PAPA FRANCESCO: URBI ET ORBI 2023
Si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica
PAPA FRANCESCO
Urbi et Orbi, il Papa: Dio poni fine a tutte le guerre che insanguinano il mondo
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Pace per l’Ucraina e la preghiera perché Dio effonda “la luce pasquale sul popolo russo”. Poi dialogo tra israeliani e palestinesi, vicinanza a chi è stato colpito dal terremoto in Siria e Turchia, conforto per Haiti sofferente, aiuto per il Myanmar e giustizia per i “martoriati” Rohingya, conforto alle vittime del terrorismo in Africa occidentale, sostegno alle comunità cristiane che celebrano la Pasqua “in circostanze particolari”, come in Nicaragua ed Eritrea e in altri luoghi in cui è impedita la libera professione della fede. Affacciato dalla Loggia delle Benedizioni, dinanzi a una moltitudine di fedeli divenuti 100 mila in tutta l’area di San Pietro, Francesco nella benedizione Urbi et Orbi invoca da Dio doni di pace per un mondo troppe volte avvolto nelle “tenebre” e nell’“oscurità”
Cari fratelli e sorelle, Cristo è risorto!
Il passaggio dalla morte alla vita
L’annuncio della salvezza risuona dagli altoparlanti. Il Papa si affaccia alle 12 in punto, mentre nella assolata Piazza San Pietro risuona la fanfara con l’inno dello Stato della Città del Vaticano, seguito da un cenno dell’inno nazionale italiano. Gli onori militari, il picchetto della Guardia Svizzera, poi il Vescovo di Roma pronuncia, seduto, il suo messaggio non solo ai fedeli presenti ma anche tutti coloro che seguono via radio, web e tv, ai quali il Pontefice ricorda il senso della Pasqua: “In Gesù si è compiuto il passaggio decisivo dell’umanità: quello dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalla paura alla fiducia, dalla desolazione alla comunione”.
In Lui, Signore del tempo e della storia, vorrei dire a tutti, con la gioia nel cuore: buona Pasqua!
Presente il cardinale albanese Simoni
A fianco al Papa c’è il cardinale James Michael Harvey, arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura, il quale annuncia l’indulgenza plenaria. Presente pure il cardinale albanese Ernest Simoni, 94 anni, venuto a Roma per accompagnare i tre giovani albanesi che hanno ricevuto dal Pontefice il Battesimo nella veglia di ieri notte a San Pietro. Vittima di prigionia e torture da parte del regime comunista albanese, il cardinale è un eroico testimone della forza della fede nonostante le persecuzioni. Le stesse che ancora oggi, nel 2023, tanti credenti subiscono nel mondo.
Un ponte verso la vita
Il Papa ricorda questi testimoni nel corso della sua benedizione, durante la quale rivolge un pensiero pure ad ammalati, poveri, anziani e “chi sta attraversando momenti di prova e di fatica”. “Non siamo soli – rassicura – Gesù, il Vivente, è con noi per sempre”.
Gioiscano la Chiesa e il mondo, perché oggi le nostre speranze non si infrangono più contro il muro della morte, ma il Signore ci ha aperto un ponte verso la vita.
Affrettarsi verso la pace
“La speranza non è un’illusione, è verità!”, afferma poi Francesco. “Il cammino dell’umanità da Pasqua in poi, contrassegnato dalla speranza, procede più spedito”. Anzi, “diventa corsa”. E l’umanità è chiamata ad “affrettarsi” per andare incontro a Cristo risorto.
Affrettiamoci anche noi a crescere in un cammino di fiducia reciproca: fiducia tra le persone, tra i popoli e le Nazioni […] Affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più bisogno. Affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità.
Preghiera per l’Ucraina 🇺🇦
In questo cammino ci sono però ancora “tante pietre di inciampo”, che rendono il percorso “arduo e affannoso”. Sono tutte quelle guerre, le divisioni fratricide, le ingiustizie e le violenze che “insanguinano” il mondo. Il Papa le elenca una a una, a cominciare dalla “martoriata” Ucraina.
Aiuta l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo.
Il Vescovo di Roma invoca conforto per i feriti e per quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra, poi prega: “Fa’ che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie”.
