LAGONEGRO, PER IANNIBELLI FINE DEI GIOCHI
Amministrative naufraga l’avventura politica di Giuzio (fdi) e Pittella (azione). Per il Tar esclusione giusta: i ritardi nella presentazione lista colpa della candidata sindaca
È iniziata male ed è finita peggio la naufragata avventura politica per le prossime comunali di metà maggio a Lagonegro nata dall’accordo tra la locale sezione di Fratelli d’Italia e l’e presidente della Regione in quota Pd, Marcello Pittella, attuale consigliere regionale sotto il vessillo di Azione. Gli uomini del segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Giuzio, e del lauriota sognavano la conquista del comune Commissariato dallo scorso ottobre, attraverso l’elezione della candidata sindaca scelta: l’avvocata Concetta Iannibelli. A fare da sveglia, però, la sentenza del Tribunale amministrativo della Basilicata (Tar) che ha respinto il ricorso presentato dalla candidata prima cittadina della lista “Lagonegro Libertà e Progresso”. Via Tar uno l’obiettivo, adesso ufficialmente mancato: l’annullamento della ricusazione della lista Iannibelli made Giuzio&Pittella da parte della Commissione elettorale circondariale di Lagonegro. Mattinata, quella di sabato scorso, sicuramente convulsa a Lagonegro data la singolare congestione dell’ufficio elettorale che, però, pur nella straordinarietà della situazione, ha assolto, come ha stabilito il Tar, ai compiti istituziona assegnati. Se avesse fatto, l’avvocata Iannibelli, come ha, invece, fatto la candidata sindaca ammessa, Maria Di Lascio, che non si è costituita in giudizio, non sarebbe incorsa in sorprese last minute. Di Lascio, per tutte le fa- si di raccolta firma ed autentica candidature, si è avvalsa di un avvocato iscritto al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Lagonegro che, come ha ricordato il Tar a Iannibelli, aveva comunicato la propria disponibilità. La freccia nell’arco del duo Giuzio-Pittella, tuttavia, come da sua stessa ammissione, si è vista costretta a doversi avvalere per la autentica unica- mente degli Uffici comunali, «avendo definito la lista elettorale solo nella notte tra venerdì e sabato». Da ricordare che il mancato rispetto del termine finale, la presentazione delle candidature entro le ore 12, comporta l’esclusione della lista, a nulla rilevando la mera presenza fisica dei presentatori nella segreteria del Comune. Se i ritardi, come nel caso di Lagonegro ha stabilito il Tar, sono imputabili al presentatore, che le operazioni di autenticazione siano iniziate alle 10 e 26, come comunicato dal segretario comunale, ma che sin dalle ore 9 e 30, come sostenuto da Iannibelli, lei era presente, non è dato tale da incidere sulle conclusioni: ricusazione corretta. Per la cronaca, anche un’altra lista è stata ricusazione, “Cantiere Lagonegro” con candidato sindaco Antonio Gaetano Carmine Brigante. Ufficiosamente, secondo l’indiscrezione già raccolta da Cronache Lucane, i presentatori della lista Iannibelli si sarebbe ricordati soltanto alle 11 e 40 di ritirare l’ultimo certifica- to elettorale per il candidato Borreca e solo a partire da quel momento hanno potuto iniziare a raccogliere le firme per presentare ufficialmente la candidatura. Di sottoscrittori ne servivono in numero non inferiore a 60 e non superiore a 120 se la popolazione superiore a 5mila abitanti. Per la non più candidata sindaca Concetta Iannibelli, il ritardo era stato determinato da disfunzioni organizzative e dall’inefficienza dell’apparato comunale. Per il Tar, il contrario: l’esclusione della Lista “Lagonegro Libertà e Progresso” «è stata causata dal comportamento negligente, di far autenticare le firme del suo candidato sindaco, dei suoi 12 candidati alla carica di Consigliere comunale e dei suoi sottoscrittori presso gli uffici comunali, quando mancavano meno di 2 ore alla scadenza del termine perentorio delle ore 12». In una pagina, il Tar ha smontato le doglianze dell’avvocata Iannibelli. La non più candidata sindaca ha equivocato sulla situazione di «oggettiva eccezionalità ed imprevedibilità» descritta dal segretario comunale Silvio Bastardi. L’intento dell’esclusa era quello di far passare la frase citata come un’ammissione di colpa da parte degli Uffici per far ricadere, di conseguenza, il suo ritardo nelle cause non imputabili ai presentatori, ovvero nel perimetro dell’illegittima ricusazione. Per rafforzare la linea difensiva, da Iannibelli fatto notare come le uniche due liste ammesse, candidati sindaco Di Lascio e Salvatore Falabella, siano state acquisite entrambe alle ore 12 e 05. Ma per il Tar, Iannibelli ha errato poichè non ha tenuto conto di due circostanze: che entro le ore 12 dovevano essere completate le formalità di ammissione della liste e che, come avvenuto, in quel momento anche altre liste avrebbero potuto recarsi negli uffici comunali per autenticare le firme dei candidati e dei sottoscrittori. Quando, principio di massima risultante nella specifica giurisprudenza, un minimo scostamento di orario nella presentazione della lista è giustificato da validi motivi, di per sé, non è motivo sufficiente a giustificarne l’esclusione, tenuto anche conto del principio di favore per la più ampia partecipazione delle liste alla competi- zione elettorale. Per cui, l’«oggettiva eccezionalità ed imprevedibilità» è stata descritta dal segretario comunale non per un atto di auto accusa prodromico alla riammissione, via Tar, di “Lagonegro Libertà e Progresso” , ma per giustificare, invece, quel 12 e 05 riferito alle uniche due liste ammesse. Il ricorso di Iannibelli è stato contro la Commissione elettorale circondariale di Lagonegro, il Ministero dell’Interno, la Prefettura di Potenza e il Comune di Lagonegro, che non si è costituito in giudizio. Nel respingere il ricorso, il Tar, contestualmente, ha condannato Concetta Iannibelli al pagamento, in favore delle Amministrazioni Statali resistenti, delle spese di giudizio, liquidate in complessivi mille e 500 euro.