QUELLA DIMENTICANZA SULL’ILVA
Acqua, tra i debitori anche la fallita acciaieria tarantina che dovrebbe al 2018 circa 20 milioni di euro
Riscossione incerta, dai precedenti governi lucani non fatta richiesta di iscrizione al passivo
Continua il nostro approfondimento sull’acqua lucana e sui corrispettivi che la Puglia deve alla Regione Basilicata.Come già osservato nei nostri precedenti articoli, la Puglia deve complessivamente 80.000.000 di Euro alla Regione Basilicata. Sulla questione, grazie alla pervicace azione di Bardi, è stato convocato un tavolo tecnico e il meloniano Fitto si sta personalmente adoperando per affrontare e risolvere il problema.
IL DEBITO DELL’ILVA
Come già emerso nei dibattiti televisivi su CronacheTv nel Canale 68 del digitale nazionale, uno dei nodi più complessi da risolvere è quello relativo alla debitoria dell’Ilva. Il polo siderurgico tarantino, infatti, ha utilizzato e utilizza l’acqua lucana, ha accumulato un debito di 20 milioni circa fino al 2018 che diventano 30 nella proiezione ad oggi. Le acciaierie tarantine, insieme ad Acquedotto Lucano, sono il principale debitore della Basilicata ed è l’unico ente che non ha pagato nulla di quanto dovuto.
IL FALLIMENTO E IL CAMBIO DI PROPRIETÀ
L’Ilva come tutti sanno, ha cambiato proprietà a causa delle procedure concorsuali di cui è stata oggetto. Per essere chiari i debiti della vecchia Ilva sono entrati in quella che i giuristi chiamano par condicio creditorum a seguito dal fallimento. Di quei debiti, in pratica, non risponde più il propietario delle acciaierie ma la curatela fallimentare della vecchia società.
LA BASILICATA NON SI È ISCRITTA AL PASSIVO
La Regione Basilicata non ha mai fatto istanza di iscrizione al passivo entro il 2018. Tutto ciò determina che quei debiti probabilmente non potranno più essere riscossi dalla Basilicata. In pratica l’Ilva potrebbe non pagare nulla di quanto dovuto a causa di una distrazione dei precedenti governi della Regione Basilicata. In pratica la Basilicata potrebbe aver regalato l’acqua all’Ilva
IL DIFFICILE COMPITO DI FITTO E BARDI
Venerdì prossimo, se non dovessero esserci nuovi rinvii, a Roma si terrà la riunione per trovare la modalità migliore per affrontare la situazione. Il Presidente Bardi e il Ministro Fitto hanno dimostrato tutta la loro pervicacia e determinazione nell’affrontare la questione. Emiliano ancora nicchia e non da risposte esaustive mentre la politica pugliese cerca di nascondersi dietro le richieste di chiarimento sui ristori ambientali. Noi continuiamo e continueremo ad essere sul pezzo nella difesa degli interessi del territorio nel- la speranza che lo stesso facciano tutti gli attori sociali, politici e mediatici della nostra regione. Intanto ci piacerebbe sapere perché i precedenti governi regionali della Basilicata hanno dimenticato di insinuarsi nel passivo dell’Ilva non chiedendo così il pagamento di quanto dovuto nella speranza di non dover pagare 20.000.000 di euro di mancati introiti per questa distrazione.