostrato di avere nelle intenzioni, ma non nei fatti pratici». Tant’è, fallimento e frustrazione aleggia tra gli operatori sanitari, anche quelli lucani, che hanno combattuto la battaglia silenziosa contro il Covid. Sono stati elogiati, hanno rischiato la vita ogni giorno per garantire un servizio nei reparti Covid, nelle centrali tamponi, impegnati nelle vaccinazioni e – non per ultimo – sono stati e sono impegnati tutt’ora sul territorio con il Servizio di 118. Tutti lucani, felici di offrire un servizio e soprattutto di aiutare la Comunità. Ormai sono prossimi alla scadenza del contratto, rischiando il licenzia- mento. «Da eroi a untori, a eroi dimenticati»: questo è il grido di ribellione che si è levato ieri mattina, in via Verrastro a Potenza, dinanzi alla sede della Regione Basilicata, da parte di Oss e infermieri dell’Azienda sanitaria di Potenza, definiti «precari Covid».

LE RAGIONI DEI SINDACATI

I primi contratti a termine per i lavoratori impegnati nel periodo della pandemia scadranno il 15 aprile. «L’Azienda sanitaria di Potenza è in ritardo – ha detto la segretaria regionale della Cgil funzione pubblica, Giuliana Scarano – e la vertenza poteva e doveva essere risolta prima. I ragazzi hanno dato tutto se stessi nel periodo di grande emergenza e non hanno trovato l’attenzione dovuta». La richiesta è rivolta alla la Regione che «deve metterci risorse proprie». Ilsegretario della Cisl Funzione pubblica, Pierangelo Galasso, ha sottolineato come «occorra superare il vincolo del 50 per cento dei fabbisogni da destinare alle stabilizzazioni, incrementando del cinque per cento. È un atto dovuto». «L’incremento del personale qualificato – ha sottolineato il segretario della Uil Basilicata Fp, Antonio Guglielmi – è fondamentale per rilanciare il sistema socio assistenziale in Basilicata. Contiamo oggi di mettere una pietra su una stabilizzazione che risulta tardiva all’Asp e incompleta per il San Carlo di Potenza». AF

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti