LA PUGLIA VUOLE PAGARE, MA…
Prima vogliono la rendicontazione per le compensazioni già versate. Acqua, debito da 83 milioni: il Ministro Fitto rinvia incontro con Bardi e Emiliano. Prime reazioni dalle istituzioni pugliesi
Di Massimo Dellapenna
Cronache TV continua la sua azione di informazione sulla situazione dell’acqua lucana e del rapporto con la vicina puglia portando sul Canale 68 del digitale terrestre, in tutta Italia la questione. Ad occuparsene questa volta dalla redazione pugliese della testa “Cantiere Italia” condotta da D’Alessio che ha ospitato l’Ing. Gianluigi Fiore, direttore del settore di Approvvigionamento Idrico di Acquedotto Pugliese, il dott. Nicola Di Donna, responsabile del dipartimento Idrico di Azione e il dott. Gianluca Vurchio, Sindaco di Cellammare e componente del consiglio direttivo dell’autorità idrica pugliese.
LA PUGLIA TRA PERDITE IDRICHE, INVESTIMENTI E SCARSITA’ D’ACQUA
Nell’introdurre l’argomento D’Alessio ha spiegato chiaramente la situazione dell’acqua in Puglia: «La Puglia – ha ricordato il direttore della redazione pugliese di Cronache – è una Regione che ha una scarsità idrica naturale non avendo corsi d’acqua in quanto la natura carsica del terreno tende a far cadere tutta l’acqua nel sottosuolo. Per questo motivo la Puglia è totalmente dipendente per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico e più di un secolo fa fu costruito un grande acquedotto che consentiva di porta l’acqua dalla Basilicata, dal Molise e dalla Campania». Ad accendere subito il dibattito sulla gestione idrica in Puglia ci pensa Di Donna. Il rappresentante di Azione ha ricordato che nelle scorse settimane il partito di Calenda ha diffuso una nota nella quale ha chiesto all’autorità idrica pugliese chiarimenti sul piano d’ambito che, nel prevedere la distribuzione dell’acqua a 4 milioni di persone non solo ha immaginato un aumento della popolazione pugliese che sarebbe in controtendenza rispetto alle previsioni demografiche ma, soprattutto, ha previsto investimenti giustificati con un aumento della distribuzione di acqua da 230 milioni di metrocubi a 370 milioni di metrocubi. Secondo Azione tale previsione sproporzionata, se non confermata dall’aumento demografico rischia di far aumentare i costi sui cittadini. «Saranno 3 milioni e mezzo di pugliesi a pagare gli investimenti previsti per 4 milioni di persone» ha detto Di Donno. «Di contro – ha proseguito Di Donna – nulla viene fatto per ridurre le perdite e gli sprechi». Numeri alla mano Azione ricorda che la Puglia acquista 500 milioni di metricubi di acqua e ne fattura agli utenti 230 milioni, per cui metà dell’acqua che arriva viene dispersa dalle tubazioni. A spiegare il piano d’ambito ci ha pensato Vurchio che ha ricordato che «il piano d’ambito prevede investimenti da oggi al 2040 per circa sette miliardi di euro tra i quali rientrano anche investimenti per ridurre le perdite». «Già quest’anno – ha detto Vurchio a Cantiere Italia in programmazione nazionale sul canale 68 – partiranno dei lavori su quasi 50 comuni pugliesi per il risanamento idrico ed entro il 2024-25, partiranno ulteriori lavori in altri comuni, fino alla copertura totale di 256 comuni».
L’ACQUA NON È IL PETROLIO CHE DA ROYALTIES CHE POSSONO ESSERE USATE IN QUALSIASI MODO
Su una cosa, però, tutti gli interlocutori pugliesi sono stati concordi, agendo per gli interessi del territorio prima e al di sopra degli interessi partitici: se ci sono debiti devono essere pagati ma la Regione Basilicata ci deve dire come ha speso i soldi che gli sono stati dati. «Se c’è un debito deve essere onorato – ha dichiarato esplicitamente Di Donna – ma la domanda, sorge spontanea: tutti i soldi che sono stati forniti alla Basilicata dove sono stati investiti? Quali sono gli investimenti che la Regione Basilicata ha fatto con le centinaia di milioni che ha già ricevuto? Sono stati fatti interventi a tutela della risorsa?» «Noi non abbiamo una chiara evidenza di che cosa la Regione Basilicata ha fatto di queste somme – ha proseguito Di Donna – però è anche opportuno che si chieda evidenza delle somme già avute e dove sono state spese, perché se hanno preso altra destinazione non è corretto». «L’acqua non è il petrolio – ha concluso l’esponente di Azione – di cui la Basilicata incassa le Rojalties e decide che cosa farci. Quelle somme sono finalizzate alla parte ambientale con una destinazione ben precisa ». Dello stesso avviso Gianluca Vurchio secondo il quale «se c’è una posizione debitoria va onorata ma deve essere chiesto anche conto alla Basilicata di come siano stati spesi i soldi già pagati e solo dopo si potrà iniziare a parlare di posizioni debitorie ». Mentre l’ing. Fiore sminuisce la portata della responsabilità di Acquedotto Pugliese ricordando che l’ente ha pagato la maggior parte dei propri debiti con la Basilicata per cui il problema è più contabile che reale e ha ricordato i pesanti inadempimenti dell’ILVA nei confronti della Regione Basilicata.
UNA QUESTIONE ANCORA AL DI LÁ DA RISOLVERE
A quanto pare le problematiche relative alla risorsa idrica, al suo utilizzo e ai pagamenti sono tutt’altro che risolti. L’appuntamento con Fitto che era previsto per ieri è stato rinviato per improvvisi impegni istituzionali a venerdì 21 alle ore 15 ma, intanto, le parti iniziano già a svelare le proprie carte. Se Bardi rivendica per la Basilicata il pagamento di quanto di spettanza, la Puglia si prepara a subordinare il pagamento del dovuto alle spiegazioni sull’utilizzo delle compensazioni fino ad ora ricevute. Noi ci prepariamo a continuare a seguire la vicenda. Nel frattempo, però, ci poniamo due domande: riuscirà la classe dirigente di Basilicata, al di sopra delle divisioni di partito a stringersi intorno a Bardi e Latronico per ottenere ciò che alla nostra Regione spetta? Se è vero che le risorse erano vincolate a questioni idriche ed ambientali, come sono state spese ed investite? Ai prossimi approfondimenti l’ardua sentenza.