MENSE SCOLASTICHE, SI ATTENDE IL NUOVO SUONO DI CAMPANELLA PER L’AGGIUDICAZIONE CHE NON C’È
Doveva ess ere la svolta. E in vece il nuovo servizio di refezione nelle scuole potentine è ancora fermo al palo
POTENZA. Continua a tenere banco il caso delle mense scolastiche. Per il momento il passaggio dal vecchio al nuovo servizio non pare sia messo in discussione, anche se il potenziale subentro – con un nuovo affidamento promesso dal sindaco Guarente all’inizio dell’anno scolastico ormai agli sgoccioli – sta scontando un palese ritardo. Ricostruendo la vicenda, la Società Cooperativa Sociale Multiservice Sud nel 2015 si è aggiudicata l’appalto del servizio di refezione scolastica per gli alunni delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di I° grado del Comune di Potenza. Il suo ultimo anno scolastico sarebbe dovuto essere quello del 2017-2018, ma, l’Amministrazione comunale – che allora era del tutto impreparata – per garantire continuità al servizo della mensa, con l’inizio dell’anno scolastico ormai alle porte, a settembre 2018 concesse la prima proroga fino al dicembre dello stesso anno, nelle more dell’espletamento della procedura finalizzata all’individuazione del nuovo aggiudicatario. Così poi a gennaio 2019 la seconda proroga e via via fino all’ultima che cronologicamente copre aprile 2023- 30 giugno 2023. L’APPALTO “INDIGESTO” Di fatto, l’affidamento del servizio mensa scolastica risultava già “indigesto” dentro e fuori le mura di Palazzo di Città. L’Amministrazione Guarente tacciata, infatti, dai consiglieri comunali d’opposizione di essere una sorta di «Robin Hood alla rovescia» anche per aver tardato come mai prima rispetto alle Amministrazioni precedenti nella pubblicazione del bando per l’iscrizione agli asili nido e, di conseguenza, all’annessa graduatoria «mettendo in difficoltà – affermavano in tempi non sospetti i consiglieri di centrosinistra – famiglie e operatori, hanno gettato la maschera nella rimodulazione delle fasce Isee per l’accesso alle mense scolastiche». Un «grandissimo rammarico» anche da parte del Comitato spontaneo dei genitori che ne chiedevano una risoluzione immediata anche per il problema annesso dell’aumento delle tariffe del Servizio Mensa scolastica per le fasce Isee medie. Anche perché le soluzioni a questi problemi si potevano trovare decisamente prima. Il costo del pasto è aumentato due anni fa. I costi sono aumentati con l’introduzione di una serie di misure anti Covid. Finché ci sono stati gli aiuti statati che hanno permesso ai Comuni di far fronte all’aumento dei costi, nulla è cambiato per il servizio mensa. Il Comune ha potuto “accollarsi” la differenza. Ora non può più farlo. La soluzione trovata è stata quella di rimodulare le fasce Isee in modo che il maggior costo non impattasse sulle fasce deboli. Non hanno pensato però alle famiglie con più figli e che rientrano in una fascia Isee media. E in Assise le proposte non sono mancate: le proposto all’esenzione per tutti erano state avanzate a febbraio, quando c’era ancora tutto il tempo per trovare una soluzione. Gli emendamenti sono stati tutti bocciati. Che l’intera vicenda abbia prodotto più di un danno, sembrerebbe ora una cosa abbastanza evidente. I bambini continuano a usufruire do un servizio mensa considerato «dai costi spropositati». Le scuole di Potenza sono frequentate da tanti bambini che risiedono nei comuni limitrofi, sarebbe stato giusto trovare un accordo con i Comuni di residenza per far si ché il costo del pasto potesse essere a carico dell’Ente e alleggerire il Comune di Potenza. Questo avrebbe liberato risorse per circa 50 mila euro. Si poteva pensare ad una differenziazione dei pasti in pasto piccolo, medio e grande. Questo avrebbe potuto evitare lo spreco di cibo perché quasi sicuramente un bambino di 3 anni non mangia la stessa quantità di cibo di uno di 10 e avrebbe comportato anche un minor costo da pagare per il singolo pasto. Questi sono solo alcuni esempi di quello che si poteva fare e che non è stato fatto. Così si sta rischiando di portare le famiglie a decidere di non far mangiare i propri figli alla mensa. Col rischio di creare studenti di seria A e studenti di serie B. Eppure, l’Amministrazione comunale è tenuta alla fornitura del servizio di refezione scolastica rivolta agli alunni delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di I° grado è un servizio comunque finalizzato a garantire il diritto allo studio. Come consuetudine, ormai, questa Amministrazione naviga a vista e non trova le soluzioni per tempo ai problemi. Intanto, il primo anno scolastico (2022-2023) che sarebbe dovuto essere stato gestito dal nuovo aggiudicatario volge al termine e senza nessuna novità. Andrà forse meglio – è la speranza dei genitori – per il nuovo servizio che si spera si riuscirà ad avviare col nuovo aggiudicatario per il prossimo anno scolastico.