LATINA, PROCESSO ‘RESET’ PARLANO ALTRE VITTIME
Alcuni testimoni cercano di ridimensionare i fatti
Sono ancora le vittime di estorsione le protagoniste della nuova udienza del processo ‘Reset’. In una lunga udienza al Tribunale di Latina presieduto da Laura Morselli sono stati ascoltati altri testimoni dell’accusa, rappresentata in aula dai pubblici ministeri Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri della Direzione distrettuale antimafia. A raccontare i soprusi subiti nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020 da esponenti del clan, alcuni commercianti, titolari di aziende e professionisti. E quasi tutti hanno cercato in qualche modo di ridimensionare la gravità dei fatti anche quando, come accaduto ai titolari di un’azienda casearia, un paio di appartenenti al gruppo che si erano presentati per riscuotere un credito per conto di un altro imprenditore, hanno mimato il gesto della pistola. I proprietari di alcuni noti negozi del centro cittadino hanno cercato di far passare gli acquisti di merce a prezzi irrisori o addirittura gratis per sconti riservati ai clienti. Soltanto uno dei testi comparsi in aula ha raccontato di essere stato costretto a pagare migliaia e migliaia di euro e di avere pagato anche a costo di chiedere il denaro alla madre per paura di ritorsioni.