Apri i cuori dell’intera Comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace.
Vicinanza alle vittime del terremoto in Siria 🇸🇾
Sempre guardando alla Siria, il Papa chiede sostegno – da Dio e dal mondo – per le vittime del violento terremoto che ha devastato anche la Turchia: “Preghiamo per quanti hanno perso familiari e amici e sono rimasti senza casa: possano ricevere conforto da Dio e aiuto dalla famiglia delle nazioni”.
Dialogo in Terra Santa e Libano 🇱🇧
Il pensiero va poi a Gerusalemme, “prima testimone” della Risurrezione di Gesù. Papa Francesco manifesta “viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la Regione”. Con uguale vigore, il Pontefice lancia un appello per il Libano “ancora in cerca di stabilità e unità”, perché “superi le divisioni e tutti i cittadini lavorino insieme per il bene comune del Paese”
Un pensiero ad Haiti 🇭🇹 e alla Tunisia 🇹🇳
Non dimentica il Papa il “caro popolo della Tunisia”, in particolare i giovani e chi soffre a causa dei problemi sociali ed economici: “Non perdano la speranza e collaborino a costruire un futuro di pace e di fraternità”.
“Volgi il tuo sguardo ad Haiti che sta soffrendo da diversi anni una grave crisi socio-politica e umanitaria”, è poi la supplica del Papa, “sostieni l’impegno degli attori politici e della Comunità internazionale nel ricercare una soluzione definitiva ai tanti problemi che affliggono quella popolazione tanto tribolata”
Processi di riconciliazione in Africa
Lo sguardo si sposta all’Africa, in particolare Etiopia e Sud Sudan con l’auspicio che si consolidino i processi di pace e riconciliazione già intrapresi e cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo. Francesco chiede conforto pure per le vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria. Subito dopo eleva un’altra preghiera a Dio:
Sostieni, Signore, le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea, e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede.
Aiuto per il Myanmar, giustizia per i Rohingya
“Aiuta il Myanmar a percorrere vie di pace e illumina i cuori dei responsabili perché i martoriati Rohingya trovino giustizia”, aggiunge ancora il Papa. “Conforta i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù”.
Nessuno sia discriminato
Al Signore, infine, Francesco chiede di ispirare i responsabili delle nazioni, “perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità” e “perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali”
Si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica
GALLERIA FOTOGRAFICA
MESSAGGIO URBI ET ORBI
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PASQUA 2023
Loggia centrale della Basilica di San Pietro
Domenica, 9 aprile 2023
Cari fratelli e sorelle, Cristo è risorto!
Oggi proclamiamo che Lui, il Signore della nostra vita, è «la risurrezione e la vita» del mondo (cfr Gv 11,25). È Pasqua, che significa “passaggio”, perché in Gesù si è compiuto il passaggio decisivo dell’umanità: quello dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalla paura alla fiducia, dalla desolazione alla comunione. In Lui, Signore del tempo e della storia, vorrei dire a tutti, con la gioia nel cuore: buona Pasqua!
Sia per ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, in particolare per gli ammalati e per i poveri, per gli anziani e per chi sta attraversando momenti di prova e di fatica, un passaggio dalla tribolazione alla consolazione. Non siamo soli: Gesù, il Vivente, è con noi per sempre. Gioiscano la Chiesa e il mondo, perché oggi le nostre speranze non si infrangono più contro il muro della morte, ma il Signore ci ha aperto un ponte verso la vita. Sì, fratelli e sorelle, a Pasqua la sorte del mondo è cambiata e quest’oggi, che coincide pure con la data più probabile della risurrezione di Cristo, possiamo rallegrarci di celebrare, per pura grazia, il giorno più importante e bello della storia.
