NO A SPERDUTO, UN’ALTRA CONFERMA
Provvedimenti lucani contraddetti a Roma dal CdS: non fa eccezione la nomina del presidente del Parco Vulture
Peggiorare un disastro. Sulla vicenda del Parco regionale del Vulture, certo centro- destra regionale ci sta riuscendo benissimo. A distanza di poco più di 2 mesi dall’annullamento, da parte del Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Basilicata, della nomina, per mano del Consiglio regionale, di Donato Sperduto quale presidente del Parco, il Consiglio di Sta- to ha respinto la richiesta di sospensione dell’efficacia della sentenza dei Giudici amministrativi lucani. Niente fumus: la contro- versia, al contrario, richiede lo scrutinio proprio del merito. Questo l’ultimo aggiornamento che aggiunge un tassello al già molto travagliato iter che iniziatooltre 2 anni, nel luglio del 2020 con l’indizione dell’Avviso per l’individuazione del presidente, è durato oltre 2 anni. A fare ricorso al Tar, Paolo Appiano che era nei 3 della rosa sottoposta ai voti in Consiglio nel luglio scorso: lui ne ricevette 3 di voti, Mariantonietta Tudisco 2 e Sperduto 13. A commentare nell’immediato l’ordinanza cautela- re del Consiglio di Stato, il consigliere regionale del Partito democratico, Roberto Cifarelli. Per Cifarelli, il respingimento della sospensiva chiesta dalla Regione Basilicata circa l’annullamento della nomina del presidente dell’Ente Parco Naturale del Vulture avvenuta con sentenza del Tar, rappresenta «l’ennesima figuraccia del Presidente Bardi e della sua non-maggioranza». «La vicenda è nota – ha ricordato Cifarelli -. Il Consiglio regionale con deliberazione del 26 luglio 2022 aveva nominato Presidente dell’Ente Parco il sindaco di San Fele e successivamente con Decreto del 24 novembre il Presidente della Giunta ha nominato il Consiglio Direttivo. Tutto ciò è avvenuto nonostante il più volte ribadito parere negativo del- la Commissione consiliare competente e della conseguente deliberazione da parte dello stesso Consiglio Regionale per evidente mancanza dei requisiti previsti dalla Legge regionale numero 28 del 2017 e dallo Statuto dell’Ente Parco». «Successivamente, in seguito ad un prevedibile ricorso – ha aggiunto Cifarelli -, il Tar ha annullato la suddetta delibera ed il Decreto di nomina del Consiglio Direttivo del Parco Regionale del Vulture nella parte in cui indi- ca il Presidente dell’ Ente. La Regione, anziché procedere immediatamente alla nomina a Presidente del candidato che aveva preso più voti dopo il primo, inspiegabilmente, pur in assenza di ricorso presso il Consiglio di Stato da parte del Presidente designato nonché diretto interessato, ha pensato bene di spendere un po’ di soldi dei contribuenti per difendere l’indifendibile. Su questo disastro annunciato, frutto di alchimie politiche, ho presentato tempo fa una interrogazione al presidente della Giunta con la quale chiedevo di conoscere le ragioni per le quali Bardi non si è ancora proceduto alla nomina a presidente scorrendo la graduatoria al secondo classificato sulla base del- la votazione espressa dal Consiglio Regionale il 26 luglio dello scorso anno. Il gioco delle parti tra il Presidente della Giunta e quel- lo del Consiglio determina un irriverente immobilismo che continua a mortificare le attese dell’intera comunità del Vulture che, dopo aver atteso a lungo la istituzione dell’area protetta, è costretta ad assistere alla incapacità del centrodestra lucano a saper da- re una definitiva governance all’ente per trasformare uno strumento di tutela in una vera opportunità di sviluppo». «Nel frattempo, – ha concluso il consigliere regionale del Partito democratico, Roberto Cifarelli – alla data odierna, l’Ente Parco Naturale Regionale del Vulture è senza Presidente e considerato che il Presidente ha la legale rappresentanza dell’Ente, ne coordina le attività, convoca e presiede le sedute del Consiglio direttivo, la sua assenza ne determina la paralisi e la conseguente ricaduta negativa in termini ambientali, economici e sociali per l’intero territorio».