ANIBAL A MURO CON “GLI OCCHIALI DI MIO NONNO”
Gli avi emigrarono in Argentina ma le radici muresi lo hanno riportato qui, dove ha presentato il suo libro
Anibal Troglio, il cui cognome Troglia fu trascritto male quando i nonni emigrarono in Argentina, è tornato per la prima volta a Muro Lucano, per ritrovare le sue origini e nell’occasione presentare in anteprima italiana il suo libro “Gli occhiali di mio nonno- Il miracolo della crociera”.
Si tratta di un racconto di situazioni e fatti visti attraverso le lenti degli “occhiali del nonno” materno Vicente Galella, che gli hanno permesso di vedere cose che normalmente non avrebbe potuto vedere. La mamma li aveva conservati con cura. Molti anni dopo Anibal cominciò a immaginare questa storia, basata sul racconto della crociera verso Muro Lucano, il paese dove nacquero i suoi nonni materni e paterni, viaggio effettuato mentre scoppiava la pandemia Covid-19. .
Mentre Anibal scriveva questa storia, in pieno Oceano Atlantico, si trovava in viaggio in nave verso l’Italia e da lì avrebbe visitato il paese natio di suo nonno, Muro Lucano con l’idea di concludere l’ultima parte di scrittura nella terra dei suoi antenati.
Ma la sua speranza è delusa, quando proprio a causa della pandemia, tutti i passeggeri, compreso lui, arrivati al porto di Genova furono costretti a tornare in Argentina, ad un soffio dal mettere piede sul suolo italiano, i suoi sogni e desideri si sono infranti, ma Anibal non si è arreso, e cessata l’emergenza sanitaria è ripartito alla volta dell’Italia, richiamato dalle sue radici muresi.
Ad accogliere Anibal per la presentazione del suo lavoro letterario, l’Unitre di Muro Lucano. Ad oggi il libro è stato tradotto in italiano da Angelo Di Lorenzo, presso la sede della Federazione delle Società Italiane di Mar del Plata. A dialogare con l’autore la dottoressa Francesca Setaro, la cui mamma ha vissuto l’infanzia a Miramar, una città dell’Argentina e non ha mai dimenticato quei luoghi. Questo amore è stato probabilmente trasmesso a Francesca che ha studiato la lingua spagnola ed ha fatto da interprete e moderatrice dell’evento.
Arrivato a Muro Anibal non ha potuto esimersi dal cercare l’abitazione dei suoi nonni, che ha poi scoperto essere nel quartiere San Nicola, luogo distrutto dal terremoto dell’80, e divenuto museo a cielo aperto. Nonostante il recupero dell’area però non è stato possibile rintracciare l’ubicazione della casa.
Nella giornata successiva è stata celebrata una messa in ricordo dei suoi antenati e per l’occasione Anibal ha donato una particolare statua della Vergine portata da oltreoceano, riconosciuta dalla Chiesa cattolica come Patrona dell’Argentina.