Cristo è risorto, è veramente risorto, come si proclama nelle Chiese di Oriente: Christòs anesti! Quel veramente ci dice che la speranza non è un’illusione, è verità! E che il cammino dell’umanità da Pasqua in poi, contrassegnato dalla speranza, procede più spedito. Ce lo mostrano con il loro esempio i primi testimoni della Risurrezione. I Vangeli raccontano la fretta buona con cui il giorno di Pasqua «le donne corsero a dare l’annuncio ai discepoli» (Mt 28,8). E, dopo che Maria di Magdala «corse e andò da Simon Pietro» (Gv 20,2), Giovanni e lo stesso Pietro “corsero insieme tutti e due” (cfr v. 4) per raggiungere il luogo dove Gesù era stato sepolto. E poi la sera di Pasqua, incontrato il Risorto sulla via di Emmaus, due discepoli «partirono senza indugio» (Lc 24,33) e si affrettarono a percorrere diversi chilometri in salita e al buio, mossi dalla gioia incontenibile della Pasqua che ardeva nei loro cuori (cfr v. 32). Quella stessa gioia per cui Pietro, sulle rive del lago di Galilea, alla vista di Gesù risorto non poté trattenersi sulla barca con gli altri, ma si buttò subito in acqua per nuotare velocemente incontro a Lui (cfr Gv21,7). A Pasqua, insomma, il cammino accelera e diventa corsa, perché l’umanità vede la meta del suo percorso, il senso del suo destino, Gesù Cristo, ed è chiamata ad affrettarsi incontro a Lui, speranza del mondo.
Affrettiamoci anche noi a crescere in un cammino di fiducia reciproca: fiducia tra le persone, tra i popoli e le Nazioni. Lasciamoci sorprendere dal lieto annuncio della Pasqua, dalla luce che illumina le tenebre e le oscurità in cui troppe volte il mondo si trova avvolto.
Affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più bisogno. Affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità. Gioiamo per i segni concreti di speranza che ci giungono da tanti Paesi, a partire da quelli che offrono assistenza e accoglienza a quanti fuggono dalla guerra e dalla povertà.
Lungo il cammino ci sono però ancora tante pietre di inciampo, che rendono arduo e affannoso il nostro affrettarci verso il Risorto. A Lui rivolgiamo la nostra supplica: aiutaci a correre incontro a Te! Aiutaci ad aprire i nostri cuori!
Aiuta l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo. Conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa’ che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie. Apri i cuori dell’intera Comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace. Sostieni quanti sono stati colpiti dal violento terremoto in Turchia e nella stessa Siria. Preghiamo per quanti hanno perso familiari e amici e sono rimasti senza casa: possano ricevere conforto da Dio e aiuto dalla famiglia delle nazioni.
In questo giorno ti affidiamo, Signore, la città di Gerusalemme, prima testimone della tua Risurrezione. Manifesto viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la Regione.
Aiuta, Signore, il Libano, ancora in cerca di stabilità e unità, perché superi le divisioni e tutti i cittadini lavorino insieme per il bene comune del Paese.
Non ti dimenticare del caro popolo della Tunisia, in particolare dei giovani e di coloro che soffrono a causa dei problemi sociali ed economici, affinché non perdano la speranza e collaborino a costruire un futuro di pace e di fraternità.
Volgi il tuo sguardo ad Haiti, che sta soffrendo da diversi anni una grave crisi socio-politica e umanitaria, e sostieni l’impegno degli attori politici e della Comunità internazionale nel ricercare una soluzione definitiva ai tanti problemi che affliggono quella popolazione tanto tribolata.
Consolida i processi di pace e riconciliazione intrapresi in Etiopia e in Sud Sudan, e fa’ che cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo.
Sostieni, Signore, le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea, e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede. Dona conforto alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria.
Aiuta il Myanmar a percorrere vie di pace e illumina i cuori dei responsabili perché i martoriati Rohingya trovino giustizia.
Conforta i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù. Ispira, Signore, i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica.
Fratelli, sorelle, ritroviamo anche noi il gusto del cammino, acceleriamo il battito della speranza, pregustiamo la bellezza del Cielo! Attingiamo oggi le energie per andare avanti nel bene incontro al Bene che non delude. E se, come scrisse un Padre antico, «il più grande peccato è non credere nelle energie della Risurrezione» (Sant’Isacco di Ninive, Sermones ascetici, I,5), oggi crediamo: «Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto» (Sequenza). Crediamo in Te, Signore Gesù, crediamo che con Te la speranza rinasce, il cammino prosegue. Tu, Signore della vita, incoraggia i nostri cammini e ripeti anche a noi, come ai discepoli la sera di Pasqua: «Pace a voi!» (Gv20,19.21).